Il vaccino è sicuro: perché e come investire in questa corsa

La prima pandemia del XXI secolo non solo ha colto tutti di sorpresa, ma è stata devastante per le persone e per le economie. Una corsa verso un vaccino, per raggiungere il prima possibile l'immunità di gregge, era quanto mai necessaria. Ma è stata davvero così veloce? E la tecnica utilizzata per i primi vaccini in cosa consiste? E come investire in tutto ciò, guadagnandoci?

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La storia dell'umanità è costellata da malattie e da pandemie. Come gli esseri umani si sono diffusi in tutto il mondo, così hanno fatto anche le malattie infettive. Anche in quest'era moderna, le epidemie sono quasi una costante, anche se non tutte le epidemie raggiungono il livello di pandemia che ha avuto la COVID-19.

Le malattie hanno afflitto l'umanità fin dai suoi primi giorni, e sono il nostro più grande problema, un problema ineliminabile poiché biologico, cioè connesso con la vita stessa. Le malattie, infatti, sono uno dei sistemi con cui l'evoluzione regola le popolazioni (che altrimenti crescerebbero all'infinito), e sono presenti in tutto ciò che è vivo.

Tuttavia, è stato solo con il marcato passaggio alle comunità agricole che la portata e la diffusione di queste malattie, in ambito umano, sono aumentate in modo drammatico.

La diffusione del commercio ha creato nuove opportunità per le interazioni umane e animali, che hanno accelerato tali epidemie. Malaria, tubercolosi, lebbra, influenza, vaiolo e altri sono comparsi per la prima volta in questi primi anni.

Più gli esseri umani diventavano civilizzati - con città più grandi, rotte commerciali più esotiche e ampie, e maggiori contatti con diverse popolazioni di persone, animali ed ecosistemi - più probabili erano (e sono) le pandemie. Basta ricordare che l'arrivo degli spagnoli in Centro e Sudamerica ha ucciso più nativi con il raffreddore (sconosciuto in quelle zone) che con i fucili.

Le maggiori epidemie della storia

Dall'epoca antica ad oggi, svariate malattie ed epidemie si sono abbattute sull'umanità. Le riassumiamo di seguito, dando qualche informazione sull'origine ed il vettore della malattia, e sul numero dei morti.

  • Peste Antonina, dal 165 al 180 D.C. Si ritiene che fosse vaiolo o morbillo. 5 milioni di morti
  • Epidemia di vaiolo giapponese, dal 735 al 737 D.C. 1 milione di morti.
  • Peste di Giustiniano, dal 541 542 D.C., originata dal batterio della peste, dai ratti alle pulci agli uomini. 30-50 milioni di morti
  • Morte nera, dal 1347 al 1351 D.C, originata dal batterio della peste, dai ratti alle pulci agli uomini. 200 milioni di morti
  • Vaiolo del Nuovo Mondo, dal 1520 in poi. 56 milioni di morti
  • Grande peste di Londra del 1665, originata dal batterio della peste, dai ratti alle pulci agli uomini. 100.000 morti
  • Peste italiana, dal 1629 al 1631, originata dal batterio della peste, dai ratti alle pulci agli uomini. 1 milione di morti
  • Pandemie di colera 1-6, dal 1817 al 1923, originate da vari batteri del colera, più di 1 milione di morti.
  • Terza peste, del 1885 originata dal batterio della peste, dai ratti alle pulci agli uomini. 12 milioni di morti (Cina e India)
  • Febbre gialla, Virus della fine del 1800, originata dalle zanzare. 100.000-150.000 morti (USA)
  • Influenza russa del 1889-1890. Si ritiene che fosse H2N2 (origine aviaria). 1 milione di morti
  • Influenza spagnola, dal 1918 al 1920, originata dal virus H1N1, portato dai Suini. 40-50 milioni di morti
  • Influenza asiatica del 1957-1958, virus H2N2, 1.1 milioni di morti
  • Influenza di Hong Kong del 1968-1970, Virus H3N2, 1 milione di morti
  • HIV/AIDS, scoperto nel 1981, ed ancora presente. Virus con zoonosi da scimpanzé-. 25-35 milioni di morti
  • Influenza suina del 2009-2010. originata dal virus H1N1, portato dai Suini. 200.000 morti
  • SARS del 2002-2003, origine Coronavirus dai Pipistrelli e da alcuni viverridi. 770 morti
  • Ebola, dal 2014 al 2016. Ebolavirus da animali selvatici. 11.000 morti
  • MERS 2015-Presente. origine Coronavirus dai Pipistrelli e da cammelli. 850 morti.

