A che serve il Metaverso? Cosa si può fare all’interno?

Ormai tutti sanno che cos’è il "metaverso", ma in molti continuano a chiedersi a che serva la realtà virtuale e cosa si può fare all’interno. Rispondiamo!

Tutti ormai hanno sentito almeno una volta parlare di “metaverso” anche se non è ben chiaro ancora a molti come nasca questo vocabolo, che ormai viene usato come sinonimo di “realtà digitale”, e soprattutto cosa farci all’interno, a parte l’esplorazione come in un comune videogioco.

Il metaverso con questa accezione fa la sua apparizione in un romanzo di genere cyberpunk del 1992 dell’autore Neal Stephenson intitolato Snow Crash

Si tratta di una storia ambientata in un futuro distopico dove le persone indossano degli visori 3D ed entrano in una realtà virtuale.

In pratica, quello che Snow Crash descrive non è molto distante dall’esperienza che si ha usando il visore Oculus, il PlayStation VR o altri apparecchi simili.

Tuttavia, con il termine metaverso si indicano una serie di mondi digitali, ma che offrono all’utente esperienze molto diverse ad esempio alcune basate sulla realtà virtuale (VR) altre sulla realtà aumentata (AR) e anche piattaforme che sfruttano diversi tipi di tecnologie. Dunque esploriamo le mille sfaccettature del “metaverso”.

Che differenza c’è tra un videogioco è un metaverso?

Tra un videogioco è un “metaverso” vi è un’abissale differenza. Prima di tutto perché il metaverso presuppone una libertà di esplorazione completa della realtà digitale che va ben oltre i videogiochi open world e dove non solo si esplora, ma si possono possedere lotti, immobili e appezzamenti di terreno e persino aprire negozi e uffici.

Il metaverso mira a costruire un copia virtuale del mondo reale in tutti i suoi aspetti, cioè una realtà virtuale dove non solo si gioca, ma vi sono negozi online, le persone hanno un proprio spazio personale e praticamente si”vive” in 3D.

“Metaverso” o “Metaversi”? Quanti mondi digitali esistono?

Siamo comunque in una fase embrionale ancora del metaverso, perché le varie piattaforme che offrono esperienze di realtà virtuale sono tutte non connesse tra loro è rappresentano mondi a sé stanti in completo isolamento.

Al momento Internet è praticamente costellato di “isole digitali” che sono ognuna uno spazio autonomo, come se agli abitanti non fosse mai permesso di lasciare il luogo.

In questo senso si capisce l’importanza dell’ingresso di Facebook nel metaverso, questo perché se una delle piattaforme social più popolari si trasformasse in un metaverso, come ha annunciato Mark Zuckerberg, tutti gli utenti sarebbero catapultati nella stessa realtà digitale a partire dal profilo social.

I metaversi sono quindi al momento una serie di piattaforme digitali, che possono includere anche esperienze di realtà aumentata oltre che di realtà virtuale. L’obiettivo a lungo termine è ovviamente quello di collegare le relazioni tra loro e far sì che si acceda a una vera e propria realtà parallela che rappresenti non più una serie di esperienze separate, ma un’esperienza unica.

Metaverso e realtà virtuale (VR)

Se il metaverso è un mondo digitale, questo può essere una realtà virtuale (VR), cioè esplorabile in genere attraverso un visore 3D dove l’utente si ritrova catapultato in un ambiente interamente virtuale che riproduce sensazioni realistiche.

In questo senso nelle realtà virtuali e nei futuri sviluppi del metaverso, molto gioca anche il progresso in campo tecnologico rispetto ad esempio ai visori 3D o agli occhiali per realtà aumentata.

Metaverso e realtà aumentata (AR)

Di metaverso e mondo digitale però si parla anche quando quello che questo universo offre è un’esperienza di realtà aumentata (AR) che è una cosa diversa dalla realtà virtuale (VR).

La realtà aumentata di fatto arricchisce di elementi digitali il mondo reale, uno degli esempi più noti è Pokémon Go.

Molte sono ormai le realtà aumentate che usano un app su smartphone dove inquadrando quello che ci circonda questo viene sullo schermo trasformato in 3D.

