Calenda scalda i muscoli

Quale possa essere il mio giudizio politico su Carlo Calenda, potete ben immaginarlo, anche se, per la verità, sono sempre sospettoso quando in alcune trasmissioni televisive ho visto che veniva dipinto come lo stupidotto.

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Quale possa essere il mio giudizio politico su Carlo Calenda, potete ben immaginarlo, anche se, per la verità, sono sempre sospettoso quando in alcune trasmissioni televisive ho visto che veniva dipinto come lo stupidotto.

Occorre infatti riconoscere che alle ultime elezioni a livello nazionale, ossia le europee del 2019, Calenda è stato il candidato che PD che ha avuto il maggior numero di preferenze.

Ricordo che per le europee esistono ancora le preferenze e non quei maledetti listini bloccati del Rosatellum, la legge elettorale con i quale voteremo il prossimo 25 settembre.

Calenda ha avuto 272.374 preferenze nella circoscrizione Nord Est, non una circoscrizione facile per i candidati del PD, perché è vero che comprende la regione Emilia Romagna, ma poi il triveneto, ossia Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, insomma non regioni tradizionalmente favorevoli al PD.

Ma non solo, quelle elezioni furono stravinte dal Centrodestra con la Lega che ha fatto il pieno dei voti, il 41% nel nordest, mentre furono elezioni davvero fallimentari per il Centrosinistra.

E Calenda ripeto, fu il candidato che ebbe il maggior numero di preferenze, superò anche l’altro candidato forte del Centrosinistra che si presentava nella circoscrizione Nord Ovest, l’ex Sindaco di Milano Pisapia. Ed attenzione il numero di elettori nella circoscrizione Nordovest è decisamente superiore a quella di Nordest.

Quindi occorre riconoscere che Calenda è riuscito catalizzare un gran numero di preferenze, non va sottovalutato.

Ed anche oggi al suo partito, Azione, i sondaggi attribuiscono percentuali molto superiori al partito di Renzi, Italia Viva, nonostante il partito di Renzi possa ancora contare, ancora per poco fortunatamente, di un cospicuo numero di parlamentari.

E nonostante la copertura mediatica nei confronti di Renzi sia decisamente superiore rispetto a quella riservata a Calenda. 

Insomma, io ne penso tutto il male possibile, ma va riconosciuto a Calenda di aver costruito un partito dal nulla, uscendo praticamente da solo dal PD, non come Renzi che ha fatto un partito dalla scissione del PD portando con se un certo numero di parlamentari.

Oggi Azione, il Partito di Calenda, imbarca dei transfughi da Forza Italia, non deve vantarsi per questo, ma senza dubbio anche questo è un segnale, ossia è un partito che può permettersi di fare campagna acquisti, significa cioè che ha ancora posti disponibili per le candidature.

Quasi tutti i partiti, invece, sono costretti a ridurre il numero dei candidati, certamente per il taglio dei parlamentari, ma anche perché saranno molti i partiti che vedranno ridurre la propria presenza in Parlamento.

Ma arriviamo al perché di questo video. Ovviamente tutti voi sapete che Calenda, dopo aver stipulato un patto elettorale con Enrico Letta ieri ha annunciato lo scioglimento di quel patto che prevedeva il 70% al PD ed il 30% ad Azione, o meglio, ad Azione e +Europa.

Il motivo della rottura ufficialmente è che successivamente Letta ha fatto un analogo accordo con Sinistra Italiana ed Europa Verde.

Ebbene, ufficialmente Calenda giustifica il suo passo indietro ricordando che il PD dopo aver annunciato che il proprio programma avrebbe ricalcato l’agenda Draghi, ha stipulato un accordo con Sinistra Italiana ed Europa Verde, due formazioni politiche che erano all’opposizione del Governo Draghi.

Da un punto di vista, diciamo della logica, possiamo pure dire che “ci sta”, nel senso che l’argomentazione di Calenda segue una certa logica, tuttavia non credo sia quello il motivo, io penso che il vero motivo di questa rottura sia nella matematica.

Sì nella matematica. Semplicemente perché 70% + 30% fa 100%, quindi … tutto esaurito, non c’è posto per altri. Se invece si fanno accordi anche con Sinistra Italiana ed Europa Verde è chiaro che occorre dare dei posti anche a loro.

I miei ascoltatori più attenti lo ricorderanno di certo, in uno dei miei scorsi video ho proprio sottolineato questo problema, ossia che Calenda non avrebbe mai accettato di perdere dei posti per lasciarli a Fratoianni e Bonelli.

Ho ipotizzato che sarebbe andato da Letta e gli avrebbe detto: se vuoi dare dei posti a quei due della sinistra glieli dai tu, dal tuo 70%, io al mio 30% non rinuncio, neanche ad un posto. 

Letta gli avrà risposto che tutti e due avrebbero dovuto lasciare qualche posto alla Sinistra, anche perché se avesse accettato il diktat di Calenda, ossia se avesse ceduto solo lui i posti a Fratoianni e Bonelli, avrebbe poi dovuto vedersela con i suoi compagni di partito del PD che non avrebbero certamente accettato di buon grado un accordo del genere.

Insomma la rottura è stata inevitabile.

Occorre ora fare una considerazione. È ovvio che per unirsi in una coalizione occorre che entrambe le formazioni politiche abbiano un vantaggio.

Ma poi c’è un altro fatto ancor più importante, ed ossia che chi, almeno nei sondaggi, supera il 3%, quindi è probabile che superando la soglia di sbarramento riesca ad entrare in Parlamento anche presentandosi da solo, è chiaro che contrattualmente ha una forza.

Chi invece rimane sotto quella soglia, quindi rischia seriamente, qualora si presentasse solo, di non essere rappresentato in Parlamento, è chiaro che invece sarebbe in una posizione di debolezza.

Questo spiega il perché mentre Calenda saluta Letta e se ne va, la Bonino, come un cagnolino da compagnia rimane ancorata a Letta.

Il fatto è che anche la Sinistra unita nei sondaggi supera il 3% e questo ha dato a Fratoianni e Bonelli maggior forza.

Nella galassia del Centrosinistra chi resta fuori?

Naturalmente Renzi. 

Il quale ora cerca di giocare le sue carte, ma il fatto che anche Italia Viva è data sotto al 3% in tutti i sondaggi non permette a Renzi di partire da una situazione di forza, al massimo può bluffare, ma ormai l’abbiamo conosciuto tutti, dopo i Bluff Renzi è a terra.