Miramax denuncia Tarantino, colpa degli NFT di Pulp Fiction

Novità in merito alla causa legale che contrappone Miramax a Quentin Tarantino, accusato per aver infranto il copyright lanciando gli NFT di Pulp Fiction.

A novembre dell’anno scorso la Miramax, la nota casa di produzione e distribuzione cinematografica statunitense, ha fatto causa all’altrettanto noto regista Quentin Tarantino. Al centro della vicenda vi sono degli NFT che il regista ha deciso di mettere in vendita e che contengono il copione con scene inedite del suo capolavoro Pulp Fiction.

Le accuse che la Miramax ha mosso a Tarantino sono: violazione dei termini contrattuali, violazione di copyright, violazione di marchio e concorrenza sleale. L’ultima accusa dovuta al fatto che il lancio degli NFT è stato tenuto nascosto all’azienda e annunciato con un comunicato stampa quando già tutto era pronto.

La difesa del regista si basa invece sul fatto che egli sostiene di detenere i diritti sulla sceneggiatura e altro materiale che rientra nella categoria degli NFT.

Il problema in questo caso è rappresentato, tra le altre cose, anche dal fatto che quando Pulp Fiction fu girato nel 1993 gli NFT non esistevano ancora e quindi nulla di preciso può essere indicato nei contratti dell’epoca. Tutt’oggi, poiché è da poco che i Non Fungible Token e la produzione cinematografica di sono avvicinati, i contratti standard tra regista e casa di produzione non contemplano ancora nessuna clausola specifica in merito alla diffusione di queste precise risorse.

Il caso è molto importante e non solo perché coinvolge uno degli registi più famosi del mondo, ma anche perché segna un precedente importante per quanto riguarda il problema dei diritti d’autore in relazione agli NFT.

Intanto, il primo NFT di Pulp Fiction è stato venduto a gennaio per 1,1 milioni di dollari, dopo di questo però SCRT Labs, che ha prodotto le risorse, ha annunciato che il lancio degli altri 6 Non Fungible Token che vrebbero dovuto completare la colezione è sospeso a tempo indeterminato, in pratica fino a che non saranno risolte le controversie lgali con Miramax.

Tarantino lancia la collezione esclusiva di NFT di Pulp Fiction e la Miramax gli fa causa

A novembre 2021 Tarantino ha annunciato che sarebbe presto arrivata una collezione esclusiva di NFT basati su immagini scansionate di quelle che sono le prime bozze della sceneggiatura di Pulp Fiction, corredate da correzioni e cancellazioni a mano dell’autore.

Ogni risorsa è dedicata ad una scena famosa del film, commentata dalla voce di Quentin Tarantino. I contenuti sono presenti come “unlockable content” e possono essere rivelati dopo l’acquisto, con il proprietario che può scegliere se diffonderli o meno.

Subito dopo la comunicazione la Miramax, che ha i diritti del film, ha intentato causa al regista. Vediamo in dettaglio i termini legali di quella che si prospetta una delle più grandi cause che avranno per oggetto gli NFT.

Il problema dei diritti d’autore di Pulp Fiction

Partendo dall’accusa, la Miaramax sostiene che la produzione degli NFT sia stata illegittima perché è l’azienda a possedere sia i diritti sul soggetto che sulla sceneggiatura. Fanno eccezione i diritti d’autore per la pubblicazione della sceneggiatura come opera letteraria, che sono invece di Tarantino.

Il materiale girato inerente a Pulp Fiction appartiene alla Miramax come anche i diritti di utilizzazioni economiche, quelli di “prima trattativa” e di “ultimo rifiuto”.

Veniamo a Tarantino che nella “cessione dei diritti d’autore” sul film Pulp Fiction ha tenuto per sé i diritti di sfruttare la colonna sonora e la possibilità di creare opere audio dal film, come quella di poter creare un eventuale remake o sequel. Di Tarantino sono anche i diritti per lo sfruttamento della sceneggiatura anche in formato elettronico.

Arriva la sentenza preliminare della Corte sui famigerati NFT di Quentin Tarantino

Su quello che sarà il verdetto finale di questa causa che vede contrapposti Quentin Tarantino e la Miramax il mondo dei giuristi è diviso, anche perché gli NFT come risorsa sono relativamente nuovi e manca una regolamentazione e una legislazione a riguardo.

