Christine Lagarde non ne ha la minima idea

Parla il Presidente della Bce, Christine Lagarde, ci attendiamo che sia prudente, come deve essere ogni Banchiere centrale.

Parla il Presidente della Bce, Christine Lagarde, ci attendiamo che sia prudente, come deve essere ogni Banchiere centrale, ma lascia più di qualche dubbio.

La situazione la conosciamo tutti.

L’Europa è interessata da una fase inflazionistica decisamente marcata, il paniere dei prezzi al consumo è arrivato a segnare un aumento a doppia cifra rispetto allo scorso anno, cose che non si riscontravano da quarant’anni.

Sappiamo inoltre che la Bce è una Banca centrale “zoppa”, nel senso che ha un solo obiettivo, quello della stabilità dei prezzi.

Per fare un raffronto la Fed, ossia la Banca Centrale americana ha 6 obiettivi, fra i quali certamente rientra la stabilità dei prezzi, ma deve ambire anche ad una elevata occupazione, ad un tasso di crescita sostenuto dell’attività economica, alla stabilità del sistema finanziario, alla riduzione della volatilità dei tassi di interesse a lungo termine ed alla stabilità del mercato valutario.

Insomma deve far molto, sia chiaro che questi sono obiettivi, ossia un intento, un fine, non è detto che la Fed soddisfi tutte queste esigenze, anzi!

Ma era solo per capire che quando è stato istituito l’euro, e quindi è nata la Bce, gli Stati nazionali non hanno attribuito molti poteri alla Banca Centrale.

Ma abbiamo detto che l’obiettivo della Bce è quello della stabilità dei prezzi, e quindi con i prezzi che ormai da più di un anno stanno volando, dobbiamo attenderci una Bce molto determinata nel contrastare l’aumento del costo della vita.

Purtroppo però, come tutti sappiamo, la principale misura di carattere monetario che viene utilizzata per contrastare l’inflazione, mi riferisco naturalmente all’aumento dei tassi di interesse, penalizza gli investimenti e quindi la crescita economica.

Non parliamo poi del peggior difetto della Bce, ossia dover prendere delle decisioni univoche nei riguardi di Stati che hanno situazioni economiche differenti.

Ma insomma ascoltiamo, ed analizziamo, quando detto dalla Lagarde.

Cominciamo con un’espressione per nulla benaugurante, dice infatti la Presidente della Bce: “L’inflazione della zona euro non ha ancora raggiunto l’apice e il rischio è che cresca anche oltre a quanto previsto oggi”.

Ah, bene! Verrebbe da dire, tocchiamo ferro! Insomma la prima cosa che ci dice la Lagarde è che l’inflazione aumenterà (se non ha ancora raggiunto il suo apice significa che aumenterà), e non basta, aumenterà anche oltre le previsioni finora fatte.

Come inizio non è male, forse non basta toccare ferro. Ma il pessimismo non si ferma qui, sentite cosa aggiunge ancora la Lagarde:

Ogni volta che chiedo ai miei economisti in Bce, la risposta che ottengo al momento è che il rischio è al rialzo, senza qualificare il rialzo”.

Ma bene! Bravi anche questi economisti che dicono di fatto “le cose peggioreranno, e non sappiamo fino a quando”.

I giornalisti le chiedono, ok l’inflazione sapete che aumenterà, non sapete quanto, ma sapete che aumenterà, ma per quanto riguarda i tassi? Quelli sono decisi da voi “Quanto, quanto a lungo e quanto in alto dovranno salire i tassi?”.

La risposta della Lagarde è sconfortante: “non ne ho alcuna idea”.

Ma sempre meglio! Se non ne ha idea lei, figuratevi noi! Chiariamo, comunque, ed allora esco un po’ dalla satira.

Ovviamente anche se la Lagarde sapesse con precisione fino a quale punto alzerà i tassi non dovrebbe renderlo pubblico, un Banchiere Centrale deve sempre essere tentennante, deve saper dire e non dire, lasciare sempre una diversa interpretazione alle proprie parole.

Ma non può dire “non ne ho alcuna idea” parlando di una cosa che decide lei come appunto il livello dei tassi di interesse.

Deve usare altre espressioni, come ad esempio “sarà valutato con attenzione”, insomma espressioni che vogliono dire tutto e non vogliono dire nulla.

Ovviamente le viene chiesto se questi continui aumenti dei tassi non penalizzino eccessivamente la crescita economica, e la risposta è stata: “Può darsi che questo ci porti in un territorio restrittivo, ma è qualcosa che, come ho detto, discuteremo incontro per incontro e sulla base dei dati”.

Ecco, in questo caso la risposta è più corretta anche se lei utilizza il termine “territorio restrittivo” per non usare il termine corretto che è recessione. Lo so che la parola recessione fa un certo effetto, ma inventarsi “territorio restrittivo” … mah …

Poi, come amava fare Draghi, dà anche non dico una strigliata, ma … diciamo … invita i governanti ad agire anche loro, obiettivamente la sola politica monetaria non può da sola risolvere tutti i problemi.

Quindi invita i politici a perseguire “politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici del debito pubblico”.

E sottolinea ancora una volta che i Governi nazionali dovrebbero sempre più perseguire le cosiddette tre transizioni chiave. Quali sono? Ma dai che lo sapete!

“L’energia più pulita, una maggiore sicurezza economica e un’economia più digitale”. Mi aspettavo anche i cambiamenti climatici. Vabbé proseguiamo.

L’argomento poi si è focalizzato sull’Italia, la Lagarde, ha sottolineato come (purtroppo aggiungo io) il nostro Paese sia “il maggior destinatario dei fondi per la Ripresa e la resilienza”, il PNRR che include “una serie di misure, una serie di cambiamenti che devono avvenire“. Devono capite!

Ci ricorda che quei soldi andranno spesi come vogliono loro! E naturalmente si guarda bene a non aggiungere che poi andranno ritornati con gli interessi.

Infine, conclude, sempre riferendosi all’Italia “sono stati compiuti progressi significativi negli ultimi due anni, in particolare in termini di riforme strutturali, di miglioramento della produttività dell’economia italiana, di conseguenza aumentando la sua produzione potenziale. Si spera che quelle misure strutturali rimarranno per lungo tempo. Questo sarà necessario per dimostrare la loro efficienza per l’economia”.

Chissà perché lei abbia visto questi miglioramenti del nostro paese proprio … negli ultimi due anni.

Ha parlato anche il Governatore della Banca Centrale Olandese, Klaas Knot, che si è spinto ad ipotizzare la fine dell’inflazione, o perlomeno il rientro dell’aumento dei prezzi ad un livello considerato fisiologico, quello del 2%.

Nelle nostre previsioni ipotizziamo che l’inflazione torni a valori vicini al 2% nel corso del 2024″, ma “va anche detto che i rischi per questa previsione sono tutti al rialzo“.

Per quanto riguarda la temuta recessione Knot ha aggiunto che “non è affatto scontato che ci sarà una recessione, anche se di sicuro avremo una crescita più debole”.

Auguriamoci che l’olandese abbia ragione, io ho qualche dubbio, anzi ho molti dubbi.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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