Ddl Zan, arriverà la mediazione?

Approvato a novembre 2020, dopo un lungo iter il Ddl Zan ntitolato “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“ arriva in Senato. Ma la discussione è una maratona: la mediazione sembra impossibile.

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Martedìì scorso in Senato riprende la maratona Ddl Zan: 19 interventi su 35 iscritti, circa un migliaio di emendamenti. Quasi 700 quellli presentati dalla Lega. Dopo l'incontro di Venerdì Salvini aveva avvertito Letta con un Tweet: "Propongo per l’ennesima volta, una mediazione come chiesto anche dalla Santa Sede". Ma il Pd non è voluto scendere a compromessi: no a qualsiasi modifica del testo approvato dalla Camera. E così, dopo l'ennesima faticosa maratona, alla quale si aggiunge anche la bufera scatenata da Borghi (ilmanifesto.it), il voto rischia di slittare a Settembre. O, nella peggiore delle ipotesi, di trovarsi su un binario morto.

Il lungo iter Ddl Zan

Nel novembre 2020 la Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di legge che ha come relatore il deputato PD Alessandro Zan: 265 voti favorevoli, 193 contrari, un astenuto. I voti a favore sono stati quelli di Pd, M5s, Iv e Leu, mentre Forza Italia, FdI e Lega si erano schierati contro - tolti i cinque deputati azzurri che si erano differenziati dal gruppo presentando il proprio “Sì” (leggioggi.it). E poi?

Una volta approvato dalla Camera, un Disegno di legge dovrebbe essere calendarizzato e quindi esaminato dalla Commissione Giustizia del Senato, composta da membri di tutti i gruppi parlamentari con a capo un ufficio di Presidenza formato dal Presidente della Commissione, da due Vicepresidenti e due segretari, come spiega il sito del Senato.

Ma il Ddl Zan non è stato esaminato dalla Commissione Giustizia per sei mesi circa, a causa di uno Stop in Commissione: una scelta del Presidente, Andrea Ostellari, secondo il quale sarebbe mancata l'unanimità tra le forze politiche.    Il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in Commissione giustizia, la maggioranza è spaccata.Così si era pronunciato il Presidente, avanzando una previsione che i fatti degli ultimi giorni non fanno altro che confermare: un accordo sembra davvero irraggiungibile ancora adesso, dato che dopo i voti sulle pregiudiziali e le sospensive dei giorni precedenti, la discussione di Venerdì scorso è stata una maratona, per venire infine sospesa senza raggiungere accordi (adnkronos.com).

E Martedì, con un migliaio di emendamenti presentati, dei quali quasi 700 da parte della Lega, di certo non ci sono stati avanzamenti.    Se si dialoga, la Lega è pronta a ritirare gran parte degli emendamenti presentati al Ddl Zan. Se invece il Pd continuerà a volere lo scontro, affosserà la legge e la tutela dei diritti di migliaia di persone.Così Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato (ansa.it). Ma il Pd non ha manifestato alcuna intenzione di modificare il testo.

Punti salienti del Ddl Zan

Il Ddl, intitolato “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“, è composto di 10 articoli, che vorrebbero "aggiornare" la legge Mancino contro i reati di razzismo prevedendo pene anche per chi istiga alla violenza omofobica.

I punti cardine del provvedimento prevedono, innanzitutto, di aggiungere ai reati di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa - i quali sono punibili con la detenzione - anche gli atti di violenza o incitamento a violenza e discriminazione basati su sesso, genere, orientamento sessuale ed iidentità di genere.

Altra importante richiesta è quella di aggiungere ai reati punibili con la detenzione anhce quello di istigazione contro i disabili.

Inoltre la punizione del reato di omofobia dovrebbe prevedere, come nel caso degli altri reati di discriminazione razziale, etnica e religiosa, dunque seguendo la dicitura dell'articolo 604 bis del codice penale, "la reclusione fino a un anno e sei mesi, o una multa fino a 6.000 euro, per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sulla disabilità; e la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sulla disabilità" (agi.it).

Un altro punto cardine del Ddl Zan è l'istituzione, il 17 maggio, della Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, "al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione".

Giornata per la quale sarebbe prevista, sempre stando al testo del Disegno di legge, una serie di iniziative nelle scuole, a partire dalle elementari, "al fine di sensibilizzare fin dall'infanzia sulle tematiche di inclusione".

Articolo fondamentale del Ddl è poi la "revisione" delle varie definizioni: “Per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico, per genere qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale, si intende l'attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione".

