Le vendite che hanno colpito anche oggi Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato gli scambi in calo dell’1%, non hanno risparmiato le utility.
Utility: in positivo solo Hera
L’unica a salvarsi dalle vendite è stata Hera che a fine giornata si è fermato appena sopra la parità, con un frazionale rialzo dello 0,07%.
In calo dello 0,45% Enel, ma è andata peggio ad A2A e Terna, che si sono mossi di pari passo, cedendo lo 0,95% e lo 0,96%, mentre Snam si è fermato a poca distanza con un calo dell’1,01%.
Ancora più pesante il bilancio di Italgas ed ERG che hanno accusato una flessione rispettivamente dell’1,3% e dell’1,71%.
Utility: pesa il rialzo dei tassi BTP. Male lo Spread
A pesare sul movimento odierno delle utility, oltre alla negatività del Ftse Mib, ha contribuito anche l’andamento del mercato obbligazionario, da cui sono arrivate indicazioni negative.
Lo Spread BTP-Bund si è allargato ancora, terminando le contrattazioni a 190,84 punti base, con un rialzo del 2,58%.
Male anche i BTP che hanno visto prevalere le vendite, con conseguente ascesa dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni è salito dello 0,95% al 4,694%.
Utility: firmato decreto sulle aree idonee
Le utility intanto sono finite sotto i riflettori sulla scia delle indicazioni riportate dal Messaggero, da cui si è appreso del passo importante per il settore Rinnovabili in Italia, con il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Fratin, che avrebbe firmato l’atteso decreto sulle “aree idonee”, ossia le aree geografiche per le quali la procedura di autorizzazione degli impianti è quasi automatica.
Secondo il quotidiano, il decreto, atteso da più di un anno, identifica obiettivi regionali per i target al 2030 ed i criteri generali per il riconoscimento delle aree che dovranno essere identificate dalle regioni entro 180 giorni.
Tra le maggiori regioni coinvolte nel decreto ci sono la Toscana (4.2 GW), l’Emilia-Romagna (6.2 GW), Veneto (5.7 GW), Lombardia (8.7 GW) e la Sicilia (10.4 GW). Secondo il Messaggero, il decreto conterrebbe anche alcuni correttivi, tra i quali anche l’abolizione del limite al 10% dell’uso dei terreni agricoli per gli impianti tradizionali, con il limite che rimarrebbe solo per gli impianti classificati come “Agrivoltaici”, basati effettivamente su terreni agricoli utilizzati a scopo produttivo.
Secondo gli analisti di Equita SIM, è da valutare inoltre la risposta delle associazioni di categoria che nelle bozze dei mesi scorsi, avrebbero identificato alcune criticità nei limiti di distanza (3km) dai dai beni sottoposti a tutela.
Il ministro starebbe anche per approvare una serie di incentivi alle regioni (in termini di royalties o energia riconosciuta) per favorire le procedure di approvazione anche nelle aree “non idonee”.
A detta di Equita SIM, si tratta di elementi positivi per il settore utility e in particolare per titoli come Enel, Erg, Alerion, A2A e Iren, e la crescita della capacità installata nei prossimi anni.
Il decreto prevede tuttavia un periodo di 180 giorni per l’identificazione delle aree e non produrrà quindi effetti immediati sui percorsi autorizzativi per lo meno fino alla metà del 2024.