Achtung, achtung

Ore 8:00 si aprono i mercati in Europa e l’euro crolla, anzi di più … precipita.

Ore 8:00 si aprono i mercati in Europa e l’euro crolla, anzi di più … precipita. Guardate, ve lo dico subito, sotto certi punti di vista non è una brutta notizia, se l’euro si deprezza le nostre esportazioni ne beneficeranno, come ho sempre detto, quindi la debolezza dell’euro è un aiuto per la nostra economia, però …

Certo però è ovvio che le importazioni ci verranno a costare di più, e le importazioni riguardano principalmente le fonti energetiche che già hanno raggiunto prezzi stellari e con l’euro debole …

Comunque torniamo a noi, ovviamente la domanda da porsi è: perché oggi l’euro è precipitato?

La risposta è semplice, per avere una variazione di quel genere, in gergo si dice che il cambio è sceso di due figure, il cross euro/dollaro era ad inizio giornata a 1,044 ed al momento è a 1,024; insomma per avere una simile variazione i casi sono due, o c’entra la Bce oppure c’entra la Germania.

Non c’è un’altra alternativa. O meglio, c’è una terza alternativa ed è che c’entrano entrambe.

Allora, innanzitutto chiariamo alcuni fatti importanti, la discesa del cambio euro dollaro non è proprio una novità di questi ultimi giorni, è da oltre un anno che il cambio euro/dollaro sta scendendo, cioè è da oltre un anno che l’euro sta perdendo valore nei confronti del dollaro e precisamente è dal mese di maggio dello scorso anno.

Ed anche dopo il crollo odierno il cambio euro dollaro è tutt’ora ben lontano dai minimi registrati durante la crisi del 2000/2001 quando il cross arrivo in area 0,85. Tuttavia è dal gennaio del 2003, quindi quasi vent’anni che l’euro non era tanto deprezzato.

Ma torniamo a noi perché come detto dobbiamo scoprire perché siamo arrivati a questo punto e di chi è la colpa, se naturalmente di colpa si deve parlare.

Allora vi dico subito: io opto per la terza alternativa, ossia ritengo che il crollo odierno sia stato determinato da due fattori concomitanti, la Bce e la Germania.

Partiamo dalla Bce.

Fino a qualche mese fa, effettivamente, più che di debolezza dell’euro si sarebbe dovuto parlare più correttamente di forza del dollaro, una forza per modo di dire perché è una forza indotta da una debolezza.

Non sono impazzito, cerco di spiegarmi bene.

Sapete quando vi trovate in una situazione disperata che il vostro corpo trova energie che non pensavate di avere, potremmo chiamarla appunto la forza della disperazione.

Ebbene, gli Stati Uniti non si trovavano in un momento florido della loro economia, certo crescevano, non erano in recessione, ma non si poteva certamente parlare di un boom economico. 

Eppure la Federal Reserve si è dovuta comportare come se l’economia statunitense fosse in fase di surriscaldamento, e quindi ha dovuto intervenire in maniera molto decisa alzando i tassi di interesse, perché?

Appunto, non perché l’economia, in fase euforica, dovesse essere raffreddata, ma per un altro motivo, molto meno nobile, ossia perché ad essersi surriscaldata era risultata l’inflazione.

Il consistente aumento dei tassi negli Stati Uniti e la conferma, più volte ribadita, da parte del Governatore della Fed, Jerome Powell, che non si sarebbe fermato finché il tasso di inflazione non fosse rientrato entro valori accettabili, ha chiaramente dato forza al dollaro.

Ed ecco quindi spero di esser stato chiaro nello spiegare quella mia frase apparentemente contraddittoria, ossia la forza del dollaro deriva da una debolezza.

Intendevo dire che l’aumento dei tassi negli Stati Uniti ha rafforzato il dollaro, ma sempre quell’aumento dei tassi era dovuto ad un fattore di debolezza dell’economia a stelle e strisce, ossia l’elevata inflazione.   

E questo spiega quindi il perché del continuo e graduale deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro a partire dal maggio dello scorso anno.

Ma oggi? Che è successo?

