Caccia cinesi su Taiwan: allarme sull’isola!

L'isola di Taiwan viene di nuovo messa alla prova dalle minacce della Cina che la considera ancora una sua provincia. Taiwan difenderà la sua sovranità.

Poche settimane fa la Cina ha fatto allarmare ancora una volta l’isola di Taiwan effettuando una delle più grandi incursioni aeree all’interno dell’area di difesa taiwanese da ottobre.  

Negli ultimi anni, infatti, il People’s Liberation Army (Esercito Popolare di Liberazione), nome ufficiale delle forze armate della Repubblica Popolare Cinese e del Partito Comunista Cinese ha aumentato le sue missioni, che vengono chiamate ufficialmente esercitazioni, ad una frequenza ormai quasi giornaliera come riportato dal Guardian

L’aviazione militare cinese ha fatto, infatti, volare 39 aerei in totale nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan. La flotta comprendeva 34 caccia, un caccia bombardiere, due aerei da guerra elettronica e due aerei per la raccolta di informazioni. L’incursione ha proprio coperto l’area dello stretto di Taiwan ed ha avuto luogo il 30 gennaio. 

La risposta di Taiwan alle provocazioni della Cina

Il ministero della difesa taiwanese ha comunicato che l’atto aveva portato ad un ordine di intervento aereo in risposta, avvertimenti via radio ai piloti della People’s Liberation Army (PLA) e schierato sistemi di difesa millistica per monitorare la situazione e l’attività delle forze aeree cinesi. 

L’aumento nelle “esercitazioni” dell’esercito cinese non ha caratterizzato solamente l’ultimo periodo, ma ha tenuto in tensione l’isola di Taiwan ormai negli ultimi anni. 

Alcune delle azioni più massicce da parte della Cina sono state le incursioni dell’ottobre 2021 in cui quasi 150 aerei sono stati inviati nei cieli taiwanesi nel giro di soli quattro giorni, battendo i record precedenti e coincidendo con il Giorno Nazionale Cinese, una delle feste più importanti e patriottiche per il gigante dell’Oriente.   

Dove è stato avvistato l’aereo?

Il volo dei caccia ha sfiorato le tanto disputate Pratas Islands e anche la linea mediana, un confine non ufficiale con una lunghezza specifica che passa lungo lo Stretto di Taiwan e che delimita l’isola principale di Taiwan e la Cina continentale.  

Il tacito accordo che era perdurato per così lungo tempo per cui la linea mediana veniva riconosciuta come linea di demarcazione era stata mandata però già all’aria nel 2020 quando un portavoce del ministero degli esteri cinese aveva detto che non esisteva nulla del genere.  

Nessuna missione cinese ha mai oltrepassato quella linea tra la sua dichiarazione da parte delle forze militari americane nel 1955 e il 1999, e sono rimaste estremamente rare negli anni successivi. Nel settembre 2020 Taiwan aveva accusato la Cina di aver fatto volare decine di aerei oltre la linea dopo una visita fatta dall’alto funzionario statunitense Keith Krach

Non solo aerei militari 

Sempre la stessa domenica del 30 gennaio, il Financial Times aveva anche riportato come la Cina avesse permanentemente stabilito la presenza di almeno una nave da guerra nelle acque tra le isole meridionali del Giappone e Taiwan per almeno i passati sei mesi, la prima volta che la Cina agisce così nella zona ad oriente delle isole, tra Taiwan e il Pacifico. 

Pechino considera ancora Taiwan una provincia della Cina e non ha ancora completamente lasciato l’idea di riprendersela con la forza. I voli del PLA sullo stretto sono delle tattiche da zona d’ombra– delle strategie non troppo lontane da quelle esplicitamente belliche ma che non arrivano comunque all’innescare un combattimento. 

Molti pensano che questa tipologia di tattiche sia utilizzata dalla Cina non solo per intimidire l’isola ma anche per sfinire l’esercito taiwanese che è costretto ad innescare continuamente risposte difensive. 

Taiwan e la sua strategia

Taiwan, che è una democrazia autonoma con elezioni libere e libertà di stampa, è una nazione sovrana. In risposta alle minacce di Pechino sta rafforzando il suo esercito con l’aiuto e recenti acquisti dagli Stati Uniti in materia di armi, ciononostante il paese sta affrontando un periodo difficile.  

