Didattica a distanza nelle scuole: la misura fa discutere!

La didattica a distanza è nuovamente realtà per molte scuole, ma arriva il pericolo psicologico: 1 su 4 giovani in difficoltà per il Covid-19!

La didattica a distanza, anche se non è applicata in tutta Italia a livello generale, comunque viene scelta come soluzione per affrontare la nuova diffusione del virus Covid-19. Con la didattica a distanza gli studenti seguono le lezioni online garantite dagli insegnanti tramite strumentazione tecnologica, come computer e tablet.

Un ritorno a questa modalità di formazione tuttavia sta mettendo in luce non poche conseguenze, soprattutto a livello psicologico. Come riporta Today.it, le conseguenze psicologiche dell’emergenza sanitaria, dell’isolamento, e in parte della didattica a distanza sono piuttosto diffuse:

“L’incidenza di depressione e ansia fra gli adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia di Covid-19 e questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi.”

La salute psicologica dei giovanissimi è in pericolo, in Italia e nel mondo. La causa primaria è il protrarsi della diffusione del virus e l’applicazione, ancora nel 2022, di misure per la tutela della salute. Molti dichiarano che la didattica a distanza abbia peggiorato la condizione psicologica dei giovani, già negli anni scorsi.

Tuttavia ora l’allarme sulla salute mentale dei giovani è arrivato ad una soglia critica: un giovane su 4 soffre di disturbi come la depressione, o l’ansia, per via della situazione pandemica. La didattica a distanza non è l’unica motivazione per cui i giovani al momento si trovano in difficoltà, tuttavia molti chiedono il ritorno in presenza.

Didattica a distanza: il punto di vista dei pediatri

Sulla didattica a distanza in Italia si sono espressi recentemente molti pediatri, che seguono la salute complessiva di bambini e giovanissimi. In particolare la Sicupp, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche, chiede di riformulare nuove regole per la gestione delle quarantene, che al momento penalizzano troppi giovanissimi.

In particolare, si richiede di modificare le attuali regole che impongono la quarantena estesa alle classi in cui sono presenti soggetti a rischio Covid-19. Secondo il punto di vista dei pediatri, l’applicazione della didattica a distanza per diversi giorni o settimane va a debilitare i giovanissimi, soprattutto i più fragili, dal punto di vista psicologico.

Si tratta di una conseguenza infelice all’applicazione della didattica a distanza con formazione da remoto a cui già in passato si è assistito: molti bambini e giovanissimi si sono trovati nella situazione di impossibilità di seguire la formazione a causa per esempio della mancanza di tecnologia sufficiente in casa.

Molti giovani si sono adattati alla formazione da remoto, ma anche molti insegnanti si sono aggiornati per poter garantire una continuità alle lezioni. Tuttavia seguire una lezione in presenza è molto diverso rispetto ad una lezione online tramite computer.

Molti giovanissimi infatti hanno peggiorato condizioni particolari come deficit di attenzione, ansia e depressione, problemi del linguaggio e così via. In un clima di incertezza sulle nuove possibilità di diffusione del virus, la scuola ne ha risentito già negli scorsi anni. In questo primo periodo del 2022, dopo un iniziale ritorno in presenza l’anno precedente, nuovamente si rende necessaria la didattica a distanza.

Tuttavia il parere dei pediatri è chiaro: le conseguenze, sotto forma di effetti collaterali, possono essere di grandi proporzioni e provocare problematiche sul lungo periodo, soprattutto per i soggetti più fragili.

Didattica a distanza e isolamento: i danni psicologici

La didattica a distanza provoca inevitabilmente un isolamento maggiore dei giovanissimi rispetto alla didattica in presenza. Se da un lato la DaD tutela bambini e giovanissimi dal contrarre il Covid-19, dall’altro lato ha come diretta conseguenza la mancanza di socialità necessaria al corretto sviluppo.

Molti studi infatti dimostrano che in tenera età è indispensabile il confronto con gli altri, per lo sviluppo corretto del linguaggio, per la comprensione della realtà circostante e per la salute psicologica. Tutte componenti che sono necessariamente assenti in didattica a distanza.

Moltissimi giovani al momento si trovano in casa, e restano nell’ambiente domestico anche per seguire le lezioni, e l’isolamento scaturito da questa situazione è considerevole. I pediatri in particolare stanno chiedendo che anche per i più piccoli vengano seguite le regole presenti per gli studenti più grandi: regole che prevedono l’autosorveglianza e l’utilizzo delle mascherine.

I danni psicologici si riscontrano sia sui giovanissimi che sugli adolescenti, e i problemi derivati dal proseguire dell’emergenza sanitaria non sono indifferenti. Come riporta un articolo recente di Ansa.it, sale la probabilità nelle fasce giovanili di incorrere in problemi psicologici di diverso tipo:

“La probabilità di disturbi mentali è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi che più dei bambini, spiegano gli psichiatri, hanno risentito delle restrizioni che non hanno consentito di vivere in serenità e assieme ai coetanei momenti fondamentali della crescita.”

I danni psicologici sul breve e lungo periodo sono una realtà da non sottovalutare, specialmente a causa dell’isolamento provocato da didattica a distanza e misure restrittive.

