Cominciano i licenziamenti

Naturalmente c’era da aspettarselo, è tutto fuorché una sorpresa: le aziende, terminato il periodo nel quale era stato posto il divieto, hanno cominciato a licenziare.

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Naturalmente c’era da aspettarselo, è tutto fuorché una sorpresa: le aziende, terminato il periodo nel quale era stato posto il divieto, hanno cominciato a licenziare.

Non hanno perso tempo, d’altronde di tempo ne hanno già perso con il blocco dei licenziamenti imposto dai nostri Governi. Perché purtroppo sapete che bloccare i licenziamenti non significa evitarli, ma soltanto rinviarli.

E non significa nemmeno limitarli, anzi, forse si ottiene l’effetto contrario, se magari l’azienda aveva intenzione soltanto di ridurre il personale, dopo un periodo di blocco dei licenziamenti, quando termina, spesso prende la decisione più drastica, quella di chiudere definitivamente l’azienda.

Ovviamente i media mainstream i media nazionali non parlano di questa che sta assumendo le proporzioni di una mattanza, e come sappiamo il Governo Draghi non ha neppure tolto integralmente il blocco dei licenziamenti, in parecchi settori è ancora in vigore, quindi quella alla quale stiamo assistendo è soltanto una prima ondata, certamente ne seguirà una seconda.

Tuttavia, anche se i media tendono a silenziare il drammatico problema, non possono tacere quando i numeri sono davvero consistenti, ed ecco allora che dal quotidiano La Nazione di Firenze apprendiamo che la GKN, una multinazionale britannica attiva principalmente nella componentistica delle automobili, ha deciso di chiudere il proprio stabilimento di Campo Bisenzio in provincia di Firenze lasciando a casa tutti 422 lavoratori.

E precisamente 355 operai, 67 impiegati, 16 quadri e 4 dirigenti.

I media sottolineano che i dipendenti hanno avuto la notizia via mail o via pec, credendo così di sottolineare come l’azienda sia ricorsa a mezzi sbrigativi.

Insomma, i giornali dovrebbero anche smetterla di usare questi mezzucci, perché mi devono spiegare quale sarebbe stata la differenza se anziché una mail i dipendenti avessero ricevuto una raccomandata via posta.

Mail, Pec, raccomandata con ricevuta di ritorno o annunciato da una avvenente signorina, non cambia, il licenziamento rimane un evento drammatico per i lavoratori, in qualunque modo viene loro comunicato.

Naturalmente i sindacati insorgono il Segretario Provinciale della Fiom tuona: 

Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta criminale di una multinazionale che conferma ancora una volta, se c'è ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare.

La Fiom non firmerà nessun licenziamento. Chiediamo all'azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l'attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al ministero dello Sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e le istituzioni locali.

Il Segretario regionale della Fim Cisl non è da meno.

Si tratta dell'ennesima vigliacca ferita che subisce il territorio fiorentino, che rischia di perdere un'altra importante azienda dopo Electrolux di Scandicci e la Bekaert di Figline Valdarno. Come Fim Cisl chiediamo alla Regione di intervenire subito anche attraverso il governo su questo scempio: è inaccettabile che si licenzi senza motivo e senza preavviso con una e-mail 422 persone.

Ebbene spesso sentiamo parlare di licenziamenti senza motivo, guardate, cari ascoltatori, a quanto mi risulta le aziende tendenzialmente vogliono guadagnare, difficilmente chiudono stabilimenti che producono forti utili e che hanno prospettive di crescita nel settore. 

In genere chiudono stabilimenti che non producono utili, per non dire che producono forti perdite e che non hanno prospettive di crescita.

Ed in effetti nella lettera di attivazione delle procedure di licenziamento la GKN scrive:

“Si stima che nel 2025 la produzione di veicoli leggeri non supererà 1 milioni di veicoli leggeri in Italia, livello inferiore di circa il 6% rispetto a quello addirittura dell'anno 2016” e le previsioni di fatturato per il 2025 indicano per lo stabilimento di Campi Bisenzio “una flessione del 48% del fatturato rispetto ai livelli 2019 ante pandemia”.

E la politica? Mi chiederete, naturalmente i politici fanno le loro sceneggiate, sentite il Sindaco di Firenze e città metropolitana Dario Nardella cosa dice:

Non esiste, questo è uno scandalo nazionale. Non si chiudono gli stabilimenti con i lanci d'agenzia. Non si mandano a casa 422 lavoratori da un giorno all’altro. Gkn verrà immediatamente convocata e intanto siamo presenti con i nostri rappresentanti istituzionali ai cancelli di Campi Bisenzio per unirci alla protesta dei dipendenti". Come Sindaco metropolitano, a nome mio e di tutti i colleghi sindaci della Città Metropolitana, resteremo da ora fino a quando servirà al fianco del sindaco di Campi, Emiliano Fossi e dei lavoratori della Gkn. Siamo pronti a qualunque iniziativa finalizzata a bloccare questa mattanza sociale.

Caro Nardella, caro Sindaco Nardella, è inutile che sbraiti che fai queste sceneggiate, sai perché?

Perché tutto questo, questa che tu hai chiamato “mattanza sociale” è il risultato della nostra adesione all’euro, ed il tuo partito è proprio il più fiero sostenitore della moneta unica.

Si dice infatti che la GKN voglia delocalizzare la produzione, anche se non se ne ha al momento ancora la conferma.

Scommettiamo che, se davvero la multinazionale britannica delocalizza la produzione la trasferirà in un Paese che non ha aderito all’euro?

Quindi caro Nardella le tue sceneggiate risparmiacele.

Cari ascoltatori il problema euro, oltretutto alla luce delle scellerate iniziative prese dai vari Governi nell’ultimo anno e mezzo, non è più un problema procrastinabile.

In Italia abbiamo tanti problemi? Sì, ma nessuno di essi potrà essere risolto se prima non torniamo ad avere una moneta che sia espressione della nostra economia.

Questa è la verità.

Quante altre GKN dovremmo ancora vedere prima di renderci conto che proseguendo di questo passo non potremmo far altro che finire in un burrone.

Io mi domando, ma possibile che gli italiani non si siano ancora resi conto che con l’euro siamo finiti in una trappola dalla quale dobbiamo uscire e nel più breve tempo possibile?

Ma purtroppo noi, io e voi, abbiamo contro tutta la stampa, tutta la tv, guai a parlar male dell’euro e dell’Unione europea, anzi, per questi prezzolati sono proprio l’euro e l’Unione europea a salvarci.

Pazzesco.

Io ve lo preannuncio, fra poco non prendere una posizione chiara su questo tema diventerà una colpa, non possiamo più sperare che siano gli altri a toglierci dai guai.

Dobbiamo impegnarci noi tutti, in prima persona.

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