Credit Suisse, crolla la finanza dell'Occidente

Ma non doveva crollare la Russia? Con le sanzioni l’economia russa non doveva afflosciarsi some un sacco vuoto? Invece qui sembra che a crollare sia l’intero comparto finanziario dell’occidente.

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Ma non doveva crollare la Russia? Con le sanzioni l’economia russa non doveva afflosciarsi some un sacco vuoto?

Invece qui sembra che a crollare sia l’intero comparto finanziario dell’occidente.

Come sempre la miccia si accende negli Stati Uniti, ma le conseguenze arrivano subito in Europa.

Il crollo di Credit Suisse è certamente tutt’altro che inaspettato, se un titolo che a marzo del 2021, ossia due anni fa valeva in Borsa 12 franchi e mezzo ed alla chiusura di Borsa ieri valeva 2 franchi e 24 centesimi, beh … qualche problema si era già manifestato.

Se poi teniamo conto che nel 2008, prima che scoppiasse la crisi finanziaria il titolo era arrivato a valere addirittura 90 franchi … allora la situazione è ancora più chiara.

In quindici anni da novanta franchi a poco più di due franchi, Credit Suisse, quindi, da tempo era un problema per la Confederazione elvetica.

Soltanto che è una delle due Banche svizzere, l’altra è UBS, che potremmo definire sistemiche, in pratica “zu groß um zu scheitern” o qualcosa del genere, comunque avete capito “troppo grande per fallire” perché a dispetto del nome francese Credit Suisse ha sede a Zurigo capitale economica della confederazione elvetica.

Non sembra aver portato fortuna il logo scelto dalla Banca, (due vele) piuttosto insolito per una società svizzera, che come noto è un Paese quasi esclusivamente montuoso e distante dal mare.

Insomma le vele, che simboleggiano il viaggio ma anche la tranquillità, non pare che abbiano portato fortuna così come non è stata vinta la sfida alla scaramanzia, lo scorso anno infatti per sostituire il Presidente dimissionario, il portoghese Antonio Horta-Osorio, è stato chiamato un distinto signore svizzero il cui nome tradiva chiaramente le origini, Axel Lehmann.

Insomma non dico di essere superstizioni, ma un po’ di scaramanzia … magari. Certo i precisini potrebbero farmi notare che questo Lehmann ha la doppia enne finale, mentre il cognome dei celebri “fratelli” si scriveva con una sola enne alla fine.

Ma lasciamo perdere queste sottigliezze e torniamo seri.

Finanza In Chiaro si era già occupata di Credit Suisse, un anno fa avevo fatto un video, dal titolo “Omicron e Credit Suisse” nel quale riferivo dello scandalo che aveva investito la Banca Svizzera, rea di avere conti correnti intestati a persone diciamo … poco raccomandabili, ma i media mainstream erano andati giù durissimi, ed avevano parlato addirittura di migliaia, addirittura 18.000 conti correnti intestati alle persone più spregevoli al mondo.

Tuttavia quando poi erano stati citati dei nomi si è detto “il Re di Giordania Adbullah Secondo, il figlio di Mubarak, l’ex Viceministro dell’energia del Venezuela, un non meglio identificato uomo d’affari dello Zimbabwe”, insomma sarebbero queste le persone più spregevoli al mondo?

Tuttavia ripeto il tono straordinariamente duro e spregevole, quello sì, usato dai media mainstream nei confronti di Credit Suisse poteva già essere indicativo che la Banca svizzera forse aveva pestato i piedi a qualche altro colosso bancario, soprattutto di Oltre Oceano.

Credit Suisse, Deutsche Bank, sono i nomi più altisonanti, di Banche che hanno voluto fare affari Oltre Oceano e, guarda te che coincidenza, sono finite male. Mah.

Comunque io tre mesi fa ho fatto un altro video su Credit Suisse dal titolo “Credit Suisse, un esempio da non seguire”, nel quale raccontavo degli scandali finanziari nei quali era stata invischiata Credit Suisse.

In particolare la mega perdita di 5 miliardi di franchi svizzeri persi dalla Banca svizzera a causa del fallimento del fondo speculativo statunitense Archegos, a sua volta invischiato nel mega crollo di Viacom CBS, insomma tutta porcheria made in Usa, nella quale Credit Suisse ci ha lasciato le penne.

Per coloro che amano la precisione riassumo quel che è accaduto.

Archegos era il family office (cioè società che gestisce uno o più patrimoni familiari) del finanziere newyorkese di origine coreana Bill Hwang.

Il fondo operava speculazioni con un patrimonio di decine di miliardi di dollari finanziato con crediti, ed ecco quindi dove entra in gioco Credit Suisse, la banca maggiormente coinvolta insieme alla giapponese Nomura.

Le operazioni speculative dovevano essere garantite da azioni, ma il crollo delle azioni di Viacom CBS, portò Archegos a dover liquidare la posizione, si parla di almeno una ventina di miliardi di dollari, e l’inevitabile fallimento.

Comunque nel mio video sostenevo appunto di non seguire l’esempio di Credit Suisse (ed anche di Deutsche Bank) che hanno voluto fare affari nella tana del lupo, ossia a Wall Street e soprattutto entrare nel settore media, perché ricordiamo che Viacom CBS successivamente è diventata Paramount Global, società che gestisce un numero infinito di società del settore media, e naturalmente la Paramount e la CBS sono le due società principali.

Ma arriviamo a noi, nonostante i continui annunci di una normalizzazione dei conti, le azioni di Credit Suisse, come ho detto, hanno continuato a scendere senza soluzione di continuità, anche negli ultimi due anni.

Le rassicurazioni da parte dei vertici della Banca non hanno avuto l’effetto sperato ed ora, che a livello planetario il comparto finanziario si è surriscaldato Credit Suisse era una delle società più attenzionate.

La situazione è oggi ulteriormente precipitata dopo che Ammar Al Khudairy, Presidente della Saudi National Bank ossia la Banca Nazionale saudita, principale azionista di Credit Suisse, intervistato da Bloomberg Television ha escluso la possibilità di sostenere ulteriormente la Banca svizzera in caso di ulteriore richiesta di liquidità.

La dichiarazione, ovviamente, ha avuto un effetto deflagrante.

Il titolo è precipitato alla Borsa di Zurigo, perdendo oltre il 24% e chiudendo le contrattazioni sotto quota un franco e settanta centesimi dopo aver toccato un minimo a un franco e 55 centesimi, ennesimo minimo storico.

Recentemente la Svizzera, contravvenendo alla suo storica “neutralità”, ha preso una netta posizione per quanto riguarda il conflitto in essere.

Ed allora concludo il video come l’ho iniziato, ma le sanzioni chi stanno affondando?