Didattica a distanza: come funziona per le scuole

Al momento la didattica a distanza e le quarantene sono gestite in modo differente in base al tipo di istituto scolastico. Per le scuole dell’infanzia le norme stabiliscono che se nella classe si riscontra un caso di positività al Covid-19, l’intera classe deve porsi in quarantena per un periodo di 10 giorni, e di conseguenza tutte le attività in queste scuole per queste classi vengono sospese.

Si tratta in questo caso della misura più stringente per la tutela del Covid-19, che può portare a periodi anche piuttosto lunghi di stop per l’intera classe. Per la scuola primaria le norme sono meno stringenti: nel caso in cui in una classe è presente un soggetto positivo al Covid-19, si procede con test rapidi o molecolari, e la quarantena è la soluzione solamente nel caso in cui i soggetti positivi sono due o più di due.

Questo è il caso di svolgimento della didattica a distanza, per il periodo di quarantena di 10 giorni della classe. Quarantena e didattica a distanza destinate anche per le scuole medie e superiori. In questi istituti è attiva l’autosorveglianza, con l’utilizzo di mascherine Ffp2 durante le lezioni in presenza.

In questi casi c’è una distinzione tra chi è vaccinato e chi non è vaccinato: per chi non è vaccinato, o per la cui efficacia del vaccino è terminata secondo il periodo previsto, le lezioni si svolgono esclusivamente in didattica a distanza. In tutti gli altri casi, i vaccinati continuano in presenza seguendo le norme per la tutela della salute.

Tuttavia è prevista la quarantena anche per le scuole medie e superiori: nel caso in cui vengono riscontrati tre soggetti positivi all’interno della stessa classe, si applica la quarantena per almeno 10 giorni, con didattica a distanza estesa a tutti. Come è facile intuire, queste modalità di tutela della salute dal Covid-19 possono avere come diretta conseguenza la frammentazione della formazione, complessa da gestire anche per i docenti. 

Didattica a distanza: nuove norme?

La situazione attuale tuttavia ha portato a diverse criticità: dall’insorgere di problemi di natura psicologica diffusi, all’aumentare dell’isolamento sociale per i giovani, alle difficoltà per insegnanti e famiglie nella gestione della didattica a distanza.

Al momento in molte regioni italiani si richiedono nuove norme per lo svolgimento della didattica a distanza e per l’applicazione delle quarantene. Norme che tengano conto anche dei giovanissimi, che secondo le attuali disposizioni sarebbero i più svantaggiati.

Le proposte per il momento, che presto potrebbero diventare realtà, vanno nella direzione di uno stop alla didattica a distanza e delle quarantene per tutti gli studenti che sono stati vaccinati con tre dosi di vaccino, suggerendo di applicare la DaD solamente per i soggetti positivi.

Il dibattito continua sulle possibili modifiche alle norme, soprattutto perché attualmente molti giovani sani rimangono a casa, seguendo la didattica a distanza, a fronte di pochi positivi al Covid-19. In alternativa alcune proposte chiedono di ridurre i giorni di quarantena effettivi, che al momento sono 10.

Si prevede secondo questa ipotesi che le giornate di quarantena possano scendere a 5 per tutti gli studenti, giovani e giovanissimi. Tra richieste, polemiche e petizioni firmate, al momento ci sono buone possibilità che queste richieste vengano accolte, tuttavia bisognerà attendere le prossime decisioni in merito.

Infine, una richiesta arrivata da diverse scuole e enti che tutelano la salute dei giovanissimi è quella di semplificare le modalità di applicazione di quarantene e didattica a distanza, uniformando le regole in modo che siano uguali per ogni tipologia di istituto scolastico.

Didattica a distanza e psicologia 

Un elemento da considerare infine sono le vaccinazioni: molti giovanissimi sono già stati vaccinati con due o tre dosi, per cui il rischio sarebbe minore in molti istituti. Oltre alla salute psicologica dei giovanissimi, si riscontra anche in molti casi un calo della qualità della formazione, inevitabile a causa della mancanza di continuità con l’alternarsi di didattica in presenza e didattica a distanza.

Un calo che sul lungo periodo potrebbe comportare conseguenze disastrose in termini di formazione dei giovani italiani, che di fatto costituiscono il futuro del paese. Inoltre una considerazione da fare riguarda i servizi di psicologia disponibili sul territorio: spesso le famiglie non hanno fondi sufficienti per garantire alcune sedute psicologiche ai propri figli, necessarie in molti casi come supporto aggiuntivo in un periodo così complesso.

L’anno scorso si era ipotizzata l’introduzione di un bonus psicologo proprio per sostenere anche i giovani italiani, in casi di ansia, depressione e isolamento sociale. Tuttavia per quest’anno il sostegno è stato eliminato, e c’è da chiedersi se tornerà in luce nei prossimi mesi.

Molti si chiedono se un bonus così importante potrà essere introdotto per salvaguardare la salute psicologica dei giovani impegnati nella formazione da casa, ma non solo, anche per tutte quelle famiglie che si sono trovate in una situazione di disagio a causa della pandemia, per diversi motivi. Tuttavia per questo bonus al momento non ci sono prospettive.

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