Bonus, ecco chi li sta pagando! Non lo sospetteresti mai!

L'avevamo detto in tempi non sospetti. I bonus ed i contributi a fondo perduto sarebbero serviti unicamente a tenere a galla qualcuno.

L’avevamo detto in tempi non sospetti. I bonus ed i contributi a fondo perduto sarebbero serviti unicamente a tenere a galla qualcuno. Il reddito di cittadinanza non ha sortito gli effetti che il Movimento 5 Stelle sperava: più che per aiutare le persone a trovare lavoro, è servito per creare un unico e grande popolo che vive alle spalle dello Stato. Peccato che se non c’è qualcuno che lavora e che produce, che ogni giorno vende e fattura, prima o poi mancano i soldi per pagare i bonus ed il reddito di cittadinanza di turno. Se non c’è qualcuno che paga le tasse, non ci sono i fondi per mantenere i parassiti.

L’Italia è il paese delle contraddizioni. C’è molta confusione anche nel mondo politico, che tenta unicamente di rimanere a galla, nella speranza di riuscire a raggiungere i termini per ottenere la pensione. Gli atti dei veri governi, poi, si susseguono a ritmo serrato, tanto che in Italia si cambia Consiglio dei Ministri ogni 17 mesi. L’arrivo di Mario Draghi avrebbe dovuto portare un po’ di lustro, ma per il momento le uniche vittorie che il nostro paese è riuscito ad ottenere sono state quelle in ambito sportivo. Per il resto? Poco o niente, siamo ancora tutti vittime di una pandemia, che rischia di mettere in ginocchio economicamente le persone più fortunate che non si sono malate.

Bonus e tasse, ecco come mettere in ginocchio un paese!

L’arrivo del premier Mario Draghi aveva fatto sognare molti italiani e la maggior parte dei politici. Era l’umo giusto al posto giusto. Arrivato in un momento drammatico, ad un anno dallo scoppio della pandemia, avrebbe dovuto avere un ruolo attivo nel portare il nostro paese fuori dalla crisi sanitaria ed economica nella quale si era infilato.

Il sogno, poi, di molti osservatori sarebbe stato quello di associare tre argomenti sostanzialmente molto differenti tra loro, ma che avrebbero potuto costituire il futuro dell’Italia: premiare il merito, perseguire la lotta all’evasione fiscale e coordinare la transizione ecologica. Tre tasselli molto importanti, sui quali si sarebbe potuto costruire la ripresa post pandemia. Ma soprattutto un cambio ideologico, laddove si voglia anche andare a premiare il merito. In questa sede ricordiamo che non sempre il merito è associato a dei redditi decenti, che sono prodotti da un duro lavoro, da una forte abnegazione e da un’infinità di doveri. In questa giungla di persone soffocare da mille impegni, ma super preparate e stipendiate poco e male. E poi, giusto per completare il quadro, abbiamo il vicino di casa che se ne sta tranquillamente seduto sul divano ad incassare il suo bel reddito di cittadinanza

Ma non parliamo del commerciante, del professionista o dell’imprenditore, che vive del proprio lavoro. Paga le tasse e dopo aver investito molti denari per igienizzare la propria attività e poter accogliere gli avventori, è stato costretto a tenere chiuso per un’infinità di tempo e indennizzato con dei bonus o dei contributi a fondo perduto, misere consolazioni per compensare un obbligo imposto dall’alto.

Le tasse con le quali si pagano i bonus!

Nel nostro paese avere un reddito superiore ai 35.000 euro è sostanzialmente considerato un lusso. Nel momento in cui arrivi a guadagnare così tanto, non dovresti avere l’opportunità di fruire dei benefici pubblici. Anzi, il passo più giusto e corretto è quello di essere tassato di più, molto di più. In Italia quando si parla di redditi ci si riferisce a quelli lordi. La progressività è generalmente forte: un reddito di 35.000 euro lordi all’anno si traducono in un guadagno netto di 2.000 euro al mese. Un importo che si va a ridurre ancora, nel caso in cui si hanno dei figli che vanno a scuola, che devono utilizzare i servizi sociali per i quali è necessario pagare le rette ed i costi per tutte attività connesse.

Quante sono, sostanzialmente, queste persone privilegiate, che riescono ad avere un reddito pari a 35.000 euro lordi all’anno. Stiamo parlando di 5,5 milioni di soggetti, che costituiscono il 13,33% delle persone che presentano ogni anno la propria dichiarazione dei redditi. Sono loro, però, a pagare il 60% dell’Irpef che incassa l’erario. Le tasse che pagano risultano essere molto più alte, se si prendono in considerazione le imposte dirette e tutte le altre imposte. Qualcuno potrebbe quindi dire, che questo 13% di contribuenti che lavora paga i bonus a tutti gli altri lavoratori. E magari anche il reddito di cittadinanza al fannullone di turno. Certo, non pagano tutto loro. Ma il 60% dell’Irpef indica già in larga parte l’impegno economico che elargiscono alla società.

Da dove arrivano i soldi per pagare i bonus!

Di certo la fotografia di quanti paghino i bonus ed il reddito di cittadinanza non finisce qui. Sono 501.846 i contribuenti che presentano una dichiarazione dei redditi da 100.000 euro e costituiscono l’1,21% della popolazione italiana attiva fiscalmente. Le automobili di grossa cilindrata sono 2,5 milioni: questo significa, numeri alla mano, che almeno 2 milioni di queste appartengono a degli ereditieri. Questi contribuenti, grazie alla mini riforma fiscale varata da Mario Draghi, riusciranno a risparmiare 270 euro ogni anno. Alcuni politici avrebbero voluto congelare anche questo piccolo risparmio, per darlo sotto forma di sconto in bolletta energetica a quanti avessero dei redditi più bassi. A beneficare di questa iniziativa, se fosse passata, sarebbero stati i contribuenti che dichiarano 10.000 euro lordi annui e che pagano, complessivamente, meno di cinque miliardi di Irpef ogni anno. Ma che costano di sanità oltre 51 miliardi di euro ogni anno. La differenza provate ad indovinare che la paga? Giusto, chi ha i redditi più alti con le proprie tasse.

Questo significa, che tramite i bonus, tramite il reddito di cittadinanza o garantendo i fondi per la sanità tramite le tasse, i pochi ricchi – ritenuti tali solo dal fisco, perché avere uno stipendio da 2.000 euro al mese netti non è da ricchi, anche se è buono – pagano i servizi a tutto il resto della popolazione.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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