Come fa un NFT a rendere "unica" un’opera d’arte digitale?

Gli NFT hanno trasformato l’arte digitale in crypto arte, grazie a quella che viene definita la loro caratteristica di rendere “unica” un’opera d’arte digitale. Ma come fanno gli NFT a fare questo? Che vuol dire rendere “unico” un file digitale?

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Tutto evolve e si adegua ai tempi e l’arte in primis! L’arte digitale sembra già aver trovato nuovi confini trasformandosi in CryptoArt, dove cioè le opere digitali sono i tanto famosi NFT. 

Il pregio degli NFT viene in genere indicato come quello di rendere “unica” un’opera d’arte digitale che in questo modo non può essere replicata.

In realtà, il singolo file cioè l’opera nell’aspetto può essere sempre duplicata e, ad esempio, da un NFT si può facilmente estrapolare l’immagine o il video contenuto e creare un falso. Gli NFT sono sempre potenzialmente soggetti al plagio.

La differenza è che però gli NFT imprimono ad ogni singolo file digitale una firma unica ed è quella ad essere irriproducibile. Ovvero queste risorse ricreano il contesto dell’arte classica per cui un'opera si può contraffare, ma si può anche identificare se sia un falso o meno a partire dalla “firma” dell’autore.

Vediamo in dettaglio come la CryptoArt e gli NFT hanno cambiato l’arte digitale e anche in che modo queste risorse rendono “unico” e identificabile un pezzo.

Che vuol dire che un NFT non si può "duplicare"

Facciamo chiarezza su cosa si intende per impossibilità di duplicare l’arte digitale grazie agli NFT. L’opera in sé cioè un'immagine, un video, una canzone è tecnicamente sempre replicabile: a partire, ad esempio, da un’immagine 2D in formato NFT, l’immagine si può materialmente duplicare all’infinito e quindi crearne dei falsi che nell’aspetto sono identici all’originale. Quello però non sarà mai duplicabile è un codice identificativo che ogni NFT possiede e che viene registrato sulla blockchain.

Quindi il nostro NFT falso sarà esteticamente identico all’originale, ma analizzandolo approfonditamente, cioè verificando l’ID del Non Fungible Token registrato nel database che è la blockchain, questo sarà diverso e sarà facilmente individuabile se siamo o meno davanti ad un falso.

Di base la logica non è molto diversa da quello che può essere un quadro fisico dove, avvenuta la creazione di un falso, solo un'analisi approfondita e competente ne rivela che non appartiene all’artista originale. Certo nel caso della crypto arte il problema è la facilità e la velocità con cui un NFT falso può essere creato, ma anche in questo caso la tecnologia si sta dando da fare ed esistono software come DeviantArt che scansionano il web alla ricerca di NFT frutto di plagio. L’unico problema è che questi software per adesso non sono integrati nelle principali piattaforme di scambio di NFT e questo rende la rimozione del Non Fungible Token piuttosto macchinosa.

In sostanza gli NFT hanno avuto il pregio di introdurre la proprietà della “scarsità” nell’arte digitale prima impossibile se le opere erano scambiate in semplice formato JPEG ad esempio.

Quali sono i vantaggi della CriptoArt e delle opere d’arte digitale in NFT

Gli NFT non hanno solo un ID unico, ma ogni volta che si vende, si acquista o si trasferisce la risorsa anche queste operazioni vengono registrate in modo indelebile sulla blockchain così che si possa tracciare la storia ed i passaggi di mano di un’opera d'arte digitale.

La blockchain ha infatti due proprietà che diventano importantissime in questo specifico campo di applicazione e cioè essere immutabile, poiché nessuno può cambiare retroattivamente cosa viene registrato, e indistruttibile. Ovvero, generato un NFT o trasferito lo stesso, la transazione viene registrata in modo indelebile e l'informazione non può essere alterata. Ancora, la blockchain è un archivio distribuito e decentralizzato, cioè non si può distruggere spegnendo un server.

Uno dei vantaggi è che la blockchain in pratica verifica che un determinato NFT sia associato ad un solo e unico proprietario.

