Yield oggi: come guadagnare due volte con Banca Generali

Debole lo è e se il trend si accentuasse il rendimento da dividendo potrebbe salire oltre il 5%. Tutti i numeri in previsione del 2022 e un’analisi grafica del titolo.   

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Il settore dei servizi finanziari esce un po' con le ossa rotte dalle vicende di Borsa delle ultime settimane. Eppure è qui che ci sono margini interessanti nonché rendimenti rilevanti. Un esempio riguarda Banca Generali, scesa dai massimi a 43,54 euro del 15 novembre ai 37,86 euro di ieri. Certamente è ancora lontana dai minimi dell’anno ma la struttura grafica da metà del mese scorso è apparsa nervosa, avvicinandosi addirittura alla media mobile a 200 sedute, pur rialzista da un anno. Merita quindi particolare attenzione questo titolo in chiave di “total return”, che potrebbe essere fra i più apprezzabili di Piazza Affari nel 2022. Ovviamente occorre essere oltremodo pragmatici in tale ottica: in altre parole sfruttare eventuali future debolezze per caricare lotti (piccoli o grandi) in prospettiva di medio termine.

Una nuova resistenza 

Dicembre sta palesando l’entrata in scena di una nuova resistenza a 39,05 euro, su cui il titolo si è collocato più volte. Come supporto si segnala invece quello dei 35,87 euro, in una fascia di lateralità fra i due livelli che prosegue dal 18 novembre. Volendo puntare a un accumulo occorre quindi attendere una futura discesa verso tale minimo di breve periodo. In presenza di una correzione, che lo vedesse infranto al ribasso, due traguardi successivi sarebbero quelli dei 34,8 (minimi di ottobre) e poi dell’area di 33,4 euro. Rispetto ai 37,86 di ieri il calo assommerebbe in circa il 12%, costituendo un interessante punto di entrata per chi non sia esposto su Banca Generali e un ulteriore attraente “buy” per chi sia già investito partendo da quotazioni più alte.  

La volatilità intraday 

Stocastico e Rsi non sono al momento risolutivi nell’evidenziare possibili cambi di direzione netti, poiché si collocano a metà fra segnali di forza e di debolezza. Più significativo il fatto che le variazioni fra massimo e minimo di ogni singola seduta siano aumentate e non di poco, attestandosi in alcuni casi anche sopra il 3%, valore notevole. È quindi l’area di attrazione dei 33,4-33,7 (dove si colloca ora la media a 200) quella su cui puntare per ottimizzare il rendimento globale in ottica di mesi. 

Dividendi, un po' di numeri

Il tutto trova un secondo motivo di interesse in ottica dividendi. Acquisiti gli 0,6 euro che saranno versati il 23 febbraio (stacco il 21), equivalenti all’1,6% lordo, riferiti alle riserve per utili portati a nuovo dagli esercizi precedenti, già si parla del 2022, relativamente all’esercizio 2021. C’è ottimismo su un andamento molto positivo e le indiscrezioni di mercato ipotizzano un importo fra 1,80 e 1,90 euro per azione. Logicamente è inferiore a quanto distribuito nel 2021, accumulo di due anni causa Covid, ma nettamente superiore ai valori del periodo precedente: 1,07 euro pagato nel 2017 e poi 1,25 euro nel 2018 e 2019. Alla quotazione della chiusura di ieri lo yield si attesterebbe sul 4,8% e quindi puntare su un buy ottimizzato in termini di rendimento ai livelli di 34,8 o addirittura di 33,4 euro equivarrebbe a innalzare la percentuale rispettivamente al 5,2% e al 5,4%. L’obiettivo di superare il 5% appare realistico ma c’è ancora incertezza sulla data di pagamento. In presenza di una possibile volatilità in crescita (dato attuale 20,4% su base 180 sedute) si segnala infine che – secondo i dati di FactSet Research Systems, specialista internazionale di analisi e dati finanziari – l’utile per azione dovrebbe attestarsi a 3,10 euro nel 2021 per poi scendere a 2,5 euro nel 2022, con un rapporto prezzo/utili che da 13,8 attuale potrebbe salire verso quota 15 nel medio termine.