Come viene affrontata la disabilità cognitiva sul lavoro?

Quando si parla di disabilità quello che salta alla mente è sempre una qualche malformazione fisica, ma come affrontiamo le disabilità cognitive? E soprattutto come sono riconosciute nel mondo del lavoro? Vediamo come alcuni importanti progetti mirano ad inserire nell'ambiente lavorativo le persone svantaggiate nel modo più corretto possibile.

Image

Secondo una stima del Censis (istituto di ricerca socioeconomica italiano) pubblicata a Roma nel maggio 2014 “I disabili, i più diseguali nella crescita delle diseguaglianze sociali”, la percentuale di persone disabili è pari al 6,7% della popolazione mondiale.

Ogni giorno, 4,1 milioni di persone sono costrette a dover affrontare situazioni di vita difficoltose a causa della loro condizione. La disabilità, come viene definita dall'enciclopedia Treccani è:

"una condizione di coloro che presentano durature malformazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri."

Inserite in un contesto sociale, si nota che sia la disabilità fisica sia la disabilità cognitiva vengono affrontate in modi diversi. È molto più facile trovare studi, ricerche e proposte sociali riguardanti la disabilità fisica.

Per questo, è importante porre maggiore attenzione sulla disabilità cognitiva, attraverso l’approfondimento delle iniziative sviluppatesi per facilitare l'inserimento di pazienti disabili nel mondo del lavoro e sulle norme che li tutelano.

Parliamo di Disabilità cognitiva

"L'aggregato o la capacità globale dell'individuo di agire con uno scopo, di pensare razionalmente e di confrontarsi in maniera efficace con il proprio ambiente"(Wechsler, 1944)

Con il termine aggregato Wechsler intende specificare che l'intelligenza è costituita da elementi o abilità che si differenziano a livello qualitativo; attraverso il termine globale invece, prende in considerazione la totalità del comportamento dell'individuo.

In ogni soggetto si hanno dei fattori che determinano lo sviluppo corretto e completo dell'intelligenza, questi fattori si individuano in tratti e attitudini come: la pianificazione e la consapevolezza dell'obbiettivo, l'entusiasmo, la dipendenza-indipendenza, l'impulsività, l'ansia e la perseveranza.

Questi fattori non sono misurabili attraverso test scientifici bensì valutabili tramite l'osservazione diretta del comportamento quotidiano dell'individuo già partendo dalle età più giovani. Infatti, se questi fattori determinanti per l'intelligenza dell'individuo non sono presenti nella loro totalità il soggetto non riesce a svolgere le sue abilità quotidiane, ovvero vengono diagnosticate disabilità cognitive.

Le disabilità cognitive sono riscontrabili nell’incapacità o la limitazione nello svolgere quelle attività che possiamo ritenere essenziali per la vita quotidiana.Due degli aspetti più seri delle disabilità cognitive riguardano:

  • le disabilità dello sviluppo; come l'autismo incidono sulle capacità di relazione e interazione con gli altri e su comunicazione e linguaggio.
  • le disabilità nell'apprendimento; possono riguardare la memoria, la percezione, la capacità di comprensione dei concetti e di risoluzione di problemi.

La prima tipologia di disabilità è più invasiva poiché l'individuo non è autonomo, infatti il disabile dovrà essere accompagnato da un operatore ed in alcuni casi agire attraverso esso; la seconda tipologia è più lieve poiché di solito si presenta in modo circoscritto in persone dotate di un’intelligenza perfettamente normale o addirittura sopra la media: un caso tipico è quello di molte persone dislessiche e disgrafiche.

Tipologie di disabilità cognitiva

Fra le principali forme di disabilità cognitiva insorgono il ritardo mentale, l'autismo (infantile, atipico) ed la Sindrome di Asperger.Il ritardo mentale è una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, caratterizzata soprattutto da compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza, cioè quelle cognitive, linguistiche, motorie e sociali.Il ritardo mentale si ramifica in 3 criteri distinti:

  1. deficit delle funzioni intellettive (ragionamento, problem solving, pensiero astratto, apprendimento scolastico e dell'esperienza).
  2. deficit nel funzionamento adattivo, consistente in un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali per l'indipendenza personale e la responsabilità sociale; essi limitano il funzionamento e le attività come la partecipazione sociale e la vita autonoma.
  3. Insorgenze di deficit intellettivi e adattivi nell'età evolutiva.

