Balzo a Parigi per Vivendi. Darà il 60% di Universal ai soci

Vivendi prepara l'Ipo di Umg ad Amsterdam. Valutazione di almeno 30 miliardi e il 60% del capitale verrà distribuito agli azionisti attraverso cedole.

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Vivendi spicca il volo a Parigi, in una seduta comunque di netto recupero per i mercati europei, in scia alla chiusura di venerdì su nuovi massimi per Wall Street (e a una partenza d'ottava con il Nikkei 225 di Tokyo per la prima volta dall'agosto 1990 oltre quota 30.000 punti). Il titolo del colosso transalpino dei media ha toccato un balzo del 22% in apertura di giornata, in scia all'annuncio nel weekend di piani per l'Ipo di Universal Music Group (Umg) ad Amsterdam entro la fine del 2021. Il collocamento del colosso Usa della musica, da anni controllato dai francesi, era previsto da tempo ma a mettere le ali al titolo è stato il parallelo annuncio della distribuzione del 60% del capitale di Umg stessa agli azionisti di Vivendi. Operazione che, insieme allo spin-off di Umg, sarà sottoposta al voto dell'assemblea dei soci il prossimo 29 marzo.

Valutazione Universal di almeno 30 miliardi. Via libera da Tencent

Intanto l'appoggio è già arrivato dal consorzio guidato dalla cinese Tencent Holdings (salito di recente dal 10% al 20% nel capitale di Umg). La distribuzione di capitale dovrebbe essere realizzata attraverso lo stacco di una cedola straordinaria. Vivendi ha notato come la possibilità si sia concretizzata grazie all'interesse espresso "da altri investitori a prezzi potenzialmente più elevati". Il che ha permesso al "board di considerare una distribuzione del 60% del capitale sociale di Umg agli azionisti di Vivendi", ha spiegato la società parigina. E i valore più elevati cui ci si riferisce sono gli "almeno 30 miliardi" di enterprise value che sono il punto di partenza per l'Ipo e il valore raggiunto con l'investimento da parte di Tencent.

Da quotazione maggiore leva per monetizzare streaming e social

Come nota MarketWatch la quotazione in Borsa darebbe a Umg maggiore leva finanziaria per concludere accordi e monetizzare la costante crescita di popolarità di servizi di streaming come Spotify e Apple Music ma anche di social media come TikTok e Instagram, che concedono in licenza i brani da utilizzare come colonna sonora dei post degli utenti. Il gruppo californiano, ricordano gli analisti di Ubs, è il maggiore editore musicale al mondo con circa il doppio dei ricavi della rivale Warner Media Group, e ha costantemente generato plusvalenze negli ultimi tre anni. "Dopo la scissione vediamo opportunità significative per sbloccare valore attraverso la vendita di asset, M&A e gestione del capitale", ha sottolineato Ubs. Warner Music Group aveva debuttato al Nasdaq lo scorso mese di giugno, con una raccolta di 1,9 miliardi e una valutazione di quasi 16 miliardi (attualmente capitalizza oltre 19 miliardi).

(Raffaele Rovati)