Per i metaversi basati sulla realtà aumentata moltissimo gioca il fattore tecnologia, ad esempio i progressi nello sviluppo degli occhiali specifici che sono qualcosa di distinto dai visori VR. Si attende in questo senso l’uscita degli occhiali per realtà aumentata a firma Apple.

Che c’entra la blockchain con il metaverso?

Un mondo digitale da esplorare, metaverso appunto, a prescindere se si parla di realtà virtuale o realtà aumentata può essere costruito con diverse tecnologie, se questo viene costruito usando una piattaforma blockchain si parla di “crypto metaverso”.

Il metaverso blockchain ha due caratteristiche uniche e distintive, prima di tutto le risorse digitali sono degli NFT (Non Fungible Token), poi come forma di pagamento per le stesse risorse si usano criptovalute.

In ogni caso si tratta di un’esperienza in un ambiente simulato, che può essere esplorato impersonando un avatar e comunicando in tempo reale con gli altri utenti attivi. 

Che collegamento c’è tra NFT, criptovalute e metaverso?

La differenza sostanziale tra un metaverso che è basato su blockchain e un mondo virtuale basato su un diverso tipo di tecnologia risiede nelle possibilità che il primo ha di integrarsi con altre applicazioni che usano la medesima rete.

In pratica non vi sono differenze in relazione all’esperienza di esplorazione dell’utente, ma in metaverso blockchain l’utente si troverà in una realtà digitale in cui tutte le risorse grafiche, a partire dall’avatar che impersonifica, sono un Non Fungible Token. Questo permette un duplice vantaggio, da un lato queste risorse possono essere scambiate, cioè trasferite da un utente all’altro, anche fuori dalla piattaforma di gioco usando gli exchange per NFT.

Ancora, l’economia dei metaversi crypto sfrutta come sistema di pagamento le criptovalute e non gettoni di gioco o valute fiat, poiché di base le monete digitali usano la stessa piattaforma per funzionare. Anche qui, il valore di queste criptovalute rimane quando si esce fuori da metaverso e queste possono essere scambiate sugli exchange come normali valute digitali.

Esplorando metaversi famosi: Second Life

Tra quelli che sono i metaversi già disponibili è molto famosi segnaliamo Second Life un progetto non basato su Blockchain e lanciato nel lontano 2003. Questo metaverso essendo tra i primi nel suo genere ha avuto un vero e proprio picco di utenza nel 2007, ma ormai va scemando anche per i numerosi competitors.

Second Life rappresenta una “seconda vita” in digitale, cioè un mondo virtuale dove attraverso un avatar personalizzabile si può esplorare e compiere attività, l’avatar è ovviamente personalizzabile così come lo è proprio spazio nel mondo virtuale e le risorse necessarie sono acquistabili nel marketplace integrato pagando in valuta fiat.

Minecraft: il metaverso/videogioco più famoso del mondo

Minecraft, acquistato dalla Microsoft nel 2014 per 2,5 miliardi di dollari, è uno dei videogiochi open world più famosi di sempre dove lo scopo è “costruire” e per farlo bisogna raccogliere risorse che saranno i materiali di costruzione.

Minecraft ha due modalità di gioco una che si chiama “Sopravvivenza” dove il giocatore deve sopravvivere in un ambiente ostile dove si alternano cicli diurni e notturni. Oppure, si può scegliere la modalità creativa che si focalizza sulla costruzione dove i materiali sono presenti nell’inventario.

Lo YouTuber Kendal ci offre un tutorial su come giocare per la prima volta in assoluto a Minecraft, eccolo qui sotto:

  

The Sandbox e Decentraland: i due metaversi “crypto”

The Sandbox e Decentraland sono due metaversi costruiti sul modello di Second Life, cioè per ricreare un mondo virtuale in cui l’utente vive nelle sembianze di un avatar.

La grande differenza però tra queste due realtà virtuali e quelle che abbiamo menzionato prima è che esse sono “crypto metaversi”, cioè sfruttano la tecnologia blockchain.

Tutte le risorse grafiche sia di Decentraland che di The Sandobox, avatar compresi, sono NFT e gli scambi nei marketplace avvengono in criptovalute.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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