Crisi epocale o crisi passeggera?

Altra giornata nera per le Borse europee, ma un po’ in generale per le Borse di tutto il mondo, sarebbe facile per me oggi dire.

Altra giornata nera per le Borse europee, ma un po’ in generale per le Borse di tutto il mondo, sarebbe facile per me oggi dire … “ve lo avevo detto”, tuttavia obiettivamente la crisi bancaria che sta investendo in particolare l’Occidente è tutt’altro che sorprendente.

Oggi, nel mio settimanale appuntamento con Money.it ovviamente si è parlato di quest’argomento e, come di consueto, si è anche accennato all’articolo che ogni venerdì pubblico sul sito.

Il conduttore della trasmissione, il grande Fabio Frabetti, ha insistito molto sul titolo dato a questo articolo “Perché non possiamo lasciar fallire le Banche” un titolo che forse non è gradito alla maggior parte degli ascoltatori, ma che io ho ribadito sia semplicemente una pura e semplice verità.

Ciò non significa che con il salvataggio delle Banche debbano essere “salvati” lo metto fra virgolette, anche i Banchieri che hanno portato i loro Istituti sull’orlo del fallimento, tuttavia, occorre riconoscere che il sistema bancario ha delle peculiarità che lo rendono diverso da qualsiasi altro settore economico.

Il perché l’ho già spiegato più volte, ma sinteticamente lo ripeto.

Se osservate, tutti i sistemi economici che si sono succeduti negli ultimi trecento anni in ogni parte del mondo ebbene hanno una cosa in comune, sono sistemi economici monetari, insomma diciamo basati sulla moneta.

Questo ha permesso un incremento degli scambi commerciali e quindi ha aiutato le economie a crescere, contemporaneamente, però, all’interno del sistema economico, la moneta ha assunto un ruolo talmente importante, direi fondamentale per cui chi la governava assumeva un enorme potere.

Occorreva così non permettere alla politica di accaparrarsi un simile potere, il rischio era enorme, in gioco c’era la democrazia, ossia il rischio è che qualora fosse stata la politica a governare la moneta si potessero instaurare regimi totalitari.

Contemporaneamente però chi deve gestire la politica monetaria, il Governatore della Banca Centrale, pur non essendo un politico si deve comportare da tale, ossia deve avere come obiettivo anche quello … non so come dire … di aiutare il suo Paese a svilupparsi economicamente, senza però, ripeto, subire pressioni dal Governo.

Ebbene la Banca Centrale come noto ha anche funzioni di controllo sull’intero sistema bancario, che tuttavia è estremamente variegato, ci sono grandi, grandissime Banche che operano a livello planetario e ci sono piccole e piccolissime Banche regionali, ci sono Banche con un forte presenza pubblica nell’azionariato e Banche totalmente private, ci sono Banche la cui operatività è trasversale diciamo che operano in tutti i campi e ci sono Banche che operano in un singolo settore, insomma specializzate in un singolo settore, insomma capite che è un sistema perlomeno complesso per non dire caotico.

Ed è un sistema che si basa molto sulla fiducia, ossia sulla fiducia che tutte queste Banche si comportino in maniera corretta, le Banche infatti fra di loro si scambiano moneta in continuazione, capite quindi che la fiducia diventa un aspetto sostanziale.

Certo è la Banca Centrale, che ha funzioni di controllo, ma per ciò che ho detto in precedenza basta poco per non far funzionare bene l’ingranaggio, ossia è sufficiente che una Banca manifesti grossi problemi per innescare reazioni a catena, o, se vogliamo dirla in un altro modo, per scatenare un effetto domino.

Questo è accaduto con Silicon Valley Bank e vedete che immediatamente altri Istituti hanno manifestato problematiche simili.

La First Republic Bank, le cui azioni fino all’inizio del mese scorso erano scambiate a 146 oggi ne valgono 25, insomma, non ci resta che augurarci che in questo fine settimana si possano rasserenare un po’ gli animi.

Non andiamo meglio noi in Europa, sotto i riflettori da noi c’è un vero e proprio colosso (anzi ex colosso) bancario, Credit Suisse, infatti, nonostante la mega operazione di salvataggio annunciata dalla Banca Nazionale Svizzera, anche oggi in Borsa ha subito pesanti vendite, l’azione al fixing ha fatto segnare 1 franco e 86 centesimi con un ribasso rispetto alla quotazione della vigilia dell’8%.

I principali listini europei hanno registrato anche oggi ribassi superiori al punto percentuale, ma occorre anche rimarcare che dall’inizio dell’anno avevano avuto rialzi decisamente importanti, quindi nonostante quest’ultima drammatica settimana il bilancio del 2023 in Borsa è tutt’ora decisamente positivo.

Ricordiamo che dieci giorni fa l’indice di Borsa francese aveva stabilito il suo massimo storico, insomma non era normale.

Una Francia che oggi è messa a ferro e fuoco da manifestazioni popolari contro il Governo e la criticatissima riforma pensionistica.

Ma torniamo a noi.

Come possiamo orientarci, da una parte abbiamo i cosiddetti catastrofisti, capeggiati da Nouriel Roubini dall’altro i grandi banchieri che cercano in tutti i modi di rassicurare i mercati.

Roubini riferendosi alla crisi di Credit Suisse intervistato da Bloomberg ha dichiarato  “Credit Suisse, secondo alcuni standard, potrebbe essere troppo grande per fallire, ma anche troppo grande per essere salvata”.

Mentre Janet Yellen, il Segretario al Tesoro, parlando alla Commissione Finanze del Senato degli Stati Uniti ha detto: Il sistema bancario statunitense rimane solido e gli americani possono essere fiduciosi che i loro depositi saranno disponibili quando ne avranno necessità.

E successivamente ha voluto precisare che “Azionisti e obbligazionisti non sono protetti dal governo. È importante notare che con questa azione non viene utilizzato o messo a rischio il denaro dei contribuenti”.

Beh, mi verrebbe da dire, almeno questo lo sapevamo.

Ma non solo membri del Governo hanno cercato di tranquillizzare i risparmiatori statunitensi, a gettare acqua sul fuoco anche i maggiori banchieri privati, in una nota ufficiale Bank of America ha riportato che con JP Morgan e altri grandi banche ha versato 30 miliardi di depositi in First Republic Bank, ed inoltre ha ricordato agli investitori che “il mondo ha vissuto 14 grandi recessioni negli ultimi 150 anni”, innescate soprattutto da “guerre, situazioni di emergenza sanitaria e crisi bancarie”.

Insomma l’attuale situazione non sarebbe nulla di più di quanto già visto diverse volte quindi è una crisi che verrà presto superata come tante altre volte è già capitato.

Ebbene naturalmente solo il tempo ci dirà da che parte sta la verità, io insisto nel dire che effettivamente la situazione debitoria nella quale si trova il mondo intero non può lasciarci tranquilli.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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