Draghi: “Non disponibile a nuovo mandato”. Speriamo non sia la solita fake news

Nell’ultima (speriamo) conferenza stampa tenuta da Presidente del Consiglio, Mario Draghi si è soffermato in particolare sulla situazione.

Nell’ultima (speriamo) conferenza stampa tenuta da Presidente del Consiglio, Mario Draghi si è soffermato in particolare sulla situazione economico/finanziaria che il suo Governo lascia al Paese.

A mio avviso l’eredità di Draghi è catastrofica, lui invece ha dipinto una situazione quali idilliaca.

Allora, il Presidente del Consiglio dimissionario ha dato il via libera al Decreto Aiuti/Ter. Io ribadisco che già questo è un indicatore, un segnale allarmante, il perché è semplice.

 

Se si ha la necessità di fare ancora un Decreto, il terzo, per aiutare famiglie ed imprese (ma poi vedremo che la maggior parte di questi aiuti non andranno alle famiglie ed alle imprese), comunque, se ne deve dedurre che la situazione economica dell’Italia è perlomeno critica, per non dire disastrosa.

Per decenni dal dopoguerra i Governi che si sono succeduti non hanno avuto la necessità di aiutare con bonus milioni di italiani che letteralmente non ce la fanno più, semplicemente perché il tenore di vita degli italiani migliorava di anno in anno, visto che la nostra economia cresceva.

Se abbiamo avuto la necessità, solo riferendoci al Governo Draghi di fare non uno, non due, ma addirittura tre decreti che lo stesso Governo definisce “aiuti”, significa che non si era operato bene, avendo fatto sprofondare milioni di italiani sotto la soglia della povertà e quindi bisognosi di aiuti.

Questi aiuti, che poi vedremo si riducono a spiccioli, non servono agli italiani per andare a divertirsi, servono per aiutarli a pagare le bollette, ossia delle spese improcrastinabili ed assolutamente primarie, ed ad aiutarli a pagare le bollette, non a pagare le bollette.

Spero di esser stato chiaro.

Vediamo allora quali sono i punti principali di questo Decreto Aiuti/Ter.

Il Governo ha prorogato la riduzione delle accise sui carburanti. Ci mancasse! Le accise sui carburanti andrebbero eliminate, non ridotte di poco, e solo per un mese e mezzo. Ricordo che la maggior parte di quelle accise noi continuiamo a pagarle.

Poi un bonus di 150 euro, naturalmente una tantum, a coloro che hanno un reddito annuo inferiore a 20.000 euro lordi. Insomma una elemosina.

Di fatto gli aiuti finiscono qui. Perché una cifra non specificata da Draghi, ma che certamente è la parte più cospicua del provvedimento, serve per accelerare le riforme strutturali del Pnrr.

Insomma dobbiamo tirar fuori dei soldi e tanti, per farcene prestare degli altri che ovviamente dovremo poi restituire con gli interessi.

Da questo punto di vista Draghi mostra la sua indole di banchiere, sapete infatti cosa risponde il banchiere al cliente che chiede un finanziamento. Risponde, “sì nessun problema, fammi un versamento di pari importo che posso mettere a garanzia così ti erogherò il prestito”.

Ed al cliente non rimane che rispondere a sua volta: No scusa, voi pensate che se avessi i soldi che mi chiedete di versare per poi metterli a garanzia, sarei venuto a chiedere un prestito?

Ma in Europa funziona così, il Pnrr funziona così. E poi ci vengono a dire che l’Europa neanche ci presta, proprio ci regala i soldi … e c’è anche chi ci crede!!! Dai lasciamo stare.

Un’altra parte cospicua di questo decreto aiuti andrà a finanziare le rinnovabili, altri sperperi, altri soldi buttati.

Ok ma questo è nulla, adesso arriva il bello.

Sentite cosa dice Draghi.

 «Per inciso siamo a 14 miliardi oggi, più 17 miliardi del decreto bis, arriviamo a un importo di circa 31 miliardi. Sembra rispondere alla richiesta di uno scostamento di 30 miliardi, a meno che non si pensi a uno scostamento ogni mese». Interventi che «si aggiungono ai quasi 50 dei mesi scorsi. Nel complesso parliamo di una cifra pari al 3,5% del Pil, che ci pone tra i Paesi che hanno speso di più in Europa.

E qui Draghi dimostra anche di non conoscere nemmeno l’ammontare del Pil italiano, i numeri li fornisce lui ossia 30 miliardi (per la precisione 31, quindi a maggior ragione, ma non importa) in questi ultimi due decreti, più 50 miliardi dei mesi scorsi fanno 80 miliardi, giusto? Ebbene il Pil italiano è poco meno di 1800 miliardi, 1.781 per la precisione, quindi si tratta del 4,5% del Pil non il 4,5%.

Oltretutto è un dato che, nella sua ottica, è anche più significativo. Non è capace nemmeno di fare i calcoli quando sono a suo favore.

Vabbé chiudiamo questa parentesi e torniamo alle dichiarazioni di Draghi, perché ora arriva il bello. Dice Draghi:

L’andamento dell’economia italiana ci consente di aiutare famiglie e imprese senza fare uno scostamento dei conti pubblici. Ripeto: sostegno all’occupazione, crescita per imprese e famiglie e più deboli: questa è l’agenda sociale del governo che ho avuto l’onore di presiedere. Non c’è motivo che ci si discosti se la crescita è accompagnata dall’equilibrio dei conti: le risorse ci sono. Quello che conta è che le riforme continuino: quello è l’ambiente favorevole per la crescita. La crescita non è prodotta dai governi ma dagli italiani”.

Allora Draghi, in parole povere, ci sta dicendo che sono stati erogati questi 80 miliardi senza aumentare il debito pubblico? E allora da dove li ha presi?

Ce lo dice lui, Non c’è motivo che ci si discosti se la crescita è accompagnata dall’equilibrio dei conti: le risorse ci sono Sapete vero la traduzione di questa frase? Significa: non serve fare ulteriore debito, l’economia va talmente bene che gli italiani hanno versato più tasse, quindi per il Governo non si è reso necessario fare ulteriore debito, i soldi ci sono, sono quelli delle tasse degli italiani.

Non vi sentite cari ascoltatori presi per i fondelli? Io sì!

Ma poi vedete come conclude: Quello che conta è che le riforme continuino: quello è l’ambiente favorevole per la crescita Capito? Quello che conta è che le riforme continuino, e di quale riforme parla? Ma di quelle porcate che ci impone l’Europa.

Noi dobbiamo fare delle riforme, che sono porcate, solo così l’Europa ci presta i nostri soldi! I nostri soldi!

E la presa per i fondelli finale è poi il top: “La crescita non è prodotta dai governi ma dagli italiani”, Mario non abbiamo dubbi, non abbiamo dubbio alcuno che non siano i Governi, e men che mai il tuo, a generare la crescita, ma soltanto il lavoro dei cittadini italiani.

Ed infine Draghi ha ribadito di non essere disponibile per guidare un nuovo Governo. Lo vorrei ben vedere! Dopo questa esperienza, mai più Draghi a Palazzo Chigi, mai più!

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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