Aiutiamoci ancora una volta con un esempio, se si vende un dato NFT ad una determinata persona questa transazione viene registrata sulla blockchain quel pezzo ha un nuovo esclusivo proprietario. Questo vuol dire che creata un’opera digitale NFT e venduta, non la si può tecnicamente replicare se non nell’aspetto, né vendere a due persone contemporaneamente, perché un NFT non può avere più di un proprietario.

Gli NFT e l’arte algoritmica 

Parlando di CryptoArt ed NFT dobbiamo parlare di un determinato tipo di espressione artistica che ricade in quest'ambito ed è l’arte algoritmica, che è a sua volta una sottocategoria per così dire dell’arte generativa.

L’arte generativa è un concetto che parte dal presupposto che nella genesi di un’opera d’arte vi sia un determinato livello di “casualità”.

L’esempio più semplice per capire cos’è l’arte generativa e come si è arrivati alla sua evoluzione dei tempi moderni e cioè l’arte algoritmica è andare indietro nel tempo di circa due secoli fa, quando Mozart inventò un gioco che serviva proprio a illustrare il concetto. Si trattava di tirare dei dadi e in base al risultato unire insieme pezzi di melodie composte in precedenza, in modo da crearne una nuova in un modo casuale.

Il concetto applicato ai nostri giorni si trasforma in arte algoritmica, dove cioè è un algoritmo (un computer) ad assemblare le opere d'arte digitale.

I PFP come esempio di arte algoritmica con gli NFT

Un esempio di arte algoritmica sono anche i PFP cioè i famosi CryptoPunk, ad esempio, o le scimmiette della BAYC. Queste sono collezioni di 10.000 NFT coniati in serie, dove il soggetto rappresentato è sempre lo stesso, ma in ogni risorsa è vestito con accessori e colori diversi.

Contrariamente a quanti molti pensano non sono stati creati singolarmente tutti e 10.000 gli NFT, ma creati i singoli pezzi, cioè l’immagine di base e i file degli altri elementi, un algoritmo, cioè un computer, ha generato automaticamente le 10.000 varianti. Nell’arte algoritmica c’è quindi una buona dose di automazione che si aggiunge alla creazione artistica e che rappresenta l’elemento della casualità dell'arte generativa.

Come si valuta il valore degli NFT coniato in serie

Torniamo all’unicità degli NFT, ma guardiamola da un’altro punto di vista, poiché se molti grandi artisti digitali come Beeple e Pak creano pezzi singoli delle proprie opere, il cui valore può quindi essere valutato come se si trattasse di un’opera d'arte fisica, perché plagio e contraffazioni a parte, l’artista in origine ne ha creata una sola, diversamente con i PFP, cioè gli NFT fatti in serie si pone il problema di come valutarne il valore.

Beeple e Pak di base sono artisti digitali che lavorano però in modo classico, cioè creano un’opera NFT e la vendono, i PFP invece, che sono diventati incredibilmente popolari, sono qualcosa di diverso perché collezioni in serie, per altro spesso con soggetto a cartone animato.

In una collezione fatta di 10.000 NFT pur partendo tutti da un’immagine di base i pezzi non hanno però tutti lo stesso valore, perciò in genere si deve ragionare su un prezzo minimo da assegnare alla collezione, dove però le singole risorse possono avere valore diverso in base alla loro "rarità" all’interno della collezione stessa.

Come si determina la “rarità” di un NFT

Per capire come si valuta la rarità e quindi il valore di un PFP, prendiamo l’esempio delle scimmiette, cioè i BAYC. Si tratta di una scimmia a cartone animato che in ognuno dei 10.000 NFT ha accessori diversi.

Ora, la rarità di un determinato pezzo NFT rispetto agli altri della stessa collezione viene valutato in base alla rarità degli accessori con cui è adornata.

Ovvero, alcuni NFT delle BAYC sono stati venduti per milioni di euro perché ad esempio avevano un elemento particolare e l’animale vestiva “una pelliccia dorata”, che è presente come accessorio solo nello 0,9% dei pezzi della collezione. Se un NFT possiede più di un accessorio così raro allora il valore sale ancora.

Per verificare questi parametri basta analizzare il Non Fungible Token attraverso la piattaforma di scambio dove è in listing e dove più bassa è la percentuale di rarità degli elementi più alto il valore del NFT.