L'autismo è una forma di disabilità caratterizzata da una marcata compromissione dell’uso di comportamenti non verbali (contatto di sguardo, espressione facciale, postura del corpo) per regolare l’interazione sociale; da un'assenza o estrema povertà del linguaggio (uso stereotipato e ripetitivo senza valore comunicativo); dalla presenza di movimenti ripetitivi (sfarfallare delle mani e delle dita, saltellare, dondolare), rituali non funzionali con oggetti o parti di oggetti ed infine reazioni angosciose e catastrofiche.

I criteri per riconoscere le varie forme di autismo da quello infantile a quello atipico sono: difficoltà a socializzare con altri bambini, impressione di difficoltà visive e auditive (allucinazioni), difficoltà nell'apprendimento, incoscienza per i pericoli reali, opposizione ai cambiamenti, mancanza dell'espressione mimica e gestuale, rigidità fisica, scarsa o mancante affettuosità, iperattività fisica accentuata, difficoltà a sostenere lo sguardo, attaccamento morboso a oggetti, azioni ripetitive nei giochi, predilezione per giochi o attività "a solo" diverse da quelle degli altri bambini.

La sindrome di Asperger è un disturbo caratterizzato dallo stesso tipo di compromissione qualitativa dell'interazione sociale che è propria dell'autismo, insieme ad un repertorio limitato, stereotipato e ripetitivo di interessi ed attività. Esso differisce dall'autismo principalmente perché non vi è nessun ritardo globale del linguaggio e dello sviluppo cognitivo. Questo disturbo è frequentemente associato ad una marcata goffaggine motoria. Le anormalità mostrano una forte tendenza a persistere nell'adolescenza e nella vita adulta.

Sostegno alla disabilità cognitiva

Nonostante le norme, le leggi stipulate per la creazione e la tutela di posti di lavoro adeguati, le persone con disabilità trovano ancora molta difficoltà nella loro piena integrazione in ambito lavorativo, continuando a lottare per poter ottenere uno dei diritti fondamentali per l’uomo.

In risposta alle tante richieste di aiuto da parte di numerose persone con disabilità, sono nati progetti, studi e iniziative per un migliore inserimento all’interno di un team lavorativo. La creazione di questi tipi di progetti ha come scopo fondamentale quello di riuscire a creare, per il disabile, un ambiente familiare all'interno dell'azienda in cui verrà collocato.

Si mira ad un rapporto di pari opportunità, privo di discriminazioni, fra colleghi, in modo che la persona disabile non ne risenta durante lo svolgimento di tutta la sua attività.

Fondazione Adecco

"Crediamo nel lavoro come valore per le persone con disabilità ed in condizioni di svantaggio. Crediamo nelle persone come risorsa per le aziende che vogliono crescere”.

Questo il motto della Fondazione Adecco per le pari opportunità.

Dal 2001, la fondazione nasce con lo scopo di creare opportunità lavorative tra aziende e richiedenti lavoro, tenendo conto delle necessità di una azienda, cercandole di fondere con i bisogni e le caratteristiche dei lavoratori.

La Fondazione si avvale di figure specializzate come psicologi e assistenti sociali, i quali cercano di individuare il livello di disabilità cognitiva secondo parametri specifici al fine di inserire l'individuo nel contesto lavorativo più adatto alla sua patologia.

Da 15 anni la Fondazione collabora con varie tipologie di aziende con le quali concorda, a seconda delle richieste di quest'ultime e del livello di disabilità dell'individuo, diversi tipi di corsi, cercando sempre di costituire gruppi omogenei.

In linea generale le metodologie utilizzate per l'integrazione del futuro lavoratore sono simili per tutte le aziende. Vengono utilizzate forme di indagine indiretta, attraverso questionari che possono essere personalizzati e adattati agli eventuali “special need” dei lavoratori con disabilità.

