Vendita bond italiani: il debito tra Germania e Italia sale

il debito pubblico si inasprisce mentre gli investitori svendono i bond italiani. La Banca Centrale Europea ha aiutato con il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) ma anche questo sostegno verrà a mancare nel marzo 2022.

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Il calibro che aiuta a comprendere i rischi associati con il possedere bond italiani è salito ad una cifra record rispetto ai valori dell’intero 2021 proprio la settimana scorsa. Questo aumento è stato causato da un crescente scetticismo sull’effettiva possibilità e forza del sostegno dato dalla Banca Centrale Europea a debiti governativi più rischiosi.  

I bond dell’Eurozona sono stati travolti in una svendita globale di debiti che ha caratterizzato la prima settimana di novembre. I broker scommettono sul fatto che presto l’inflazione costantemente gonfiata porterà la Banca Centrale Europea ad alzare i tassi di interesse che erano rimasti ad un minimo storico per oltre un anno.   

La vendita dei titoli si è intensificata al mattino di giovedì scorso durante l’incontro della BCE, nonostante Christine Lagarde, presidente della banca centrale, insistesse nel dire che gli aumenti nei tassi del 2022 non erano coerenti alla norma. Le pressioni sono aumentate specialmente sui bond emessi dalle nazioni della periferia altamente indebitata dell’eurozona.  

Il rendimento extra o lo spread richiesto dagli investitori per comprare il debito decennale italiano invece che l’equivalente tedesco notoriamente più sicuro e stabile, e anche considerato da tempo il barometro del rischio dell’eurozona, si è allargato fino ad un livello senza precedenti a partire dall’ottobre 2020 con 1.37 punti percentuali. In settembre il valore era persino inferiore al punto percentuale. 

Sempre meno fiducia nei bond italiani 

Gli analisti hanno dichiarato che la conferma da parte di Lagarde arrivata settimana scorsa che il programma di acquisto dei bond dell’era della pandemia e dal valore di 1,85 trilioni di euro, nominato PEPP, si sarebbe concluso nel marzo 2022 ha ulteriormente tolto fiducia nei bond italiani.  

Negli stessi giorni, anche altre nazioni come Spagna, Portogallo e Grecia hanno visto il loro spread espandersi rispetto a quello della Germania.   

Altri esperti hanno confessato che la festa nazionale di molti paesi europei del primo novembre, tra cui l’Italia, potrebbe aver contribuito a delle condizioni di trading piuttosto tranquille che ha portato ad una esacerbazione delle mosse di mercato lunedì scorso. 

Chris Attfield, stratega delle tariffe europee HSBC, ha parlato con il Financial Times al riguardo:  

“Con un mercato che si trova adesso ad affrontare un futuro dove la PEPP sta andando via e un minore allentamento monetario è molto probabile può essere considerato forse naturale che ci si chieda quanto appoggio riceveranno gli spread dalla BCE nel futuro. Questa mossa di allargamento potrebbe funzionare.” 

Il debito pubblico italiano 

Con la sua politica spesso instabile e prestiti pari a più del 150% del proprio prodotto interno lordo, l’Italia è stata spesso il punto debole che ha causato le preoccupazioni degli investitori e il dubbio sulla sostenibilità del debito nell’Unione Europea. 

Subito dopo un breve picco negli oneri finanziari avvenuto durante le prime fasi della pandemia, i bond emessi dalla terza economia maggiore dell’eurozona, ovvero l’Italia, sono stati quelli che hanno ricevuto maggior supporto dalla Banca Centrale Europea. 

Nonostante il recente aumento, lo spread decennale rimane molto sotto gli oltre 2.8 punti percentuali raggiunti nel marzo scorso, se non si considerano i 5 punti percentuali raggiunti durante il periodo peggiore della crisi del debito dell’eurozona avvenuta dieci anni fa.   

Alcuni investitori dicono che la banca centrale riuscirebbe anche ad intervenire se la vendita attuale accelerasse. Sotto la PEPP, infatti, la BCE ha la flessibilità di rafforzare le vendite per prevenire “un irrigidimento delle condizioni di finanziamento” 

Questa caratteristica, come alcuni gestori di fondi hanno suggerito, verrà mantenuta nella versione aumentata del suo normale acquisto di beni che dovrebbe andare a sostituire il piano attuale nel prossimo marzo. 

Sui bond italiani si è anche espresso Mohammed Kazmi, un portfolio manager presso la Union Bancaire Privée:  

“Per la BCE i bond italiani sono probabilmente l’indicatore chiave delle condizioni di finanziamento. Se dovesse arrivare un ulteriore allargamento a partire dalle condizioni attuali, possiamo auspicare che la BCE entrerebbe in gioco e comprerebbe.” 

Turbolenze nei mercati di debito 

Uno stallo fra i broker di bond europei e la banca centrale ha però scatenato delle turbolenze nei mercati di debito.  

Le misure della volatilità per l’investment grade europeo e il credito inesigibile e i bond italiani hanno toccato dei picchi mai raggiunti nei passati mesi. Un’obbligazione societaria ETF (Exchange-Trade Fund) di iShares, il fondo di credito più grande d’Europa, ha dovuto sopportare una delle più grandi oscillazioni da aprile.   

