La vacanza delle Borse Usa libera Europa ed Asia

Nel corso dell’anno ci sono una manciata di giornate in cui il calendario prevede in USA una festività con chiusura delle Borse, mentre nel resto del mondo le contrattazioni si svolgono regolarmente.

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Nel corso dell’anno ci sono una manciata di giornate in cui il calendario prevede in USA una festività con chiusura delle Borse, mentre nel resto del mondo le contrattazioni si svolgono regolarmente.

L’esperienza statistica consiglia di non dare gran peso a quel che si vede in quel giorno sugli altri mercati. Il motivo è che nella maggior parte dei casi non succede proprio nulla e la giornata lavorativa si trascina stancamente fino al termine con pochi scambi e pochi spunti. Oppure, se sui mercati aperti capita un sussulto direzionale, come quello di un cane a cui viene tolto per un attimo il guinzaglio, il giorno seguente questi si adegueranno mansueti al ritorno del padrone e riprendono a seguire gli ordini direzionali in arrivo da Wall Street.

La seduta di ieri di Europa ed Asia è stata orfana di Wall Street, chiusa per il Labor Day.

Delle due fattispecie descritte si è verificata la seconda. L’Asia ha messo a segno un ulteriore rialzo, dopo quello di venerdì scorso, con i fari della ribalta accesi soprattutto sul Giappone, che ha esteso ancora un rabbioso rimbalzo avviato il 20 agosto scorso, dopo una correzione di ben 6 mesi dai massimi di metà febbraio. Se a far correggere il mercato fino ad annullare tutto il rialzo del 2021 fu stata la clamorosa esplosione dei contagi per la variante delta, a far rimbalzare è stata la fine delle Olimpiadi, tutto sommato ben gestite, e la messa sotto controllo della curva dei contagi. Nelle ultime sedute poi, a produrre euforia si è aggiunta la festa  per le dimissioni del premier Suga, abbastanza inviso agli operatori di Borsa perché poco propenso a regalare soldi in deficit. Da quando è cominciata a circolare la possibilità di un cambio della guardia al governo nipponico, il 31 agosto, l’indice azionario di Tokio è salito del +6,8% in 4 sedute. 

Anche la borsa cinese di Shanghai ha proseguito il suo recupero, che si è intensificato a partire dal 20 agosto ed ha ormai quasi completato il ritorno ai massimi dell’anno, dopo un’estate abbastanza grigia che ha anticipato sui listini il rallentamento della crescita che le statistiche ci hanno fatto vedere ufficialmente nei giorni scorsi. 

Tonica anche l’Europa, che  per una volta non ha guardato l’America, ma le buone performance asiatiche. Eurostoxx50 ha messo a segno un rialzo abbastanza marcato (+1,05%), con superamento (per un solo punto) del massimo annuale. Un po’ tutte le borse europee sono salite coralmente, senza un motivo particolare, oltre all’imitazione dell’euforia asiatica. La sensazione è che in Europa si sia un po’ attenuata la paura che la BCE batta sul tempo la FED nella riduzione del QE.

Rimarco però che i movimenti attuati senza Wall Street sono da considerare, se non bugiardi, almeno bisognosi di conferma americana.

Per cui non resta che attendere oggi il ritorno del padrone ed osservare quel che bollirà nella pentola di Wall Street alla riapertura delle contrattazioni.

Ripeto i livelli da tenere sotto controllo sull’indice SP500: il primo è il supporto di 4.515. E’ un livello che se venisse sfondato in modo chiaro potrebbe decretare la fine dell’onda (3) rialzista e l’inizio dell’onda correttiva (4), che potrebbe far indietreggiare l’indice tra i 200 e i 300 punti dai massimi, complice la stagionalità ribassista di settembre. L’altro è 4.600, che rappresenta l’obiettivo rialzista dell’onda (3) in svolgimento e che dista ormai appena un punto percentuale. Perciò potrebbe essere raggiunto abbastanza in fretta se il supporto dovesse tenere. 

Ritengo improbabile che l’indice SP500, su cui continuano a permanere divergenze ribassiste, abbia la forza di travolgere anche quota 4.600 senza fare prima una correzione cospicua, di almeno 4-5 punti percentuali.

Tuttavia questo è un mercato rialzista e l’onda 3 è quella in grado di estendersi al rialzo più di ogni altra. Perciò non ci dovremo stupire troppo, ma solo un po’, se la correzione dovesse essere rinviata anche stavolta, l’obiettivo di 4.600 venisse superato di slancio e SP500 decidesse di puntare direttamente al successivo: quota 4.900.