Commento a “l’Europa non esiste?” (parte seconda)

Concludiamo il commento al video pubblicato da Limes dal titolo “L’Europa non esiste?”.

Image

Concludiamo il commento al video pubblicato da Limes dal titolo “L’Europa non esiste?”.

Allora, Dario Fabbri ci parla di un aspetto molto interessante, smonta la teoria secondo la quale l’Unione europea sarebbe un concorrente degli Stati Uniti, e di fatto introduce il tema euro. Sentite:

Per anni ci è stato raccontato anche questo, che l’Unione europea era diventata un concorrente per gli Stati Uniti, ricorderete quando nasce l’euro addirittura si è scritto a profusione che gli americani temevano la nascita dell’euro, perché questa sarebbe diventata la moneta di riserva globale o avrebbe combattuto il dollaro per tale titolo.

Certo, è verissimo, lo ricordo bene, quante volte ho letto che gli americani temevano per la supremazia del dollaro, al momento non se ne parla più, il dollaro è rimasto l’unica moneta di riserva mondiale, se vogliamo banalizzare il discorso ricordiamo che l’oro continua ad essere valutato in dollari per oncia ed il petrolio in dollari per barile. Ma attenzione adesso a quel che dice Fabbri:

si è scritto a profusione che gli americani temevano la nascita dell’euro, perché questa sarebbe diventata la moneta di riserva globale o avrebbe combattuto il dollaro per tale titolo, quasi fosse possibile battere moneta senza potenza alle spalle, proprio in una condizione tipicamente  economicistica peraltro sviluppata dagli americani ancora una volta, per cui ai satelliti si dà l’economia come principale tema di interesse perché la strategia è qualcosa di cui non si può discutere e l’Unione europea si inserisce esattamente in questo contesto e finché è così per gli americani va benissimo.

Ecco, qui si evidenzia la mia formazione culturale e professionale diversa nei confronti di Dario Fabbri, il quale da esperto in geopolitica praticamente sminuisce l’aspetto dell’economia parlando di una condizione tipicamente  economicistica come se non l’economia non contasse nulla, o meglio, dicendo che le grandi potenze lasciano ai loro Paesi satelliti la possibilità di trattare l’argomento economia, ma non la strategia che sarebbe un argomento del quale non si può discutere. 

Ed infine aggiunge un altro aspetto molto importante:

Ultimissima questione che riguarda l’Unione europea, su spinta soprattutto francese, è quella dei dati, adesso c’è la battaglia per cui l’Unione europea vuole, da un lato controllare la parte dei dati che social network americani drenano dal continente, dall’altro vuole tassare, Social network e Big Tech americani.

Gli americani sono anche disposti ad accettarlo, soprattutto la tassazione, dopo una lunga trattativa, punteranno i piedi eccetera, perché comunque va bene, poi l’importante è che i dati, quelli grossi vadano negli Stati Uniti.

Ecco, l’Unione europea ha questa funzione, serve da specchietto delle allodole, funziona per dare quell’idea un po’ così ai Paesi europei di un velleitario approccio a cui credono più o meno soltanto i francesi un po’ meno i tedeschi.

Ed anche questo aspetto è molto importante, nell’Unione europea, lo sappiamo tutti, non sono nati Social Network, da questo punto di vista l’Europa è stata colonizzata dai Social network americani che in futuro potranno magari anche accettare una maggiore tassazione, ma a cosa non rinunceranno mai? Ai dati, quelli grossi, andranno sempre negli Stati Uniti.

A questo punto il conduttore chiede a Lucio Caracciolo a chi è convenuta l’Unione europea e se l’euro è servito anche per togliere il marco alla Germania.

Caracciolo, dopo aver ricordato che la Germania è tutt’ora un Paese a sovranità limitata ha precisato che:

La Germania è ora chiamata ad assumersi delle responsabilità anche di carattere geopolitico sia in ambito europeo che mondiale.

