Crisi Ucraina Russia, riassunto! Cos’è il congelamento beni

Cosa significa congelare i beni di una potenza, all'insorgere della crisi Ucraina Russia? Qual è il funzionamento di questa sanzione? E quali le conseguenze?

Una delle prime mosse a cui abbiamo assistito da parte dell’Italia verso il governo di Mosca è il congelamento dei beni degli oligarchi russi. Nell’ambito della crisi Ucraina Russia urge un riassunto.

Cosa significa infatti congelare i beni di una potenza, di fronte allo scoppio della guerra?

Proprio il governo Draghi ha sottolineato il fatto che il nostro Paese è stato il primo a procedere in questo senso, in linea con le sanzioni applicate, da parte dell’Europa, nei confronti del governo russo.

Draghi è fiero del congelamento dei beni russi in Italia ed esorta altri Paesi a fare lo stesso. 

Gli step successivi sono stati, per l’appunto, le sanzioni nei confronti della Russia, per quanto riguarda le esportazioni, nonché l’incontro del nostro premier con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al fine di procedere con lo stop progressivo ma imminente delle forniture di gas, da parte della nazione di Putin.

Insomma, una serie di “bastoni tra le ruote” allo zar Putin e ai suoi oligarchi (tutti maschi). Dovendo procedere, con molta cautela dal punto di vista militare, si crea un “binario parallelo” per mettere in difficoltà il governo russo, dal punto di vista economico.

Da una parte, per l’appunto, tagliando le importazioni. Dall’altro congelando i beni presenti nel nostro Paese.

Ma qual è il funzionamento di questa sanzione, per la precisione? E quali sono le conseguenze, a medio termine, in un mondo in cui l’economia è spietata?

Ecco alcune considerazioni.

Crisi Ucraina Russia, riassunto semplice

Innanzitutto forniamo un riassunto in parole semplici e chiare, di quelli che sono i motivi della guerra Russia Ucraina.

Già di per sé il termine “crisi” è un eufemismo, dal momento che stiamo assistendo a un vero e proprio conflitto armato -e senza esclusione di colpi- da due settimane.

Si tratta di un conflitto neppure tanto celato che va avanti ormai da otto anni, in cui già prima dello scoppio della guerra -il 24 febbraio scorso- erano morti migliaia di militari ucraini e si annoverano circa un milione di sfollati che, dalle zone della guerra, hanno cercato riparo in zone più tranquille del Paese.

Una delle domande più frequenti che le persone si pongono, riguardo alla crisi Ucraina Russia, è: chi ha cominciato?

Ebbene, a voler essere diplomatici, è il caso di dire: sicuramente non l’Ucraina.

Purtroppo le incursioni da parte dell’esercito di Putin nel Paese limitrofo risalgono già ad anni fa, come avvenne ad esempio per la Georgia o per la Moldavia.

Putin, attraverso i media, ha sempre spiegato, al suo popolo, la presenza dei militari ai confini come un dispiegamento di forze in difesa di un possibile attacco da parte dell’Ucraina (che così non era).

Nel frattempo, la Russia continuava a firmare trattati internazionali 

che vietano non solo l’uso della forza, ma anche la minaccia di uso della forza tra Stati. Tra questi, in particolare, l’Atto finale di Helsinki (parte prima, lettera a., punto II.)

Ovviamente disattesi a piede libero.

In realtà, la Russia si è sempre sentita minacciata, da parte dell’Ucraina, a causa della volontà di quest’ultima di entrare a far parte della Nato.

In realtà, uno stato membro può porre un veto alla volontà di entrare a far parte della Nato. Si pensi alla Grecia che non vuole l’entrata di Cipro, visti i conflitti che da sempre esistono tra i due Paesi. 

Ebbene la Russia (che però non fa parte dell’Alleanza) ha deciso che l’Ucraina non può entrare a far parte della Nato.

Il congelamento dei beni nella crisi Ucraina Russia: riassunto!

Il congelamento dei beni fa parte delle sanzioni economiche che l’Unione Europea ha adottato nei confronti della Russia. Questo genere di provvedimenti punta a mettere sempre più in ristrettezze le risorse economiche di Mosca.

Tra queste, le principali risultano essere:

  • congelamento dei beni, per l’appunto
  • blocco del sistema Swift per la sicurezza delle banche russe

i parlamentari che hanno votato il riconoscimento delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno divieto di viaggio fuori dalla Russia.

  • blocco delle forniture di gas russo (dovrebbe attuarsi entro fine anno, lo stop alle importazioni)
  • imprese europee non possono più esportare tecnologia e di fare affari con alcune aziende statali russe.

La Russia è esclusa dalle competizioni FIFA e UEFA e dall’Eurovision Song Contest. Cancellato il Gran Premio di Russia di Formula 1.

In questo articolo, stiamo soffermando la nostra attenzione sul congelamento dei beni e le conseguenze economiche che già stanno provocando nel nostro Paese.

Abbiamo invece trattato la questione del blocco al gas russo, in questo altro contenuto già pubblicato, dal titolo Bonus luce e gas 2022, Draghi: no al gas russo! Nuovi prezzi

Come funziona il congelamento dei beni russi in Italia

Il congelamento dei beni, nei confronti chi finisce nella lista nera dell’Unione Europea, in Italia è possibile in base al decreto legislativo 22 giugno 2007, numero 109, 

Misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attivita’ dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, in attuazione della direttiva 2005/60/CE.

