Conte-Grillo come Romina-Albano

Io li ho paragonati alla coppia Romina-Al Bano, prima si innamorano, poi si lasciano, infine si riuniscono, ma solo per convenienza reciproca, non perché è risbocciato l’amore.

Image

Io li ho paragonati alla coppia Romina-Al Bano, prima si innamorano, poi si lasciano, infine si riuniscono, ma solo per convenienza reciproca, non perché è risbocciato l’amore.

Ah! Naturalmente mi sto riferendo alla coppia Conte-Grillo.

Oggi i nostri media ci parlano non proprio di un ritorno di fiamma, ma perlomeno di una ritrovata sintonia, almeno apparente. Perché dico almeno apparente.

Perché a mio avviso questa … chiamiamola tregua, è dovuta al fatto che entrambi i contendenti non avevano la certezza di vincere la guerra, ed hanno così deciso di firmare l’armistizio che durerà fino a …

Fino a quando uno dei due crederà di poter averla vinta sull’altro, in quel momento, infatti, il conflitto tornerà ad essere decisivo … ne rimarrà uno solo.

Grillo un po’ lo conosciamo, non è una persona, è un personaggio, non dico una macchietta, ma un personaggio, ritengo che sia stato talmente tante volte sul palcoscenico da confondere egli stesso la sua personalità da quella del suo personaggio.

Conte, ovviamente, lo conosciamo di meno. 

Si presenta come un professionista meridionale e questo forse lo penalizza, siamo infatti al massimo abituati a vedere un intellettuale meridionale, non un professionista.

Il suo legame alla Chiesa è poi molto particolare, la sempre controversa devozione a Padre Pio ed i rapporti, che alcuni definiscono molto stretti con il Vaticano stridono appunto con la figura del professionista.

Innegabilmente la figura di Conte è un unicum.

Avevamo avuto un’esperienza simile con Mario Monti, ossia una persona che diventa Presidente del Consiglio non solo senza esser mai stato eletto in Parlamento, ma essendo sconosciuto alla maggior parte degli italiani.

Tuttavia, ripeto, Conte rimane un unicum, perché non solo è diventato Presidente del Consiglio senza esser mai stato all’interno del nostro Parlamento, ma essendo totalmente sconosciuto agli italiani.

Un perfetto Carneade.

Ed in effetti vien quasi da fare una riflessione:

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, può essere considerata una professione? Sotto un certo punto di vista, la risposta dovrebbero essere no, ma pensare che si possa ricoprire la più importante carica prevista dalle nostre Istituzioni repubblicane senza avere la benché minima esperienza in campo politico … pare altrettanto assurdo.     

Eppure questo è accaduto.

Non ho dubbi nel pensare che una volta trovatosi a Palazzo Chigi Conte abbia studiato giorno e notte per imparare il “mestiere”, ma anche attribuendogli tutte le qualità del mondo, non penso proprio che sia stato in grado di apprendere, in un così breve lasso di tempo, tutto ciò che è necessario per poter svolgere quel ruolo così importante. 

Oltretutto anche l’esecutivo che si è trovato a presiedere era composto in gran parte da assoluti principianti. 

Chiariamo, a mio avviso Conte è stato un pessimo Presidente del Consiglio, ed ha dimostrato di essere un pessimo presidente del Consiglio soprattutto quando ha dato la sua disponibilità a guidare il Conte Due.

Dando in quel modo la chiara dimostrazione di essere una banderuola che va dove tira il vento. 

Certo aveva commesso errori clamorosi anche in precedenza, ricordo per tutti quella sua amabile conversazione con la Merkel durante la quale, per farsi bello agli occhi della Cancelliera tedesca, le raccontava fatti interni della nostra politica, insomma qualcosa di inqualificabile.

Comunque ripeto, il peggio lo ha dato dopo, quando ha guidato un Governo con il PD ed ha affrontato la cosiddetta epidemia nel peggiore dei modi..

Ma arriviamo a noi. 

Il Movimento 5 stelle si trova nel più completo marasma, ricordiamo che le centinaia di deputati e senatori pentastellati non avevano la più pallida idea del compito al quale erano stati chiamati dagli elettori italiani e per salvare il salvabile, per evitare la completa frantumazione il partito si appella proprio a Conte, il quale, però, arriva da oltre due anni di Presidenza del Consiglio e pretende così di avere carta bianca.

I peones, ossia i parlamentari 5 Stelle sconosciuti e che quindi hanno una grande probabilità di non essere rieletti, si affidano a lui come ad un salvatore, colui che può compiere il miracolo di frenare il declino del partito.

Non può però passare in secondo piano colui che aveva creato tutto, colui al quale i parlamentari pentastellati devono tutto, ossia Beppe Grillo.

Naturalmente non dobbiamo infatti dimenticare che nessun parlamentare eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle sarebbe mai stato eletto se non fosse esistito Grillo. Tutti gli eletti pentastellati sono stati eletti da Grillo.

Certo tutti debbono la propria elezione a Grillo, ma per loro la rielezione è qualcosa di fondamentale, per loro la differenza fra essere rieletti o non essere rieletti è la differenza che passa fra il paradiso e l’inferno.

Molti di loro infatti prima di entrare in Parlamento non avevano un lavoro oppure avevano un lavoro precario, insomma una situazione non proprio paragonabile a quella di esser chiamati Onorevoli.

Quindi, insomma, per farla breve, in molti di loro si è diffusa la convinzione che se la loro elezione era dovuto a Grillo, la loro eventuale rielezione sarebbe dipesa da Conte.

Quindi il Partito si è spaccato in due, chi era rimasto fedele a Grillo e chi si schierava apertamente con Conte.

Ora, come detto, fra i due contendenti è sbocciata la pace? Ovviamente no, come ho detto ciò che è stata raggiunta è una tregua, si sono spartiti i compiti.

Conte potrà scegliersi la segreteria politica del partito (che ovviamente sarà ratificata dall’assemblea), quindi di fatto a Conte sarà delegata la linea politica e quella della comunicazione, mentre Grillo nominerà il Consiglio di Garanzia ed il Collegio dei probiviri, oltre naturalmente ad avere il diritto di esprimersi sulle scelte del partito.

Quindi sembra proprio facile prevedere che quando si entrerà nel vivo delle problematiche politiche non mancheranno i distinguo se non proprio i diverbi fra i due.

Insomma, io penso che Conte abbia accettato questo compromesso soltanto per guadagnare tempo, ritengo infatti che il suo scopo sia quello di organizzare una nuova formazione politica, sì insomma un altro partito. 

C’è però un piccolo problema che Conte conosce bene e che appunto dovrà affrontare prima di formare un nuovo partito, ed il problema è che la politica costa, quindi qualcuno deve metterci i soldi, o perlomeno … anticiparli in attesa che, dopo le elezioni, le casse del partito vengano rimpinguate dai rimborsi elettorali.

Comunque per ora naturalmente la mia è un’ipotesi, vediamo se si verificherà.