Credit Suisse, la Svizzera tenta il salvataggio

Spesso noi, giornalisticamente, usiamo il termine “fallimento” anche per quanto riguarda le Banche.

Spesso noi, giornalisticamente, usiamo il termine “fallimento” anche per quanto riguarda le Banche, ma ricordate  Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara?

Noi le abbiamo considerate fallite, così come successivamente la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, tuttavia non è stata inoltrata una vera procedura fallimentare come avviene per tutte le aziende in altri comparti.

Certo gli azionisti e gli obbligazionisti hanno subito perdite ingenti, ma, sotto un certo punto di vista, anziché di fallimento, sarebbe più corretto parlare di incorporazione.

Le Banche, diciamo, “ripulite” sono state acquisite da altri Istituti, Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti sono state acquisite da Ubi Banca, La Cassa di Risparmio di Ferrara da Bper Banca, mentre le due popolari venete sono finite in Intesa Sanpaolo.

Certo un’incorporazione ad un prezzo simbolico, ma ciò che voglio rimarcare è che non si è trattato di una “normale” procedura fallimentare che, come tutti sapete, ha un iter ben preciso determinato a livello legislativo.

Insomma quando una Banca va in difficoltà, in forte difficoltà, entra in gioco il sistema bancario, ossia gli altri Istituti di credito e la Banca Centrale che di fatto garantiscono una continuità aziendale.

Proprio perché una Banca è un’azienda un po’ “speciale”.

Ebbene se a “fallire” sono Banche di piccole o medie dimensioni, grossi problemi non sorgono, è convenienza di tutto il sistema avere una continuità e quindi si troverà sempre una Banca più grande che acquisirà la Banca in difficoltà, ma se a fallire dovesse essere una Banca di grandi, grandissime dimensioni?

Naturalmente il problema non sarebbe di agevole soluzione, non ho mai visto una sardina che si mangia uno squalo.

Tuttavia una soluzione va trovata perché l’economia intera di un Paese non solo non può permettersi, ma non può letteralmente esistere se il sistema dei pagamenti, che viene gestito dalle Banche commerciali e dalla Banca Centrale, non dovesse funzionare.

A quel punto davvero le banconote in circolazione diventerebbero pura carta straccia.

Ed allora eccoci a Credit Suisse.

Dopo quanto accaduto ieri era assolutamente doveroso che il Governo elvetico dovesse intervenire ed anche in tempi rapidissimi, quindi a Borse chiuse ieri era stata diramata la notizia che la Banca Nazionale Svizzera, ossia la Banca Centrale elvetica, avrebbe messo a disposizione di Credit Suisse un importo … non lo ha neppure quantificato, sarà la stessa Credit Suisse a decidere quanto gli servirà per risanare la propria situazione finanziaria.

In pratica la Banca Nazionale Svizzera, già nella serata di ieri, aveva rilasciato una dichiarazione congiunta con l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nel tentativo di calmare i mercati, questo il passaggio più significativo:

**”I problemi di determinati istituti bancari negli Stati Uniti non comportano alcun pericolo diretto di contagio per il mercato finanziario svizzero. In caso di necessità, la BNS metterà a disposizione di Credit Suisse liquidità”. **

Ripeto senza specificare l’importo, quindi alla domanda: Quanto? La risposta è: Quanto sarà necessario.

Credit Suisse ha quindi parlato di una cinquantina di miliardi di franchi svizzeri, una cifra enorme, ma si temeva anche di più.

Una cifra pari all’incirca al 7% del Pil della Svizzera.

Il titolo quindi stamane, in apertura saliva del 31% a 2,23 franchi per azione.

Il Mercato, tuttavia, dopo l’iniziale euforia ha manifestato alcune perplessità ed alla fine di una giornata, che non poteva altro che essere volatile, il titolo ha concluso le contrattazioni con un guadagno di poco superiore a 19 punti percentuali.

Obiettivamente se si guarda ai dati di bilancio la situazione è più che preoccupante e trovare soluzioni in tempi brevi sembra un impresa al limite del possibile.

Ovviamente domani sarà un’altra giornata molto importante per Credit Suisse, per la Borsa elvetica, ma anche per tutte le altre Borse mondiali.

Nel frattempo a Wall Street sembra che il clima si stia rasserenando, in questo momento il Dow Jones sale di un punto percentuale ed il Nasdaq di oltre due punti percentuali.

Ah, adesso mi sto accorgendo che domani è Venerdì 17 … ma tanto noi non siamo superstiziosi … vero?

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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