2022 annus horribilis? Sì, ma c’è anche qualcosa di buono

È noto che al momento, per i mercati azionari globali, il 2022 si sta rivelando un anno disastroso, annus horribilis si diceva una volta.

È noto che al momento, per i mercati azionari globali, il 2022 si sta rivelando un anno disastroso, annus horribilis si diceva una volta rispolverando un’espressione latina.

Diamo così qualche numero per capire l’entità del disastro: 

negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno l’indice Dow Jones è sceso del 11,4%, l’S&P500 del 15,6% ed il Nasdaq addirittura del 24,6%.

In Europa l’indice principale della Borsa francese ha perso da inizio anno l’11,3%, quasi un punto in più il ribasso degli indici di riferimento di Germania ed Italia che hanno registrato entrambi un calo del 12,1%.

Ma la cosa che più impressiona è il crollo avuto dal comparto obbligazionario. I prezzi dei titoli di Stato sono letteralmente sprofondati soprattutto negli ultimi due mesi.

Il nostro Btp, che all’inizio dell’anno quotava 160 oggi ha chiuso a 140 un ribasso del 12,5%!!!

Insomma chi conosce anche se non in maniera approfondita i mercati finanziari non può che rimanere impressionato per un ribasso simile.

Chiarisco subito però, non si può dire che non era un ribasso annunciato, il comparto del reddito fisso era evidentemente in una bolla speculativa per cui era facilmente preventivabile che prima o poi avremmo assistito ad un crollo.

Ma come al solito per quanto si possa essere preparati ad un crollo, poi … quando questo si verifica … insomma si rimane sempre impressionati.

Un ribasso del 12,5% per un titolo di Stato decennale è una botta pazzesca.

È chiaro anche che tutto questo è avvenuto perché, finalmente, l’inflazione, che da tempo aveva gonfiato i prezzi dei titoli finanziari, azionari ed obbligazionari senza distinzione, dicevo, appunto, finché l’inflazione è rimasta nel comparto finanziario … tutto bene, nel senso che se la gente non vede salire i prezzi al supermercato ed invece salgono i rendimenti dei propri investimenti, dei propri risparmi … sono tutti contenti.

Ma il bengodi esiste solo nelle favole, nella vita reale, invece, prima o poi qualcuno ti viene a riprendere, e con gli interessi, ciò che pensavi ti avessero regalato per sempre, e ti accorgi in quel momento che … la festa è finita.   

Oggi quindi i prezzi che vedi aumentare sono quelli del supermercato, mentre quello dei titoli finanziari sprofondano.

Ok, però, mi chiederete in tutto questo marasma c’è qualcosa che si salva? Ebbene naturalmente non andiamo a vedere come si sono mossi i prezzi del comparto immobiliare, delle varie materie prime, mi limito, anche perché molti me lo hanno chiesto, ad analizzare il comportamento dell’oro.

I soliti ben informati (sono ironico), quelli che credono di sapere tutto, ma nella realtà non sanno fare neppure la più semplice deduzione, vi diranno, è sceso anche l’oro perché vi diranno che era arrivato a duemila dollari l’oncia nella prima settimana di marzo, insomma un paio di settimane dopo l’inizio dell’operazione militare speciale promossa dalla Russia mentre ora vale solo poco più di 1800 dollari-

Quindi insomma ha perso 200 dollari rispetto a 2000 quindi il 10%.

Allora innanzitutto così come è stata calcolata la performance dei titoli finanziari, ossia da inizio anno, dobbiamo fare la stessa cosa anche per l’oro, ed all’inizio dell’anno l’oro valeva poco più di 1800 dollari l’oncia, proprio come adesso, quindi la performance finora dell’anno in corso è zero.

Ma attenzione!!!

I sapientoni dei quali parlavo sono talmente idioti che non riescono a fare nemmeno questa semplice considerazione, quel prezzo dell’oro è espresso in dollari, per cui per uno statunitense è proprio così, ma per un europeo, che quindi possiede euro, se avesse investito in oro all’inizio dell’anno avrebbe avuto un ottimo guadagno derivante ovviamente dalla rivalutazione del dollaro nei confronti della moneta unica.

Faccio un esempio banale.

Un europeo, prendiamo pure un italiano che all’inizio dell’anno avesse comprato un’oncia d’oro (poco più di 28 grammi) per quanto abbiamo detto la pagava all’incirca 1.800 dollari, visto che all’inizio dell’anno il cambio euro dollaro era 1,137 quindi pagava questa oncia d’oro 1.583 euro (1.800:1,137).

Ma se quell’oncia d’oro la vendesse oggi incasserebbe come abbiamo detto sempre all’incirca 1800 dollari, ma oggi il cambio euro/dollaro è 1,04  e quindi incasserebbe 1.731 euro (1.800:1.04) mettendo a segno un guadagno di 148 euro che su un investimento iniziale di 1.583 euro equivale al 9,35%.

In meno di cinque mesi, direi proprio non male come guadagno.

Ecco quindi una cosa, forse l’unica, di buono che possiamo riscontrare in questo 2022, ossia la rivalutazione del dollaro nei confronti dell’euro. 

Ah altra piccola puntualizzazione, prima che ci sia sempre qualche furbo che mi dica che dovevo dire la svalutazione dell’euro e non la rivalutazione del dollaro. 

Quindi, in maniera preventiva, avverto subito quei furbi che è più corretto parlare di rivalutazione del dollaro perché la moneta americana si è rivalutata non solo nei confronti dell’euro, ma praticamente rispetto a quasi tutte le valute al mondo.

L’euro, invece, da inizio anno ha una valutazione inferiore rispetto al dollaro, ma, ad esempio, si è rivalutato nei confronti dello Yen e di altre monete al mondo.

Chiusa l’annotazione preventiva.

Ed allora, questa rivalutazione della moneta americana, ovviamente non è benefica solo per chi ha fatto degli investimenti in dollari, ma consente anche alla nostra economia, soprattutto per le aziende che esportano in area dollaro, di prendersi una boccata d’ossigeno.

Naturalmente voi mi chiederete, ok, questo è quello che è accaduto finora, ma che previsioni ci sono per il futuro? L’oro salirà o scenderà, il cambio euro/dollaro, salirà o scenderà.

Sull’oro non mi pronuncio, ma ovviamente, almeno per il cross euro/dollaro molto dipenderà da come si muoverà la Bce, se sarà ancora prudente nell’aumentare i tassi è probabile che il cambio continui la sua discesa verso la parità, se invece la Lagarde subirà i diktat della Bundesbank, e quindi rialzerà i tassi in maniera robusta, ovviamente in quel caso potremmo addirittura vedere l’euro risalire. 

Tuttavia io comunque vedo l’euro in difficoltà proprio per le scellerate sanzioni nei confronti della Russia, quindi per il momento non vedo un indebolimento del dollaro.

Ma tutto questo, al solito, lo scopriremo solo vivendo.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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