BOT 12 mesi, a 15 giorni dall’emissione ancora più redditizio: ecco quando rende

BOT a 12 mesi sempre più ricercati. L’ultima emissione di 15 giorni fa oggi è ancora più redditizia: ecco quanto rendono.

Decidere di investire oggi è una scelta sempre più difficile, da valutare con attenzione.

La crisi economica conseguente alla pandemia e alla guerra tra Russia e Ucraina è molto forte.

L’aumento del prezzo del gas naturale ha determinato nei mesi scorsi forti rincari ripercuotendosi in tutti i settori economici e produttivi con conseguente perdita del potere di acquisto delle famiglie italiane.

Negli ultimi mesi del 2022, l’inflazione ha raggiunto gli 11 punti percentuali e oggi certamente la situazione non è tanto migliorata.

La situazione inflazionistica italiana si presenta molto altalenante. L’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e un incremento del 7,6% su base annua facendo registrare un +8,2% del mese precedente.

In una situazione inflazionistica cosi pesante mettere da parte qualche soldo è un’impresa molto ardua e coloro che ci sono riusciti preferiscono tenerla al sicuro sui tranquilli conti corrente.

Una scelta non ottimale vista la costante perdita del potere di acquisto.

Scegliere di investire e dove investire diventa dunque sempre più difficile.

Qualche giorno fa, venerdì 9 giugno 2023 il Ministero dell’economia e delle finanze ha collocato un BOT annuale di 12 mesi con scadenza 14 giugno 2024.

La domanda è stata discreta con richieste per 9,13 miliardi di euro e rendimenti mai visti prima.

Vediamo nel dettaglio tutte le caratteristiche di questo BOT annuale.

BOT 12 mesi, a 15 giorni dall’emissione ancora più redditizio: ecco quanto rende

Il collocamento dei BTp Valore avvenuto nei primi giorni di giugno è stato eclatante.

Il Ministero di economia e finanze non aveva previsto questo successo puntando a raccogliere 5 miliardi di euro in cinque giornate.

Tale cifra è stata ampiamente superata già al termine del primo giorno di collocamento.

Ciò ha evidenziato che i piccoli risparmiatori italiani vogliono investire. Per anni i risparmi sono stati abbandonati sui conti corrente e sui conti deposito non vedendo alternative con remunerazione sufficiente.

Oggi vedere i propri risparmi fermi non è più la scelta migliore. Ecco che molti tornano a guardare con interesse i titoli di stato.

E’ terminata il 12 giugno la fase di collocamento dei BOT 12 mesi e con essa la possibilità per i risparmiatori di investire sul mercato primario.

Il nuovo Buono Ordinario del Tesoro con codice ISIN – IT0005549388 ha scadenza fissata a 12 mesi, dunque il 14 giugno 2024  e considerato che il 2024 è un anno bisestile avranno una durata di 366 giorni.

Va ricordato che i BOT a 12 mesi sono senza cedola  ma dovrebbero rendere intorno al 3,55% con una quotazione attorno  ai 96,55 centesimi.

Il rendimento di questi Bot è dato dalla differenza tra prezzo di rimborso e prezzo di acquisto.

BoT 12 mesi, rendono già di più

Il 12 giugno sono stati collocati sul mercato i BoT a 12 mesi ad un prezzo di 96,434 centesimi, con rendimento del 3,637%.

Come abbiamo già detto, questi titoli non offrono alcuna cedola ma il loro rendimento è la differenza tra prezzo di rimborso e prezzo di acquisto.

Se si considera la seduta di ieri sul mercato secondario, la loro quotazione era identica di quella vista al momento dell’emissione mentre il loro rendimento era intorno ai 3,75%.

Ma come è possibile che il prezzo resti costante mentre varia il rendimento?

Per il semplice ridursi della scadenza, per cui il prezzo resta costante mentre aumenta il rendimento annualizzato.

Rendimenti vs inflazione

E’ vero, se si considerano gli attuali tassi di inflazione i rendimenti visti dai BOT a 12 mesi sembrano essere molto bassi.

L’indice dei prezzi al consumo al momento si attesta intorno al 7,6% anche se le tendenze la vorrebbero in calo.

Dunque non c’è certezza se i BoT a 12 mesi risulteranno remunerativi anche in termini reali.

Certo rispetto all’alternativa di tenere i soldi in cassa o in banca, il suggerimento è provarci.

Un eventuale disinvestimento non dovrebbe provocare perdite grazie alla bassa duration del titolo e la tendenza dei tassi a diventare stabili.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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