Lo scopo di questi strumenti per l'integrazione è quello di indirizzare il disabile verso obiettivi realistici, evitando in tal modo di inserire la persona nell'ambiente sbagliato, facendole svolgere compiti e funzioni non appropriati alle sue reali competenze. Un aspetto fondamentale dell’interazione per la persona disabile è quello di non restare mai da soli.

Per questo motivo si predilige il lavoro di gruppo e soprattutto un lavoro che non comporti rischi, opportunatamente supportato dalla terapia farmacologica e psicologica grazie alla quale, i disabili psichici possono svolgere svariati impieghi.

Vediamo come la Fondazione si racconta attraverso il video "Fondazione Adecco per le pari opportunità - chi siamo" nel loro canale Youtube, The Adecco Group Italy

Progetto “Webable”

Offrire ad un disabile cognitivo un impiego gratificante ha valore non solo di integrazione, ma anche di realizzazione personale. La difficoltà che una persona affetta di disabilità cognitiva può incontrare è quella nella relazione e nella comunicazione con il cliente.

“Webable” nasce come progetto volto alla creazione di una figura lavorativa che ha il compito di occuparsi dei contatti con i clienti tramite il web, in questo modo il disabile viene proiettato in un contesto di networking in continuo sviluppo. Le persone con disabilità selezionate per poter assumere questo ruolo vengono preparate tramite un corso di formazione dalla durata di 60 ore, attraverso il processo di brain building e l’utilizzo del programma di arricchimento strumentale (PAS).

Lo scopo è quello di offrire al disabile nozioni di conoscenza sufficienti per la creazione, la modifica e la gestione di aree di E-commerce, tramite le quali le aziende vendono i loro prodotti. Le barriere che questo progetto cerca di scardinare, sono quelle ideologie radicate a causa delle quali difficilmente un disabile cognitivo viene visto come soggetto produttivo.

Il dovere normativo al quale le aziende non possono sottrarsi, e la praticità del progetto, fanno si che i pazienti disabili abbiano tutti i mezzi necessari per valorizzare la loro capacità lavorativa, attraverso anche tutti gli strumenti che il web può offrire.

Progetto T.O.B.I.

La collocazione di disabili a livello fisico in un’azienda è un compito talvolta più arduo rispetto a futuri lavoratori con altri tipi di patologie. La difficoltà maggiore sta nell’attrezzare nel modo più consono gli ambienti di lavoro, in modo tale da permettere alle persone con tali difficoltà motorie di potersi muovere con più facilità all’interno del luogo di lavoro.

T.O.B.I.:

“This is a large European integrated project which will develop practical technology for brain-computer interaction (BCI) that will improve the quality of life of disabled people and the effectiveness of rehabilitation".

Nato dalla collaborazione di molte onorevoli università Europee, coordinate da l'Ecole Polytechnique Fédérale di Lausanne, T.O.B.I. ha lo scopo di sviluppare prototipi meccanici capaci di muoversi attraverso interazione "cervello-computer" con altre tecnologie assistive.

Quest'ultime si basano sui segnali emanati dell'elettroencefalogramma (EEG) che registra l'attività elettrica cerebrale grazie ad elettrodi di superficie attaccati ad un casco che viene posizionato sulla testa dell’individuo selezionato. Il computer, senza interferire con l’attività celebrale del soggetto, tramite upload, trasforma l’impulso celebrale in un input che viene inviato alla macchina. Il prototipo meccanico quindi, dopo aver ricevuto il comando, risponderà e si muoverà in base al segnale celebrale iniziale.

Questo progetto, oltre ad essere importante dal punto di vista dello sviluppo di nuove tecnologie, risulta essere rilevante per il processo di “recupero motorio”. Per le persone con notevoli disabilità fisiche, la possibilità di poter recuperare in modo surrogato una qualsiasi forma di abilità, può addirittura divenire una priorità. Grazie a questo progetto, il disabile può fondere mente e corpo in un semplice input, promuovendo in questo modo anche il processo di sviluppo della neuro-sfera.