Il debito affosserà il mondo?

Per noi italiani non è proprio una novità, anzi non ne possiamo più di sentire quanto sia preoccupante il nostro debito pubblico.

Per noi italiani non è proprio una novità, anzi non ne possiamo più di sentire quanto sia preoccupante il nostro debito pubblico.

Sempre questo debito pubblico che ci opprime, raramente si sente parlare del debito privato, ecco noi abbiamo un debito privato nettamente inferiore alla maggior parte dei Paesi europei, ma del debito privato se ne parla poco.

Eppure sarebbe più corretto ragionare in termini di debito complessivo, ossia debito pubblico più debito privato, come mai allora non se ne parla?

Probabilmente perché se si parlasse di debito complessivo, forse non ci sarebbero Paesi che potrebbero definirsi virtuosi, ed allora il problema “debito” diventerebbe un problema planetario.

Ricordate Nouriel Roubini? Soprannominato Dr. Doom ossia Dottor Catastrofe.

Diventato famoso a livello mondiale per aver previsto la terribile crisi finanziaria del 2008, ebbene da allora ha continuato ad essere estremamente pessimista, ma per il momento non abbiamo assistito ad un’altra crisi come quella tremenda del 2008.

Ora però è tornato a fare previsioni catastrofiche, perché, a suo dire, la situazione finanziaria, dal 2008, nel mondo è solo peggiorata.

Se finora sono state le Banche Centrali a sorreggere le economie in tutto il mondo, questo ha comunque avuto come conseguenza l’esplosione dei debiti, sia pubblici che privati, e praticamente da questa situazione non si è salvato nessuno Paese.

Personalmente da diverso tempo sostengo che effettivamente il mondo non può reggersi sui debiti ed i dati, sotto questo profilo sono impietosi.

Nel 1999 l’ammontare del debito totale, ossia del settore pubblico e di quello privato, in rapporto al Pil, era pari al 200%.

Ebbene nel 2021 è diventato del 350%, e la situazione è ancora peggiore se limitiamo la nostra analisi alle sole economie avanzate.

Al momento, infatti, le economie avanzate hanno mediamente un debito complessivo pari al 420% del Pil. La Cina, per quanto attendibile sia il suo dato, è al 330%, gli Stati Uniti al 420%.

Solo per darvi un termine di raffronto, il dato degli Stati Uniti è un valore superiore a quello registrato durante la Grande Depressione e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Secondo Roubini, quindi, si sta avvicinando una tremenda crisi, una crisi che non potrà essere arginata nemmeno dalle Banche Centrali.

La gravità di questa crisi sarebbe dovuta alla politica monetaria adottata dalle Banche Centrali per fronteggiare la crisi del 2008, la politica monetaria iper-espansiva, mantenuta per diversi anni avrebbe di fatto distorto le economie di tutto il mondo.

L’aumento repentino dei tassi, per contrastare l’inflazione, metterà in difficoltà parecchie aziende che in questi anni erano sopravvissute grazie proprio alla politica di tassi a zero, ora però per loro i costi del finanziamento potrebbero diventare non sostenibili.

Naturalmente dovesse scoppiare una crisi le Banche Centrali non potrebbero agire come nel 2008, ossia azzerando ancora i tassi, alimenterebbero nuovamente l’inflazione, insomma Roubini non vede vie d’uscita praticabili.

Dr. Doom ritiene che si possa verificare un effetto domino, queste le sue parole: in quanto l’inflazione sta anche erodendo il reddito reale delle famiglie e riducendo il valore dei loro beni, come immobili e asset finanziari. Lo stesso vale per le imprese, le istituzioni finanziarie e i governi, fragili e con un eccesso di leva finanziaria: si trovano ad affrontare contemporaneamente un forte aumento dei costi di finanziamento, una diminuzione dei redditi e dei ricavi e un calo del valore degli asset”.

La conclusione di Roubini è ancora più perentoria: “La madre di tutte le crisi del debito stagflazionistiche può essere rimandata, non evitata”.

Certo non si riesce a pensar di peggio, ma obiettivamente da anni ripeto che l’aver mantenuto per tantissimi anni i tassi a zero, coma mai accaduta in tutta l’umanità, non può non lasciare scorie nell’economia mondiale.

E magari ciò che stiamo vedendo a livello geopolitico può anche essere un riflesso di questa situazione finanziaria a livello planetario che non ha precedenti.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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