Abbiamo già la Troika in casa?

Parto dalla situazione negli Stati Uniti perché ci sono novità riguardanti il tetto al debito pubblico, poi passerò alla notizia che riguarda l’Italia

Parto dalla situazione negli Stati Uniti perché ci sono novità riguardanti il tetto al debito pubblico, poi passerò alla notizia che riguarda l’Italia e che personalmente trovo davvero inquietante.

Non c’erano dubbi in proposito, oggi non solo i politici statunitensi, ma tutto il mercato ha gettato la maschera, perché finché si scherza, si scherza, ma quando lo scherzo può diventare davvero pericoloso, allora ci si ferma e si annuncia a tutti che stavamo scherzando.

Gli si dice: ma cosa credevate che davvero facessimo fallire gli Stati Uniti? Ma dai! Stavamo scherzando!

Oggi è il 26 maggio, domani e dopodomani è sabato e domenica ed annunceranno di aver trovato un accordo tre giorni prima del giorno X che il Segretario al Tesoro, Janet Yellen aveva fissato per il primo giugno.

Quindi è finita la pantomima, è finita come doveva finire, come finiscono tutte le cose che non sono serie, è finita a tarallucci e vino.

Nessuno, né Democratici né Repubblicani, nessuno potrà essere incolpato di aver fatto fallire gli Stati Uniti, anzi entrambi diranno di aver salvato gli Stati Uniti avendo mantenuto durante tutta la trattativa un comportamento responsabile.

Ripeto, non c’è ancora stato alcun comunicato che ufficializzi l’accordo trovato, ma i mercati sanno come finiscono le pantomime e così tutte le Borse oggi hanno avuto una giornata euforica.

Compresa la Borsa di Francoforte? Certo, compresa la Borsa di Francoforte, anzi forse è stata quella che ha maggiormente festeggiato. Mi direte, ma cos’hanno da festeggiare i tedeschi? La recessione?

Ma sì, che volete che sia, quella è una cosa che sarà fatta pagare al popolo, non certo alle multinazionali quotate in Borsa.

Io tuttavia lo ribadisco fino alla sfinimento, gli Stati Uniti non potranno continuare a prendere in giro così il popolo per molto tempo.

Arriverà il momento nel quale non troveranno compratori per i loro titoli dello Stato, lo acquisterà la Fed il loro debito pubblico, come ha sempre fatto quando gli Stati Uniti si trovavano in difficoltà, quindi nulla di nuovo?

No! Per la verità qualcosa di nuovo c’è, c’è che il momento di difficoltà, per gli Stati Uniti sta diventando perenne.

Quindi dovranno ridurre la spesa pubblica? Non proprio, ridurranno certamente alcune voci di spesa, ma per aumentare quelle per la Difesa, la questione Cina Taiwan sta diventando sempre più scottante.

L’accordo, sono certo verrà ufficializzato nel fine settimana, ma è stato anticipato da Biden che non vedeva l’ora di esser lui a dare la notizia con queste parole: **«Abbiamo concordato che non ci sarà il default degli Stati Uniti». **Ed io aggiungo: non avevo dubbi.

Ciò che è trapelato, però, non è il nuovo tetto di spesa, bensì che verrà innalzato per due anni.

Questo non è chiaro, che significa?

Dire che verrà alzato per due anni, ossia annunciare non un tetto, ma una durata temporale significa che per i prossimi due anni non ci sarà alcun tetto di spesa. Non so se ciò sia possibile.

In ogni caso tra due anni ci sarà una nuova Amministrazione, visto che fra un anno e mezzo negli Stati Uniti si andrà al voto.

Il nuovo Presidente avrà certamente il controllo dell’intero Congresso, ossia di entrambe le Camere, quindi non avrà problemi ad alzare ancora il tetto alla spesa.

Ed andiamo avanti così.

E passiamo quindi al nostro Paese. Purtroppo non ci sono buone notizie neppure per la nostra Italia.

Avevamo appena ieri festeggiato per la crescita del nostro Pil, in particolare se raffrontato alla recessione tedesca, ed ecco che oggi sono arrivate due brutte notizie.

Avevamo un’asta di Bot a sei mesi, quindi praticamente i titoli con la più breve durata, ci servivano sei miliardi.

Ebbene il rapporto di copertura è stato di 1,45 quindi non male, ma ormai il rapporto di copertura non conta più nulla, è un dato assolutamente inattendibile, ed in effetti per piazzare quei 6 miliardi abbiamo dovuto alzare, e di molto il tasso di interesse.

Alla fine il tasso di interesse è stato del 3,528% uno 0,20% in più dell’asta precedente, ma per farvi capire cosa significa il 3,528% per un investimento a sei mesi basti ricordare che un tasso così elevato non lo riscontravamo da dodici anni.

Dalla crisi del 2011 che portò al fallimento la Grecia e al nostro Governo Mario Monti.

Ma questa è la notizia meno brutta, c’è un’altra notizia che più che brutta definirei … inquietante!

Non so se si tratta di una gaffe sfuggita al Ministro dell’Economia Giorgetti, ma è chiaro che gaffe o meno la notizia è vera.

Il Ministro Giorgetti va al Festival dell’economia di Trento lo intervistano e lui comincia a parlare, e sentite cosa dice, lo riporta virgolettato il Sole 24 Ore: “In settimana è stata qui la delegazione del Fondo monetario internazionale che ovviamente ci ha chiesto di diminuire il debito pubblico. E’ un impegno che fa parte delle nostre responsabilità e che affronteremo”.

Cosa, cosa, cosa? Quando? In questa settimana? Ed è stata qui dove a Roma? E chi è stata qui? La delegazione del Fondo Monetario Internazionale.

Avete per caso visto servizi al telegiornale di questa visita da parte del Fondo Monetario Internazionale? Ve lo chiedo perché non guardando i Tg, potrebbe essere una notizia che mi è sfuggita.

Non mi sembra sia neppure stata riportata dalla nostra stampa.

Ma supponiamo che sia venuta questa delegazione del FMI in visita di cortesia, magari per mangiare e bere bene come di solito si fa in Italia, ma tra un assaggino e l’altro cosa ci hanno detto?

Di ridurre il nostro debito pubblico?

Ma cosa siamo diventati? Peggio della Grecia? Cosa siamo a livello Argentina?

E Giorgetti a questi del Fondo Monetario Internazionale cosa ha risposto? E’ lui stesso che ce lo dice, ha risposto “E’ un impegno che fa parte delle nostre responsabilità e che affronteremo” ha risposto in maniera così ossequiosa, e ce lo viene pure a dire!

Mamma mia, sapevo che eravamo ridotti male, ma non pensavo fino a questo punto!

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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