Nonostante il persistere di malattie e pandemie nel corso della storia, c'è una tendenza costante nel tempo: una graduale riduzione del tasso di mortalità.

Il miglioramento dell'assistenza sanitaria e la comprensione dei fattori che incubano le pandemie sono stati strumenti potenti per mitigarne l'impatto.

Dalle malattie ai vaccini

I grandi progressi della medicina hanno portato a un significativo aumento dell'aspettativa di vita media, con i vaccini che sono stati salutati come uno degli interventi di maggior successo nella storia della medicina fino ad oggi.

Infatti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i vaccini abbiano evitato 10 milioni di morti solo tra il 2010 e il 2015. Ma mentre alcuni vaccini sono stati creati e distribuiti in poco più di quattro mesi, altri hanno impiegato più di 40 anni per svilupparsi. D'altra parte, alcune delle pandemie precedenti si sono estinte senza alcun vaccino, ma solo con il raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge.

Con i vaccini COVID-19 approvati, che sono iniziati ad essere distribuiti, e con le campagne di vaccinazione che hanno preso piede un po' ovunque nel mondo (Europa e Nordamerica in particolare), il processo di sviluppo del vaccino viene esaminato da esperti (e non esperti) in tutto il mondo.

Limitandoci a dati scientifici certi, che sono a disposizione solo dalla Spagnola in poi, quanto tempo ci è voluto storicamente per portare sul mercato un vaccino durante le pandemie, e cosa comporta questo processo?

Per l'influenza spagnola c'è voluto dal 1917 al 1942, cioè 25 anni. Per l'H2N2, cioè l'influenza asiatica, c'è voluto da gennaio del 1957 a giugno, cioè circa 6 mesi. L'Influenza di Hong Kong ha avuto una ricerca da luglio 1968 a novembre 1968; ha quindi richiesto meno di 5 mesi. La SARS, scoperta nel 2003, ad oggi, dopo 17 anni, ancora non ha un vaccino (ma ha fatto pochissimi morti).

Ebola, da sempre considerato uno spauracchio mortale, ma che ha fatto solo 11.300 morti, scoperta come malattia nel 1976, ha avuto un vaccino solo nel 2019, dopo 43 anni. Per l'AIDS, individuato nel 1981, dopo 39 anni dei più grandi sforzi finanziari e di ricerca del XX secolo, siamo ancora in alto mare per un vaccino. H1N1, l'influenza suina del 2009, ebbe un vaccino dopo soli 6 mesi. La MERS, invece, isolata nel 2012, ancora non ce l'ha.

Per il nuovo Coronavirus, isolato a dicembre 2019, il vaccino è stato realizzato a novembre di quest'anno. Quindi dopo "soli" 11 mesi.

Un vaccino trovato troppo velocemente? Per niente

Bastano i dati appena riportati per sfatare queste chiacchiere da complottisti da bar e osteria. Quando si è trattato di sviluppare rapidamente un vaccino per la COVID-19, i finanziamenti hanno svolto un ruolo fondamentale. Con un numero di casi che cresce a un ritmo allarmante, la domanda e l'urgenza di un vaccino sono elevate.

Solo negli Stati Uniti, il governo ha pagato a Pfizer e BioNTech quasi 2 miliardi di dollari per 100 milioni di dosi di un vaccino sicuro per il COVID-19.