Allora indubbiamente il valore dell’euro è certamente influenzato dalla Germania, molti arrivano a dire che l’euro sia un marco camuffato. 

Allora io non sarei così drastico, mi sembra una esagerazione, ma è chiaro che il valore dell’euro non è altro che la media ponderata delle varie monete dei vari Stati che hanno aderito alla moneta unica (che apparentemente non esistono più).

E dato che l’economia tedesca è di gran lunga la più importante dell’eurozona, è chiaro che il marco pesi maggiormente nella determinazione del valore dell’euro.

E cosa è successo in Germania?

Due cose di una importanza straordinaria. La prima

Il colosso tedesco del Gas, Uniper è sull’orlo del fallimento, nei giorni scorsi hanno cercato in tutti i modi di minimizzare la gravità della situazione finanziaria nella quale versa l’azienda, ma ora la notizia è diventata di dominio pubblico, servono subito 9 miliardi di euro per evitare il fallimento.

Ovviamente il Governo sarà certamente disposto ad intervenire, i salvataggi delle aziende in crisi sono vietati in Europa ma non per le aziende tedesche, loro possono fare tutto ciò che impediscono di fare agli altri Paesi, ricordate ad esempio quanto accaduto con Lufthansa.

Quindi insomma certamente il Governo tedesco non farà fallire Uniper, però, tanto per esser chiari, oggi il titolo in Borsa vale circa 10 euro quando, soltanto all’inizio dell’anno, ne valeva più di 40.

Ripeto, interverrà il Governo, ne sono certo, ma, solo per far capire la gravità della situazione, alcuni importanti analisti tedeschi si sono spinti a dire che qualora dovesse fallire Uniper il botto sarebbe assimilabile al fallimento di Lehman Brothers.

Il problema, però, è che questa crisi aziendale ha una sola causa, e cioè le sanzioni nei confronti della Russia, quindi insomma chi è causa del suo mal … 

E eccoci alla seconda cosa accaduta in Germania che, a ben guardare, è forse ancora più grave della prima.

Se io vi dico di dirmi l’aspetto più importante dell’economia tedesca certamente mi rispondereste le esportazioni. Eh … beh … certo … lo sappiamo tutti che la Germania ha una straordinaria bilancia commerciale, ossia la differenza fra le esportazioni e le importazioni è sempre in forte attivo.

Ebbene dopo aver battuto record di ogni genere in questo campo sapete cosa è accaduto nel mese di maggio? La bilancia commerciale della Germania ha chiuso in deficit!!!

A maggio la Germania ha avuto importazioni per 126 miliardi ed esportazioni per 125 miliardi, insomma, un miliardo di euro di deficit. Certo uno potrebbe dire … beh un miliardo di deficit non è molto, sì, ma teniamo conto che la Germania non registrava un deficit nella bilancia commerciale da più di 30 anni!!!

Insomma non so se ho reso l’idea: è accaduto qualcosa di straordinario, di eccezionale, in negativo ovviamente.

Anche in questo caso è chiaro che il motivo è noto a tutti, ed è sempre quello: le sanzioni alla Russia.

Le esportazioni tedesche verso la Russia di molti beni sono praticamente vietate quindi sono scese del 54,6% rispetto allo scorso anno.

Insomma, ribadiamo … chi è causa del suo mal …

Ed in conclusione torniamo ancora alla Bce. 

Fino ad oggi sembrava fosse l’Italia l’unica Cenerentola, quella che era in grave crisi e che quindi bisognava salvare. 

La Lagarde ipotizzava operazioni anti-spread che nessuno aveva ancora capito in cosa consistessero, ma si diceva che i Paesi virtuosi, Germania ed Olanda in testa, erano totalmente contrari.

Ora invece con la Germania che per la prima volta in trent’anni ha un deficit della Bilancia Commerciale e la sua più importante azienda del gas sull’orlo della bancarotta, insomma se Atene piange Sparta non ride.

In altre parole, ad essere in crisi, non è solo l’Italia, ma tutta l’Unione europea, ed il crollo dell’euro ne è la prova più evidente. 

Ma chi è causa del suo mal …

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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