Assodato che la documentazione relativa ai diritti d’autore di Pulp Fiction è vecchia di 28 anni e che gli NFT sono apparsi nella storia nel 2015, nessuna menzione specifica ed esplicita delle risorse può esserci all’interno dei contratti dell’epoca.

Sul caso la Corte del Distretto Centrale della California ha emesso una sentenza preliminare in cui ha comunque richiesto all’autore di fornire parte della documentazione relativa ai diritti d’autore del film, quella necessaria a provare appunto il diritto di lanciare la collezione NFT di Pulp Fiction.

Nel contenzioso Miramax ha infatti presentato una mozione per chiedere a Tarantino di produrre qualsiasi tipo di documento o comunicazione in suo possesso circa i diritti sul film. 

La difesa di Tarantino ha invece sostenuto che la richiesta di produrre quasi 30 anni di documentazione fosse eccessiva e costituiva una molestia. Anche perché la strategia difensiva del regista si basa sul fatto che gli NFT sono legittimi perché contengono immagini del copione e sulla sceneggiatura il regista ha diritto di pubblicazione.

Per adesso quella che la Corte del Distretto Centrale della California ha emesso è solo una sentenza preliminare in cui di fatto si dà ragione a Tarantino, ma solo in parte.

Se effettivamente viene vista come eccessiva la richiesta di presentare qualsiasi tipo di documento relativo alla proprietà intellettuale del film, viene comunque sostenuto che il caso specifico necessita di una maggiore indagine. Tarantino dovrà perciò presentare una parte comunque di documenti utili a provare che ha i diritti per poter produrre gli NFT di Pulp Fiction.

Un precedente importante per il mondo degli NFT

La causa costituisce un precedente importante anche per le future norme contrattuali, che porteranno probabilmente a rivedere i contratti standard tra regista e produttore ed inserire norme specifiche che regolino l’utilizzo di queste risorse.

Di recente infatti il legame tra cinema ed NFT si è fatto molto più stretta, ad esempio con una strategia che prevede la raccolta del budget necessario alla produzione dei film attraverso la vendita di NFT, modalità con cui sarà prodotto la prossima opera di Scorsese.

Quanto valgono gli NFT di Pulp Fiction

Nonostante la causa in corso Quentin Tarantino non ha comunque rinunciato al lancio della sua collezione di NFT di Pulp Fiction.

La collezione che si chiama “Tarantino NFT” è stata prodotta dalla SCRT Labs e consta di soli 7 NFT, il primo dei quali “Royale With Cheese” è stato venduto a gennaio per più di 1 milione di dollari.

Il lancio delle altre 6 risorse sarebbe dovuto avvenire poco dopo il primo NFT, ma SCRT Labs ha preferito sospendere le aste fino a che non sarà terminata la causa legale con Miramax.

Qualora la vendita non dovesse proseguire il primo NFT di Tarantino avrebbe un valore inestimabile!

Anche Nike e il brand di lusso Hermès in causa per colpa degli NFT

Ma quella di Miramax contro Tarantino per colpa dei Non Fungible Token non è una causa isolata, poiché nel 2021 aumentando la popolarità di queste risorse sono aumentate anche le controversie legali che le vedono protagoniste.

A maggio dell’anno scorso fu il celebre brand francese Hermès a intentare causa contro l’artista Mason Rothschild per il lancio della collezione NFT dedicata alle Birkin Bag e ispirata all’omonima collezione di borse del marchio di lusso.

In un primo momento l’artista aveva realizzato solo un singolo NFT “Baby Birkin” venduto per un prezzo base di 10.000 dollari. Dato che si trattava di un evento isolato Hermès in quell’occasione ha rinunciato ad ogni azione, solo che successivamente Rothschild ha deciso di lanciare un’intera collezione NFT intitolata “MetaBirkin” e dedicata alle borse.

Hermès ha allora deciso di procedere per vie legali contro l’artista con una serie di accuse, tra cui appropriazione di marchio e danno alla reputazione aziendale. Anche in questo caso la causa è ancora in corso.

Altra causa molto recente che riguarda gli NFT e il copyright vede coinvolta la Nike che a febbraio scorso ha intentato causa contro l’exchange StockX il quale ha messo in vendita un Non Fungible Token di una sneaker in edizione limitata, violando il diritto sul marchio Nike. Anche in questo caso la causa legale segnerà un precedente importante.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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