Ciò che dunque è accaduto in Italia è che circa 143 milioni di euro, appartenenti a cittadini russi in black list, risultano ora congelati.

Basti pensare ad esempio a ville, immobili in genere, barche di lusso, che si trovano nel nostro Paese ma sono di proprietà di tali russi.

Ebbene, in seguito alla crisi Ucraina Russia e al congelamento di questi beni, i proprietari non possono disporne, quindi utilizzarli, né trasferirli, né venderli o metterli in affitto.

Insomma, si blocca a monte ogni possibilità di farli fruttare e, detta in parole semplici, di ricavare del profitto quindi denaro da utilizzare poi per altre finalità (in questo caso ad esempio, finanziare la guerra).

Il decreto ha lo scopo dunque di evitare che risorse finanziare “non sospette” come un appartamento ad esempio, possano in realtà finanziare il terrorismo oppure le forniture di armi di distruzione di massa.

È il Comitato di sicurezza finanziaria presso il Ministero dell’Economia, ad occuparsene

adotta ogni atto necessario per la corretta e tempestiva attuazione delle misure di congelamento disposte dalle Nazioni unite, dall’Unione europea e dal ministro dell’Economia e delle Finanze.

Il congelamento dei beni, per legge, dura sei mesi ma eventualmente è rinnovabile, nel momento in cui le condizioni che lo hanno disposto, non mutano.

Le conseguenze della crisi Ucraina Russia in Italia

In questo articolo, abbiamo puntato il focus del discorso sul congelamento dei beni russi, imposto dall’Unione Europea a Mosca.

Abbiamo dunque illustrato il significato di questo provvedimento, il suo funzionamento e ora ci accingiamo invece a spiegare quali sono le conseguenze, dal punto di vista economico, in Italia, a seguito della crisi Ucraina Russia.

Il primo pensiero che si affaccia alla mente riguarda senza dubbio la questione dell‘approvvigionamento del gas per l’Europa.

I Paesi Ue, così come gli Stati Uniti di Biden, hanno annunciato la loro volontà di tagliare i ponti con la Russia, per quanto riguarda l’importazione del gas, cercando altre soluzioni alternative…

Putin ora ribatte che invece sarà lui a interrompere le erogazioni, se non si eliminano le sanzioni sul petrolio. 

Il problema è che, applicando uno stop immediato in tal senso, l’Italia dovrebbe per forza di cose imporre a tutti un razionamento del gas.

La Fondazione Eni-Enrico Mattei, con uno studio pubblicato dal Corriere della Sera, ha ipotizzato cosa potrebbe accadere, se l’Italia da oggi bloccasse le forniture per un anno (includendo dunque tutto il prossimo inverno, vale a dire fine a marzo 2023).

Ebbene, con il massimo dello sforzo possibile, si riuscirebbe soltanto a coprire il 75% del fabbisogno, come avvenuto fino a questo momento. 

La priorità andrebbe comunque all’energia elettrica, sicuramente essenziale per tutti (bisogna pensare anche alle aziende, ai negozi, alle varie attività commerciali come quelle del comparto turistico e della ristorazione e via di seguito).

Motivo per cui si punta molto agli incentivi, nel settore delle energie rinnovabili.

E comunque sia, nonostante tutti gli sforzi, mancherebbero ancora delle risorse per coprire il 100% delle necessità del nostro Paese.

La prospettiva del razionamento del gas è dunque più che plausibile. Ma soprattutto molte aziende energivore potrebbero non farcela, nel sopportare gli aumenti inevitabili per l’acquisto della materia prima.

Crisi Ucraina Russia, riassunto: ultime notizie!

Allo stato attuale delle informazioni, per quanto riguarda la crisi Ucraina Russia, un riassunto veloce vede la città di Mariupol circondata e un possibile attacco su Kiev, nel giro di poche ore.

Purtroppo il vertice appena concluso in Turchia, tra i due ministri degli Esteri è miseramente fallito e la Russia non fa altro che intensificare gli attacchi.

A oggi, ci sono più vittime tra i civili che tra i soldati. Sono oltre due milioni le persone uscite dall’Ucraina, alla ricerca di un riparo nelle terre limitrofe.

Inoltre, è chiara la volontà di Mosca di prendere il controllo delle centrali nucleari. Il governo russo inoltre sta controllando anche tutti i media e dopo aver limitato l’accesso a Instagram, ora tocca anche a Facebook.

Per quanto riguarda Biden, è ormai inequivocabile il suo messaggio: se si arriva a un confronto diretto con Mosca, allora si innesca la terza guerra mondiale.

Il compito della Nato, come sottolinea il suo segretario generale Jens Stoltenberg, è proprio quello di evitare che ciò accada. Il conflitto va arginato nei confini ucraini e non può diventare guerra aperta tra Russia e Nato, con conseguenze devastanti per il mondo intero e tutta l’umanità.

Infatti il mancato assenso a costituire una no fly zone sull’Ucraina si muove proprio in questo senso. Vietare agli aerei militari russi di sorvolare il Paese significa, in maniera inevitabile, schierare delle forze anti-bombardamento, per contrastare eventuali attacchi da parte della Russia.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
764FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate