Quanti tipi di NFT esistono? Scopriamo cos’è lo “standard”

Generare un NFT con il minting è un processo semplice, ma chi lo compie deve fare delle scelte. Vediamo che "standard" deve avere il token.

Gli NFT, che permettono di monetizzare il valore delle risorse fisiche e digitali, hanno avuto un boom incredibile lo scorso anno. Sostanzialmente si tratta di token digitali completi di metadati e rappresentano un modo con cui si può tracciare e quindi verificare la proprietà di una determinata risorsa fisica o digitale.

Il minting di un NFT, che è il termine con cui si indica l’operazione con cui si crea un Non Fungible Token, consiste in un processo piuttosto semplice che si compie a partire da quello che è un qualsiasi file digitale e può essere effettuato attraverso le piattaforme di scambio come OpenSea, le quali gratuitamente offrono interfacce di minting.

Contrariamente a quello che si crede però gli NFT non sono tutti uguali, ovvero partendo dal presupposto che sono token (gettoni) digitali, una prima differenza riguarda la Blockchain che utilizzano, poiché ne esistono molteplici con funzionalità diversa.

Ma anche all’interno degli NFT creati sulla stessa Blockchain questi differiscono per via dello standard del token, cioè delle funzionalità che conferiscono alla risorsa delle caratteristiche e delle proprietà diverse.

Che cos’è e lo “standard” di un token digitale e in che modo classifica gli NFT su una Blockchain

Da un punto di vista tecnico quando si parla di “standard” per un token, tra cui gli NFT, si definisce lo smart contract e le caratteristiche del token stesso.

Più semplicemente con “standard” si intende la classificazione delle monete digitali, cioè i diversi tipi che esistono tra cui NFT e criptovalute.

Ogni Blockchain ha la sua classificazione, cioè i suoi “token standards”, partiamo da Ethereum che è la prima piattaforma open source e per questo molto popolare per il minting di Non Fungible Token.

Capire lo “standard” è molto importante anche per comprendere la differenza tra NFT e criptovalute, poiché se i primi sono token non fungibili, cioè gettoni che non si possono usare come denaro, le seconde sono invece “Fungible Token”.

I token fungibili (criptovalute) e non fungibili (NFT) che operano su Ethereum sono entrambi classificati con la sigla ERC che indica Ethereum Request for Comments, seguita da un trattino e dei numeri, dove i numeri indicano appunto lo “standard” del token, cioè la tipologia.

Ad esempio, quando si acquista una criptovaluta spesso tra parentesi troverete questa sigla ERC-20, dove le lettere indicano la Blockchain Ethereum e il numero la tipologia di token, in questo caso una criptovaluta e non un NFT. Diversamente, un token ERC-721 è un token che opera sempre su Ethereum, ma il 721 indica che esso è un NFT. Lo standard ERC-1155 è invece uno standard flessibile, che permette l’interazione sia con “Fungible Token” che con “Non Fungible Token”.

Capire la differenza tra criptovalute ed NFT attraverso lo “standard” del token: ERC-20 e ERC-721 a confronto

Per quanto riguarda gli NFT su Ethereum gli standard più popolari sono ERC-721 e ERC-1155, ma questi indicano Non Fungible Token con caratteristiche diverse, dove invece ERC-20 non è uno standard per gli NFT, ma per token digitali quali le criptovalute.

Il primo standard ERC-721 è utilizzato per creare asset singoli, mentre lo standard ERC-1155 è per così dire un tipo di token più flessibile che permette il trasferimento è il minting di token in gruppi.

Lo standard ERC-721 è stato il primo ad essere creato ed anche quello che ha dato il via alla moda degli NFT.

Sostanzialmente tra una criptovaluta, cioè un token ERC-20, e un NFT, che un token ERC-721, le differenze riguardano le funzioni che i due token svolgono. 

Ovvero, da un punto di vista tecnologico NFT e criptovalute sono entrambi token digitali, detto più semplicemente sono applicazioni simili come tecnologia, ma che svolgono funzioni diverse.

