L’astensione il più grande partito italiano, quindi...

Riprendo il video di ieri perché l’uscita di Grillo che di fatto ha estromesso Conte dal Movimento 5 Stelle può davvero scombinare tutto l’assetto politico del nostro Paese.

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Riprendo il video di ieri perché l’uscita di Grillo che di fatto ha estromesso Conte dal Movimento 5 Stelle può davvero scombinare tutto l’assetto politico del nostro Paese.

Innanzitutto una precisazione, il mio video di ieri l’ho terminato ponendovi una domanda, ossia il dietro-front di Grillo, il suo tentativo di ritorno alle origini del Movimento è arrivato fuori tempo massimo?

Ebbene penso che voi non abbiate avuto dubbi sul fatto che io ritenessi retorico quel quesito, insomma … certo, è assolutamente certo che Grillo è arrivato fuori tempo massimo e, come avevo già anticipato, è arrivato fuori tempo massimo proprio per colpa sua.

Tuttavia ora è necessario da parte mia ricorrere ad un altro flashback.

Gran parte del successo elettorale del Movimento derivava anche dal fatto che si identificava al di fuori del normale schieramento politico, insomma i pentastellati ribadivano in continuazione: né con la destra, né con la sinistra.

Ok ma è facile, a chi si presenta in questo modo, obiettare che se ottiene un successo elettorale senza però raggiungere il 51% dei voti alle elezioni dovrà per forza fare un Governo di coalizione con almeno un’altra formazione politica. 

Ebbene a questa obiezione i massimi esponenti pentastellati rispondevano in una maniera vaga e astratta.

Ossia, “noi presenteremo le nostre idee, il nostro programma di Governo e formeremo un esecutivo con le forze politiche che ci staranno, se nessuno vorrà aderire al nostro programma se ne assumerà la responsabilità davanti al popolo italiano e se si dovesse tornare alle urne gli italiani sapranno di chi è la colpa e ci premieranno ancora di più”.

Ovviamente si trattavano di dichiarazioni da “campagna elettorale”, in campagna elettorale infatti occorre distinguersi il più possibile dalle altre forze politiche, è una elementare questione di tattica, ma dopo il voto …

Dopo il voto le cose cambiano. Il Movimento 5 Stelle, per la verità, dopo le elezioni del marzo 2018 ha cercato di mantenere le proprie posizioni ed in effetti è stato formato un Governo proprio in extremis e con una formula inedita per il nostro Paese, quella del “contratto di Governo”.

Una formula singolare, si costituisce il Governo con un’altra formazione politica, ma su basi contrattuali, ossia non c’è una vera coalizione di Governo, ma un esecutivo basato su un accordo preordinato.

Così è nato il Conte 1 ed in effetti il Movimento non ha dato l’impressione di appiattirsi sul partito col quale aveva costituito il Governo, in questo caso la Lega.

E’ con la nascita del Conte 2 che le cose sono cambiate.

Il Governo giallorosso, infatti, è stato estremamente diverso dal Conte 1, proprio perché non è nato con gli stessi presupposti.

Ossia non è stato fatto un contratto di Governo, quello Giallorosso è stato un vero e proprio Governo di coalizione, prova ne è che oggi noi tutti consideriamo il Movimento 5 Stelle un partito di sinistra.

Ed oggi il Movimento 5 Stelle non è solo ritenuto dalla maggioranza della popolazione, ma è a tutti gli effetti un partito di sinistra. 

Potremmo portare mille esempi dell’appiattimento che il Movimento ha avuto sulle posizioni care al PD, ne cito un paio per tutte, l’accettazione quasi entusiastica e comunque senza riserve del ddl Zan, oltre alle discutibilissime decisioni in campo sanitario del Ministro Speranza che hanno portato a restrizioni senza precedenti della libertà nel nostro Paese.

Grillo ha capito una cosa, se vogliamo banale da capire, ossia che se Conte avesse preso in mano il Movimento 5 Stelle in poco tempo il Movimento 5 Stelle in poco tempo sarebbe stato inglobato dal Partito Democratico, se si deve scegliere tra l’originale e la copia si sceglie sempre l’originale.

In altre parole Conte avrebbe fatto da traghettatore dei voti pentastellati in direzione PD, e questo Grillo non poteva permetterlo.

Tuttavia, ripeto, è lo stesso Grillo il maggior artefice di quello sciagurato Governo Movimento 5 Stelle Partito Democratico, quindi non si può tirar fuori ora, tuttavia, anche se a scoppio ritardato, la sua è comunque una bomba che non lascerà intatto l’attuale quadro politico.

Cosa farà ora Conte? Un nuovo partito? Sarebbe inviso a tutti, sia al Movimento 5 Stelle che al PD che vedrebbe confluire una parte del suo elettorato proprio verso il nuovo partito di Conte. 

Insomma il Movimento 5 Stelle non andrebbe incontro ad una scissione, cosa già avvenuta, ma ad una vera e propria frantumazione con esiti non facilmente pronosticabili.

Molti italiani infatti, almeno così dice la vulgata comune, non sarebbero contenti della cosiddetta balcanizzazione del panorama politico, ossia la creazione di nuovi partiti politici, ma … ma è proprio così?

Io penso proprio di no!

Prova ne è che tutti i sondaggi sull’orientamento politico degli italiani convergono su un punto del quale assolutamente non si parla, ossia che di gran lunga il partito italiano di maggioranza è quello dell’astensione, sembra proprio che 4 italiani su 10 non abbiano intenzione di recarsi alle urne o comunque annullerebbero la loro scheda.

Ed allora se il 40% degli italiani non intendono esprimere il proprio voto significa evidentemente che non si sentono rappresentati da alcun partito, ed allora io leggo questo dato come la voglia, il desiderio, di una parte cospicua del Paese, di una forza politica innovativa che indichi chiaramente i propri obiettivi principali e che così non si riveli poi una delusione totale come accaduto con il Movimento 5 Stelle.

Voi, cari ascoltatori, sapete come la penso, io ritengo che si debba indicare alla popolazione un chiaro obiettivo e su quello chiedere il voto. 

Non è quindi solo una questione di un rinnovamento di persone, ma un rinnovamento di obiettivi.

E voi capite bene qual è quello che ritengo non solo l’obiettivo principale da raggiungere, ma l’obiettivo unico da raggiungere.

Oggi le delusioni che, sotto questo punto di vista, hanno riguardato in particolare la Lega ed il Movimento 5 Stelle hanno aperto vere e proprie praterie per chi continua a ritenere l’Unione europea la madre di tutti i nostri mali.

Ed allora mi auguro che l’opinione pubblica non si lasci vincere dallo sconforto e che si possa imporre una nuova forza politica, non solo credibile, ma soprattutto seria, responsabile ed autorevole, in grado di risvegliare le coscienze attualmente sopite.

Forse siamo all’ultima chiamata, non sprechiamola.