Agli inizi di gennaio Taiwan aveva, infatti, sospeso le esercitazioni di combattimento per la sua flotta di F-16 dopo un incidente. Il paese stava testando un modello potenziato dei suoi caccia, quando questo è andato sfortunatamente a schiantarsi in mare, presumibilmente uccidendo il pilota il cui corpo non è ancora stato trovato.  

Gli aerei cinesi comunque non hanno volato direttamente nello spazio aereo dello stato sovrano di Taiwan, questo infatti avrebbe rappresentato un atto significativo di ostilità. La Cina non ha però dato alcuna motivazione per la sua missione della domenica di fine gennaio; tuttavia, questa è arrivata solo qualche giorno dopo l’esercizio di libertà di navigazione fatto da una nave da guerra americana vicino alle disputate isole Paracel.  

Le forze americane e giapponesi intorno a Taiwan

Le forze navali, sia degli Stati Uniti che sia del Giappone, stavano anche conducendo altre esercitazioni nel mare delle Filippine nel weekend della missione cinese. La US Pacific Fleet ha dichiarato che le esercitazioni avevano incluso anche due gruppi di portaerei che stavano “conducendo degli addestramenti per preservare e proteggere un oceano Indo Pacifico libero e aperto”.  

Nuove incursioni negli ultimi giorni

Ma le incursioni da gennaio non si sono fermate. Un velivolo è stato avvistato mentre volava a 30 metri dal livello del mare nello spazio aereo di Taiwan (Air Defense Identification Zone- ADIZ). Alcuni media hanno ipotizzato che fosse un elicottero d’attacco cinese questo mercoledì 16 febbraio. 

Il Liberty Times ha riportato che un secondo velivolo della Chinese People’s Liberation Army Air Force (PLAAF) ha penetrato il settore sudovest della ADIZ nella mattina di mercoledì insieme all’elicottero. Tuttavia, il ministero della difesa nazionale taiwanese non ha ancora pubblicato alcuna dichiarazione riguardo l’incursione.  

Il primo velivolo è apparso nei radar alle 7:54 a quota 2500 metri ma il secondo, comparso alle 9:14, è stato visto volare appunto a soli 30 metri. Come riferito precedentemente si pensa che il secondo velivolo fosse un elicottero d’attacco, o forse un cargo. In ogni caso non è la prima volta che degli elicotteri WZ-10 entrano nella ADIZ, un altro avvistamento, infatti, era stato fatto ad ottobre 2021. 

Dall’inizio del 2022, il ministero della difesa ha riportato 173 aerei cinesi che sono entrati nella ADIZ in 32 giorni diversi. Alcuni esperti si sono espressi al riguardo dicendo che il ministero dovrebbe revisionare le proprie regolamentazioni e mettere in campo maggiori risorse per l’esercito così che possa rispondere al meglio all’avvicinamento di veicoli stranieri ai confini di Taiwan.     

Chie Chung (揭仲), un ricercatore associato presso la National Policy Foundation, ha detto in un’intervista che la Cina potrebbe aver utilizzato anche in passato degli aerei civili deliberatamente per testare le difese e i meccanismi di risposta di Taiwan. La CNA ha comunicato anche che il tragitto inusualmente a bassa quota seguito da questi aerei potrebbe essere servito ad evitare i radar. 

Chung ha poi aggiunto che crede che questi incidenti non siano molto diversi dalle incursioni nella ADIZ portati avanti dalla Cina nelle zone sudoccidentali dell’isola e che anche questi facciano parte delle tattiche da zona d’ombra di Pechino.  

Secondo Su Tzu-yun (蘇紫雲), un senior analyst dell’Institute for National Defense and Security Research, il volo ravvicinato di un aereo civile avvenuto recentemente non è però parte delle strategie di Pechino, anche se nulla può essere escluso definitivamente al momento. Secondo l’esperto, potrebbero esserci state diverse opzioni: l’aereo potrebbe essersi perso, il pilota potrebbe aver commesso un errore o il volo aveva effettivamente obiettivi militari.      

L’analista ha anche raccomandato che l’esercito modifichi le sue regolamentazioni in base alle regole date dalla International Civil Aviation Organization e che vengano acquistati laser o luci forti per utilizzarle come soluzioni non letali per dissuadere aerei civili ad entrare nello spazio aereo di Taiwan.  

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