Poi, la clausola "salva idee": "Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti".

Infine, è richiesta l'apertura di centri anti-violenza specializzati in orientamento sessuale e identità di genere, così come quelli già esistenti correlati alla violenza contro le donne.

Per leggere il testo completo del Ddl Zan: Senato.it.

Ddl Zan: i punti critici

Di certo uno dei più grandi ostacoli all'approvazione del Ddl Zan, nonché punto cruciale del Disegno di legge, sembra essere la teoria gender, che vorrebbe modificare, almeno sulla carta, la distinzione tra uomo e donna attualmente considerata valida: un punto delicato a livello bioetico e filosofico.

Altro articolo dolente riguarda le modifiche in materia di diritto penale: il Vaticano in primis non si è tirato indietro, esprimendo la propria perplessità di fronte alla creazione di un “reato di opinione” verso coloro che non sono d’accordo con la teoria gender, il cambio di sesso e le unioni gay.    Fermate la legge, viola il Concordato.Queste le parole del Vaticano riportate da Il Corriere della sera.

Ultimo grande e complicato ostacolo è l’articolo 7, relativo alla Giornata nazionale contro discriminazioni e violenze di natura omofobica: per molti non è chiara infatti la necessità di dover organizzare, oltre alle cerimonie ed manifestazioni pubbliche, anche iniziative di sensibilizzazione al tema che coinvolgano scuole. La proposta di Lega e Fratelli d'Italia a questo proposito? Eliminare espliciti e diretti riferimenti all'omosessualità, e trasformare il 17 Maggio nella Giornata nazionale contro ogni tipologia di discriminazione, non necessariamente legata al sesso e all’identità di genere (ilpost.it). Una proposta che chiaramente è stata respinta.

Ddl Zan: le opinioni in Senato

Martedì in Senato si è assistito alla lotta degli emendamenti: quasi un migliaio, di cui 672 da parte del Carroccio, più 20 di Calderoli, ma anche 4 da Italia Viva, che vorrebbe trasformare la “finalità” del provvedimento ed eliminare il riferimento all’identità di genere - ovvero la dicitura che tutela le persone trans. 134 gli emendamenti presentati poi da Forza Italia, 127 da Fratelli d'Italia, circa 80 dalla sola Binetti, senatrice Udc. Altri 4 dalle Autonomie (open.online.it).    Come volevasi dimostrare, dopo tre settimane di appelli accorati al dialogo e dopo centinaia di dichiarazioni in cui si sosteneva l'importanza di approvare una legge contro l'omotransfobia, alla prova dei fatti la Lega ha presentato 700 emendamenti.

Queste le amare parole del senatore Mirabelli, capogruppo dem in commissione Giustizia e vicepresidente del gruppo (areadem.info).

Tra attacchi e passi falsi non poteva, infine, mancare una bella ciliegina sulla torta: la bufera Borghi, il quale, al terzo giornalista che gli avrebbe domandato se sia vaccinato o meno, si sarebbe sfogato tirando in ballo la comunità LGBT insieme a sieropositività e profilassi. Letta, di fronte allo spettacolo, ha chiesto a Salvini coerenza prima di avanzare qualsiasi proposta di mediazione. Intanto, per l'ennesima volta, Alessandro Zan elimina la prospettiva di qualsiasi dialogo.

La conclusione? Una situazione immobile: da una parte, si affermano pronti ad accettare il Disegno di legge e ritirare alcuni degli emendamenti, se sarà sottoposto a modifiche e ricalibrazioni degli atricoli più discussi. Dall'altra, un muro di convinzione ed irremovibilità, contro al quale ogni passo in avanti sembra destinato a fallire. Del resto si sapeva che questo Disegno di legge avrebbe dovuto affrontare un iter lungo e complicato: Ovadia ci aveva visto lungo, l'unanimità sembrava un traguardo irraggiungibile e, nonostante le maratone, lo sembra ancora adesso.

Rinviare il Ddl Zan a Settembre?

Oltre al nulla di fatto, da domani in Senato si dovranno affrontare altri tre decreti che sono assolutamente da convertire prima della pausa estiva: il Dl Sostegni bis, il Dl Recovery e quello sulla Cibersecurity.

Tutti motivi in più per pensare che la discussione sul Ddl Zan slitterà a Settembre.

Oppure, come i più pessimisti inizieranno certo a presentire, che la destinazione di questo iter così complesso e dolente sarà quella di un binario morto. Magari in attesa di tempi più maturi.

https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1416342860740321282?s=20