I trader sono fra l’incudine e il martello per via di continue scommesse su quando i policy maker cominceranno ad aumentare i tassi di interesse e se l’incessante pressione dell’inflazione riuscirà alla fine a forzarli ad agire. 

Come accennato precedentemente Christine Lagarde aveva respinto le aspettative che ci sarebbe stato un aumento nel prossimo anno, il mercato monetario riflette ancora 10 punti base di restringimento.   

Forte rendimento dei titoli di Stato incrementa la volatilità delle obbligazioni societarie  

Parla anche Maria Staeheli, una senior portfolio manager presso la Fisch Asset Management che controlla 13 miliardi di franchi svizzeri (14,3 miliardi di euro):  

“Il mercato potrebbe essere leggermente spaventato dallo sfondamento dell’inflazione. In aggiunta è anche il periodo dell’anno in cui la liquidità comincia a diminuire.” 

I trader sono anche nervosi per via dei cambiamenti in atto in altre banche centrali. L’Australia ha dato inizio alle tensioni la settimana scorsa con i funzionari che si sono piegati alle pressioni di mercato e hanno abbandonato la policy di controllo della curva di rendimento. 

Mercoledì 3 la Federal Reserve ha annunciato di rinunciare allo stimolo. La Bank of England invece si sarebbe riunita di lì a poco.  

“Le banche centrali sono in trappola” ha commentato Althea Spinozzi, una esperta di reddito fisso della Saxo Bank A/S. “Qualsiasi mossa facciano, qualsiasi tipologia di tassi decidano di applicare la volatilità aumenterà.E”  

Il rendimento a singhiozzo è stato così segnante che i fondi speculativi della Balyasny Asset Management così come quelli della BlueCrest Capital Management hanno limitato o addirittura interrotto le scommesse di alcuni trader man mano che le perdite si accumulavano.  

Alcuni dati sui bond e il debito pubblico 

Un indice Bloomberg per debiti ad alto rendimento europei ha raggiunto la volatilità più alta dal luglio 2020. Per i debiti non esigibile era invece il più alto da marzo. Per l’Italia le oscillazioni erano le più alte dal giugno 2020 

Molti investitori incentrati sul credito hanno coperto i loro rischi sui tassi di interesse cercando così di ripararsi delle turbolenze di mercato che arriveranno inevitabilmente. Ma secondo Shanawaz Bhimji, un dipendente della ABN Amro Bank NV ed esperto di reddito fisso, il compenso che riceveranno dallo spread sarà irrisorio. L’esperto ha dichiarato: 

“Non è rimasto molto e per la verità gli spread dei mercati più ampi sono un po’ troppo ricchi rispetto a dove noi vediamo che l’economia andrà considerando uno scenario con un’inflazione temporanea.” 

Gli spread ad alto rendimento si sono assottigliati fino a soli 87 punti base, soli a soli 5 punti dal minimo toccato nei passati 3 anni e mezzo secondo gli indici della Bloomberg. Nel frattempo, le cedole medie tra i bond investment grade si trovano al loro nadir con l’1,41%. Le obbligazioni societarie sicure tendono ad essere più sensibili a cambiamenti di rendimento dei titoli di Stato dato che hanno una durata più lunga.  

Vincent Benguigui, senior credit portfolio manager presso l’azienda internazionale Federated Hermes ha dichiarato: 

“Tutto ciò che è sensibile ai tassi è interessante. Noi vogliamo ridurre la nostra sensibilità rispetto ai tassi e anche la nostra esposizione rispetto alle tariffe il più possibile.”  

Debito pubblico e bond nell’EMEA  

Gli investitori del mercato di credito europeo si stanno focalizzando su una sfilza di offerte e redditi provenienti dalle banche mentre cercano di superare i risultati e le decisioni dell’incontro della Federal Reserve.  

Alcuni avvenimenti degli ultimi giorni sono che almeno cinque emittenti hanno siglato degli accordi giovedì scorso per almeno 3,2 miliardi di euro che includono prodotti ad alto rendimento e costruzioni. I bond di Alstria, società di investimenti tedesca nel settore immobiliare, sono caduti dopo un’offerta della Brookfield Asset Management per acquisire l’azienda. 

Credit Suisse ha anche annunciato che restringerà la sua banca di investimenti e sposterà più risorse nel dipartimento di wealth management in un tentativo di riorganizzazione dopo un anno tumultuoso.  

Bond, debito pubblico e investimenti in Asia 

I bond e azioni della Kaisa Group Holdings Ltd. sono caduti dopo che un prodotto relativo al wealth management garantito dall’azienda ha mancato una scadenza. Il debito ad alto rendimento della Cina è caduto nuovamente con il rendimento che ha raggiunto il 21%. 

La situazione americana  

La Federal Reserve ha annunciato un piano per assottigliare lo stimolo come ci si aspettava ma ha segnalato che sarà paziente nell’alzare i tassi d’interesse. Le azioni US hanno raggiunto picchi record e la curva di rendimento della Tesoreria si è impennata.   

Per quanto riguarda l’attività di prestito si è osservato un panorama più vivace con almeno quattro nuovi “prestiti a leva” tra cui si nota un accordo di acquisizione da 550 milioni di dollari per la Howden Group Holdings e un rifinanziamento di 910 milioni di dollari per CHG PPC Parent LLC.

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