Christine Lagarde, capro espiatorio per salvare Mario Draghi

Mi ha lasciato basito, un articolo pubblicato su “Il Giornale” a firma Rodolfo Parietti, un articolo davvero singolare.

Prima di cominciare il video odierno una informazione di servizio, che ritengo importantissima, domani venerdì 17 giugno, sarò alla Festa di Italexit a Forlì, una festa che si terrà presso Villa Carolina a Vecchiazzano, cioè in pratica a Forlì. È una villa bellissima con una grande piscina, vi anticipo che io non farò il bagno, ma se avete bambini dalle 16 potranno fare il bagno, si divertiranno molto e sono certo che trascorreremo una bella giornata assieme.

Ci ritroveremo nel primo pomeriggio, è prevista anche una merenda, e dopo cena, dalle ore 20 ci saranno gli interventi di alcuni relatori, fra i quali il mio, mi riferisco a relatori di altissimo profilo, fatemi citare solo un nome per tutti, quello di una persona alla quale va la mia immensa stima ed ammirazione, il Dott. Daniele Giovanardi.

A concludere la serata dalle 22 uno spettacolo di Povia.

Comunque trovate la locandina sulla pagina Facebook di Finanza in Chiaro e su quella mia personale, troverete lì anche il numero di telefono al quale potete prenotarvi.

Io vi aspetto!

Vi chiedo scusa anche per il ritardo col quale vi informo di questa bellissima iniziativa, ritardo che è imputabile solo alla mia negligenza.

E passo quindi all’argomento del video odierno. 

Mi ha lasciato basito, un articolo pubblicato su “Il Giornale” a firma Rodolfo Parietti, un articolo davvero singolare, posso tranquillamente dire, infatti, che non si tratta di una normale critica, ma di uno spietato attacco nei confronti della Presidentessa della Banca Centrale Europea, la francese Christine Lagarde.

Raramente infatti mi sono imbattuto in un articolo nel quale viene evidenziata una feroce critica nei confronti di una persona, oltretutto di una persona che occupa una posizione di rilievo all’interno delle istituzioni europee.

Vedrete anche voi, cari ascoltatori che non sto esagerando, a cominciare dal titolo: Quella novella Maria Antonietta che non ne ha mai indovinata una e se non bastasse il titolo ecco il sottotitolo: Da capo dell’Fmi ha affossato la Grecia e ora ci prova con l’Italia. E ai francesi alle prese con il caro-benzina disse: “Andate in bici”

Non sono certamente un fautore della Lagarde, ma posso dire senza dubbio che già dal titolo, ma soprattutto dal sottotitolo è più che evidente la parzialità, la faziosità, il settarismo del giornalista.

Non si può sentire Da capo dell’Fmi ha affossato la Grecia e ora ci prova con l’Italia è chiaro, è lampante che si vuole affossare la Lagarde e contemporaneamente, non solo difendere, ma addirittura esaltare Draghi.

Perché è chiaro a tutti che ad affossare la Grecia è stato Draghi, allora Presidente della Bce e non la Lagarde che al tempo era al vertice del Fondo Monetario Internazionale.

Ma, cari ascoltatori, abbiamo appena iniziato, sentite come inizia l’articolo:

Dovevamo capirlo fin dall’inizio, da quel comunicherò col mio stile. Frase con cui Christine Lagarde, di fresca investitura alla guida della Bce, aveva da subito voluto marcare uno iato rispetto al modus comunicandi di Mario Draghi. Quello sempre stringato e tecnico, persino un poco ingessato nel lessico. Ma è da quel dire per sottrazione che si è poi dispiegata la potenza salvifica del Whatever it takes. Col suo stile, la capa della Bce continua invece a combinar disastri. 

La capa della Bce continua a combinar disastri??? Sì certo, ma fino ad oggi non ha fatto altro che seguire e mantenere in essere tutte le operazioni iniziate e poste in essere da Mario Draghi.

Ed oggi che Draghi le ha lasciato in eredità una politica monetaria folle che non poteva che originare inflazione si trova costretta a correre ai ripari, ma ripeto gli insulti che Parietti riserva alla Lagarde sono continui, sentite ancora come prosegue l’articolo:

A Madame molti attribuiscono un’indubbia abilità politica, riconoscimento peraltro non suffragato dall’infausta esperienza come ministro francese dell’Economia. È il 2008 quando sembra destinata a finire nel tritacarne: l’imprenditore Bernard Tapis fa crac, lei è presa in mezzo. Tre anni dopo, però, i giudici la fanno cadere in piedi: è colpevole di negligenza, ma la fedina penale non si macchia. Erano i tempi di Nicolas Sarkozy all’Eliseo. Erano gli anni di Christine in versione Biancaneve con sfumature masochiste: Fai di me ciò che vuoi, scrive al suo Sarko. Attrazione fatale verso il potere. Anche ora che ha messo a ferro e fuoco i mercati con la supercazzola sullo scudo anti-spread, girano voci che la vorrebbero premier di Francia. Lo sponsor sarebbe proprio Nicolas, che ne apprezza la naturale attitudine ad ascoltare tutti. Che, poi, rischia di essere il difetto capitale di chi stenta ad avere idee proprie. Christine, nata Lallouette, fatica a manifestarle. Da sempre.