Prima di tutto un token ERC-721 possiede un campo nome che viene utilizzato per la sua identificazione da parte di App o smart contract esterni, oltre ad un campo funzioni che permette il trasferimento della proprietà e stabilisce il titolare del token. Queste caratteristiche permettono agli NFT di poter essere trasferiti da un portafogli all’altro e di essere scambiati con criptovalute.

Infine, un’altra funzione dello standard ERC-721 permette agli sviluppatori di poter monitorare gli NFT attraverso un ID univoco, si può cioè cercare il proprietario di un Non Fungible Token a partire dall’ID di quest’ultimo.

Il minting di NFT su Ethereum con il token standard ERC-721 o ERC-1155

Gli NFT possono essere creati su Ethereum anche con lo standard ERC-1155, che è uno standard aggiornato e più nuovo rispetto ai token ERC-721.

Si tratta di un tipo di token molto più duttile poiché può creare un’interfaccia per smart contract, la quale allo stesso tempo può rappresentare Non Fungible Token e Fungible Token. In pratica questo standard racchiude al suo interno le funzionalità degli ERC-20 e degli ERC-721.

Su Ethereum quando si crea con il minting un NFT questo può liberamente essere generato come un token ERC-721 o un ERC-1155. Questo standard permette a differenza del classico ERC-721 il trasferimento di più risorse in un’unica transazione, riducendo quindi i costi. Ad esempio, viene usato quando si vogliono creare più copie di una stessa opera d’arte digitale.

In questo modo si riducono i costi delle transazioni e anche il sovraccarico della Blockchain stessa.

Quando usare lo standard ERC-721 e quando ERC-1155 per il minting di NFT su Ethereum

Partendo dal presupposto che quando si genera un NFT l’autore su Ethereum è libero di scegliere entrambi gli standard, vediamo meglio le differenze tra i due e quali funzionalità hanno.

Creando un NFT con lo standard ERC-721 si generano solo Non Fungible Token singoli, questo vuol dire che per ogni nuovo token gli sviluppatori devono creare un nuovo smart contract. È uno standard che consente una sola transazione del token e la duplicazione del codice ha un forte impatto sulla Blockchain. 

Diversamente, un token ERC-1155 permette di generare un solo smart contract che può essere usato per NFT e anche ERC-20. In pratica con questo standard si possono creare sia NFT che criptovalute, mentre ERC-721 è solo per gli NFT.

Infine, altro dato importante, per le sue caratteristiche lo standard ERC-1155 occupa una spazio minore sulla piattaforma Blockchain. Praticamente c’è un solo smart contract che dà accesso ad una serie di altri token.

Tuttavia, se lo standard ERC-1155 è nato proprio al fine di ridurre il sovraccarico della rete Blockchain questo presenta un problema quando usato per il minting di NFT e cioè una difficoltà nel tracciamento della proprietà del singolo Non Fungible Token, insomma i metadati sono meno solidi con questo standard.

La scelta tra un token NFT ERC-721 o ERC-1155 risponde alle esigenze degli sviluppatori avendo i due standard funzionalità diverse.

Blockgeeks ci offre un video YouTube interamente dedicato alla spiegazione di cosa sia il token standard ERC-1155:

  

I diversi “standards” per i Non Fungible Token su Binance Smart Chain

I due standard di cui abbiamo parlato classificano gli NFT costruiti sulla Blockchain Ethereum, ma ogni piattaforma Blockchain ha un diverso modo per siglare i due standard, cioè classificare i token che rispondono alle diverse funzionalità.

Ad esempio, un NFT su Binance Smart Chain può essere creato con lo standard BEP-721 o BEP-1155, dove sostanzialmente il primo corrisponde alle caratteristiche degli ERC-721 e il secondo a quelle degli ERC-1155. Le proprietà sono identiche semplicemente questi NFT non lavorano su Ethereum ma su Binance Smart Chain che ha le sue sigle per la classificazione degli standard, anche se le funzionalità sono pressoché identiche.

Lo standard più comune usato su Binance per i Fungible Token (criptovalute) è BEP-20.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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