Quindi a diventare un attore geoeconomico proiettato ben oltre lo spazio dell’Unione europea, spazio che peraltro ha contribuito a drenare con le politiche cosiddette di austerità che potranno essere state utili alla Germania, ma che hanno fondamentalmente depauperato  via deflazione i mercati europei classici di riferimento inclusa anche l’Italia.

La parola a questo punto torna al conduttore che chiede a Dario Fabbri se l’Italia ha la possibilità di uscire dall’euro e dall’Unione europea, o invece conviene rimanere, ma cambiare atteggiamento all’interno di questo soggetto.

La risposta di Fabbri è “l’opzione B” ossia conviene rimanere, ma cambiare atteggiamento all’interno dell’Unione europea. Ed aggiunge:

L’uscire o rimanere nell’euro è questione molto complessa, il dramma è che spesso viene valutato soltanto in termini macroeconomici, cioè gli scenari di uscita, cioè che cosa succede sul piano macroeconomico se noi usciamo.

Ed anche qui Fabbri sminuisce l’aspetto economico della vicenda, aspetto che invece io ritengo prioritario, ma comunque proseguiamo:

Probabilmente gli studi segnalano, ed hanno anche ragione, che all’inizio … lacrime e sangue e poi che cosa può succedere non si sa, certamente un Paese come il nostro lacrime e sangue non lo può sopportare quindi viene immediatamente allontanato.

E qua, cari ascoltatori io comincio ad essere molto in dissenso con Dario Fabbri. Lui si trincera dietro a “gli studi segnalano che all’inizio lacrime e sangue” ebbene quali studi? Fatti da chi?

Ma Fabbri si sbilancia dicendo “ed hanno anche ragione”. Ebbene no, io quella sicurezza non l’avrei.

Ma non l’avrei non perché sono in possesso di “altri studi” che invece segnalano che non andremmo incontro ad un periodo di lacrime e sangue, ma perché io ho perfettamente stampato nella mente cosa è accaduto quando noi nel ’92 siamo usciti dallo SME, che, ricordo sempre era un antesignano dell’euro.

Ebbene quando siamo usciti dallo SME la nostra ripartenza è stata praticamente immediata, certo è stata fatta una finanziaria molto pesante, ma perché non avevamo più una lira in tasca, ed in ogni caso la ripresa economica è stata immediata. 

Fabbri aggiunge che dopo un periodo lacrime e sangue quel che accade non si sa, ma come, lo si sa eccome, sempre facendo riferimento alla nostra uscita dallo SME, se la ripartenza è stata immediata gli anni successivi sono stati letteralmente anni d’oro per la nostra economia.

Ma attenzione perché l’intervento di Fabbri è appena cominciato, ecco come prosegue.  

Ma il punto non è questo, è che l’aspetto macroeconomico non basta, come sempre, anzi è secondario, cioè nel momento in cui noi uscissimo dall’euro non è che gli altri ci lasciano stare, noi siamo funzionali dentro l’euro, così se tu decidessi di uscire e creare il cataclisma che questo provoca, non è che gli altri ti accompagnano alla porta con una pacca sulla spalla, speculano contro di te, ti attaccano su molteplici fronti, quindi allo scenario macroeconomico se ne aggiunge uno strategico che è molto peggiore che semplicemente ci condurrebbe di fatto alla disperazione assoluta.

Ed anche qui non sono assolutamente d’accordo, posso essere d’accordo con il fatto che gli altri (Francia e Germania soprattutto) non gradiranno la nostra uscita, e non ci accompagneranno alla porta dandoci una pacca sulla spalla, ma questa storia che “speculerebbero” contro di noi, al solito non la capisco. 

Spesso, quando non si sa come giustificare la propria posizione, viene tirata in ballo “la speculazione”, ma attenzione, fateci caso:  senza mai  spiegare in cosa consisterebbe questa speculazione.