La Lagarde ha la fedina penale pulita? Per Parietti solo perché la Giustizia francese la grazia, perché ha santi in paradiso, o meglio all’Eliseo.

Perlomeno Parietti riconosce una certa competenza alla Lagarde? Sono ironico, sentite probabilmente anche voi non avete mai ascoltato un attacco così violento:

Forse colpa di quelle lacune curriculari, mai colmate dopo la laurea in scienze politiche e il fallito approdo all’ENA. Di economia mastica quel che ha imparato allo studio legale Baker&McKenzie, di cui diventò presidente nel 1999. Ai tempi, in Francia, la chiamavano l’Americaine, e non per farle un complimento. Intelligente, un sorriso accattivante ma con la stessa rigidezza plastificata di chi ha praticato il nuoto sincronizzato, è sempre stata capace di fiutare da che parte tira il vento. Fino al punto di scalare, gradino dopo gradino, la sua personale stairway to heaven. Prima della Bce, c’era stato il Fondo monetario internazionale. Con Christine, il “pink power” veniva issato per la prima volta, anche grazie al priapismo di Dominique Strauss-Khan, sulla plancia di comando di una delle più potenti organizzazioni internazionali. Non furono anni memorabili. Di quell’inclinazione perpetua a cambiare carreggiata ne sanno qualcosa i greci. Dopo aver aperto i cordoni della borsa all’Argentina con un prestito non rimborsabile, Madame si impuntò, fra insulti reciproci (l’ellenico «Criminale» contrapposto al lagardiano Non fate i bambini), sulla proroga di una tranche di prestiti che Atene doveva restituire al Fmi. 

Il default venne sfiorato, e solo dopo arrivò il mea culpa: Abbiamo commesso un errore evidente nel calcolo dei moltiplicatori. Tradotto: non abbiamo capito una mazza sugli effetti pesantemente recessivi dell’austerity. Con la stessa frequenza dei suoi tailleur Chanel d’ordinanza esibiti in pubblico, questa tendenza all’errore ha accompagnato Lagarde in tutto il suo percorso professionale. Dallo sfondone sulla crisi dei mutui subprime (Il peggio è dietro le spalle), fino a quello sull’inflazione (È un fenomeno temporaneo). Il Covid l’ha, come dire, aiutata a non terremotare l’eurozona anzitempo grazie al varo del Pepp da 1.850 miliardi. Ma prima della pandemia, causa originaria di innesco dell’inflazione, pareva già essersi appuntata al bavero della giacca la spilla coi colori della Germania.

Insomma la sottolineatura della laurea in scienze politiche ritenuta quindi poca cosa, il lampante biasimo per la frequenza con la quale non “indossa” ma “esibisce” tailleur Chanel, sottolineatura che potrebbe risultare sessista (come se i leader politici maschi non indossassero capi firmati), ma soprattutto l’attribuire alla Lagarde tutte le colpe per quanto accaduto a livello planetario, dalla crisi dei mutui subprime all’attuale inflazione. Parietti si spinge addirittura ad attribuire alla pandemia la causa unica dell’inflazione, evidente sciocchezza visto che è sufficiente avere anche minime conoscenze in campo economico per sapere che l’attuale inflazione è la naturale conseguenza delle politiche monetarie assunte nell’ottennato di presidenza Draghi alla Banca Centrale Europea.

Ma sentiamo ora come termina l’articolo Parietti.

Si annusava l’odore di abiura del quantitative easing di SuperMario da quel non siamo qui per ridurre gli spread del marzo 2020. Da non derubricare a rango di cazzata, tipo la gaffe da Maria Antonietta con l’invito rivolto ai francesi, nel 2007, a usare la bicicletta contro i rincari della benzina. Quelle parole erano una scelta di campo. Ora, comme d’habitude, ci risiamo. Oltre ad accelerare il processo di normalizzazione della politica monetaria, viene di fatto tollerato l’allargamento degli spread. Con ciò rendendo più impervia la strada dell’aggiustamento dei conti pubblici, esponendo Eurolandia al rischio di recessione e alimentando le spinte anti-euro. Il dolce stilnovo della Lagarde sembra già far rima con crisi del debito sovrano 2.0.   

Parietti continua ad esaltare la figura di Draghi appellandolo col nickname di SuperMario, mentre scende addirittura ad un linguaggio triviale nei confronti della Lagarde.

Insomma sembra che in Italia si cerchi un capro espiatorio al quale attribuire tutte le colpe per la tempesta che ci sta per investire, e Christine Lagarde riveste perfettamente quel ruolo.

Caro Parietti, è vero l’Italia sta per essere investita da uno tsunami economico, ma a provocarlo non è stata la Lagarde, ma è stato essenzialmente Mario Draghi.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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