Questo livello di sostegno da parte dei governi di tutto il mondo significa che i giganti farmaceutici hanno meno incertezze finanziarie da affrontare rispetto ad altri vaccini.

Ma non solo. Altre due cose caratterizzano la rapidità con cui si è arrivati ad un vaccino per questa pandemia, e sono l'uso dei computer quantistici e la condivisione delle conoscenze.

Società come Google, IBM, Honeywell e D-Wave, che possiedono queste macchine straordinarie, ed i consorzi universitari a cui si appoggiano e con cui collaborano, hanno utilizzato questi sistemi, ed i supercomputer già a loro disposizione, per trovare tutte le possibili conformazioni della proteina spike del coronavirus, la chiave di accesso alle cellule del virus.

Questo a portato alla selezione, in pochi giorni, delle molecole a disposizione della comunità scientifica con la maggiore efficacia contro il virus, scartando tutte le altre. Ed ha permesso, grazie a tecniche di ultimissima generazione come la CRISPR, la creazione di un vaccino che non è più una versione indebolita del virus stesso (come si faceva una volta), ma di una serie di istruzioni genetiche che dice al corpo di creare gli anticorpi per respingere il virus, se dovesse mai infettare chi abbia ricevuto il vaccino stesso.

Oltre a una marea di soldi per finanziare la ricerca, le ricerche stesse sono state condivise a livello accademico come mai prima, in tempo reale, in tutto il mondo. Questo ha consentito di avere a disposizione una libreria di dati come mai nessuno aveva avuto prima. Ed è chiaro che con questi vantaggi la corsa verso un vaccino è stata spedita.

Come investire nella corsa al vaccino?

Una cosa è chiara a chiunque: non c'è un solo vaccino a disposizione, ma ce ne sono svariati. Quindi, ci sono parecchie società che faranno molti soldi dall'averne creato (e venduto) uno. Investirvi, soprattutto nel lungo termine, potrebbe essere chiaramente proficuo. AstraZeneca, il gigante farmaceutico anglo-svedese, ha creato il proprio vaccino in collaborazione con l'Università di Oxford, ed essendo stato approvato nel Regno unito in questi giorni, è tra le sicure vincitrici, come lo sarà il suo titolo.

Ancor di più lo saranno Pfizer e la tedesca BioNTech, che hanno sviluppato insieme il primo vaccino in assoluto, già approvato ed in fase di utilizzo anche in Europa oltre che in Canada e Stati Uniti. Altre importanti società che sono sicure di ricavare grandi guadagni dalla distribuzione del vaccino sono Moderna, Novavax, Johnson & Johnson, GlaxoSmithKline e Sanofi, Janssen, Curevac. Anche la Cina ha sviluppato un proprio vaccino, ovviamente, così come la Russia, che lo annunciò con prosopopea al mondo addirittura ad agosto scorso, attraverso il Gamaleya Research Institute.

I lucrativi accordi di fornitura tra i produttori di farmaci e i governi garantiranno l'accesso precoce al vaccino per gli Stati Uniti, l'Europa e altre nazioni sviluppate come il Giappone e il Canada. Il resto del mondo potrebbe non essere così fortunato, anche con gli sforzi ben intenzionati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e di gruppi come GAVI, l'Alleanza per il Vaccino.

Non è che possiamo aspettarci 7 miliardi di dosi il giorno dopo la concessione della licenza per poter vaccinare il mondo intero.

ha dichiarato Walter Orenstein, un esperto di vaccini dell'Università di Emory. Tuttavia, per frenare veramente la circolazione del virus della SARS-CoV-2 negli esseri umani, ottenere i vaccini per le nazioni ricche e povere sarà una missione vitale.

Il successo o il fallimento dei vaccini, e le campagne di immunizzazione che seguiranno, determineranno se il virus diventerà endemico, ricorrente anno dopo anno, o se verrà controllato, in ultima analisi.