Caro Fabbri cosa intendi quando dici che gli altri “speculerebbero contro di noi” che non comprerebbero più i nostro titoli pubblici? Che correrebbero a vendere quelli che hanno in mano? Che li vendano pure a prezzi stracciati troverebbero gli italiani pronti a comprarli, ricordate che chi li vende a prezzi stracciati ci perde, chi li compra a prezzi stracciati ci guadagna perché gli rendono molto. 

Cari ascoltatori, voi vorreste comprare, ipotizzo, al prezzo di 80 qualcosa che fra un anno verrà pagato 100? Ed il fatto che verrà pagato 100 alla scadenza è certo perché quando usciamo dall’euro torniamo ad avere una Banca Centrale in grado di svolgere pienamente tutte le sue funzioni.

Quindi non correreste anche voi insieme a me a comprare da un tedesco o un francese dei nostri titoli che se davvero paghiamo 80 e scadranno fra un anno ci renderanno il 25% e saranno pagati nella moneta che sarà la valuta legale in Italia?

Quindi altro che “disperazione assoluta” sarebbe la nostra rinascita, la nostra ricchezza.

Semplicemente perché in brevissimo tempo noi recupereremmo tutto quanto abbiamo perso in questi 20 anni di euro.

Ma Fabbri non si ferma e quindi dà la sua ricetta: 

Quindi ragioniamoci un po’ bene, cioè noi dobbiamo sempre ricordarci che la geopolitica non può essere velleitaria, le nostre possibilità sono queste, noi dobbiamo fare il meglio possibile nella condizione in cui siamo, per questo vale la seconda opzione.

La ricetta qual è, è un sostantivo: consapevolezza.

Che però mi rendo conto è un po’ complesso da perseguire o perlomeno da centrare, se noi ci mettiamo in testa che l’Europa è un’arena come l’ha definita Lucio Caracciolo, ma chiamiamola campo da gioco, nel quale dobbiamo perseguire i nostri interessi, già siamo ad un buon punto, e soprattutto dobbiamo fermare tutto ciò che non ci è conveniente, eliminata totalmente la parte giuridica, speriamo, si fa semplicemente ciò che ci conviene, parti degli accordi che non ci convengono non si rispettano, punto! Eh, ma le abbiamo firmate! Che significa, non è mica un rapporto di fedeltà fra amici quello fra potenze, le potenze si tradiscono per eccellenza, pronti poi ad attutirne il contraccolpo, quindi nel momento in cui non c’è un interesse su qualcosa … semplicemente non lo si fa, rimanendo dentro e facendo gli europeisti, i finti europeisti fino in fondo, e da ultimo bisogna avere degli alleati, come in tutti i campi da gioco nessun Paese tratta soltanto a nome di sé.  

Ok allora avete capito cosa vuole fare Fabbri? Rimanere in Europa, ma … diciamo … giocare sporco! Ossia non rispettare gli accordi se non ci convengono, anche se li abbiamo firmati. Fare i finti europeisti, ma nella realtà rispettare solo ciò che ci conviene.

Ebbene io, forse anche per l’educazione che ho ricevuto, non riuscirei ad agire così, ma ecco potrei capire un simile comportamento esclusivamente con uno scopo, quale?

Ce lo dice Lucio Caracciolo proprio alla fine, quando il conduttore gli chiede:

Ed allora Lucio, se è vero che noi non possiamo uscire dall’euro, dall’Europa o almeno comunque insomma …

Ed a quel punto viene interrotto da Lucio Caracciolo che dice:

No, però possiamo esserne cacciati.

Ecco anche questa può essere una strategia da non sottovalutare, vogliamo uscire, ma non abbiamo noi il coraggio di andarcene? 

Ed allora facciamoci espellere, così non potranno accusarci di aver abbandonato l’euro e l’Europa di nostra volontà, sono loro ad averci cacciato.