Ecco cosa sta accadendo in Ucraina

La notizia del giorno è ovviamente la crisi russo/ucraina, argomento che avevo già trattato nei giorni scorsi, oggi però ci sono novità importanti.

La notizia del giorno è ovviamente la crisi russo/ucraina, argomento che avevo già trattato nei giorni scorsi, oggi però ci sono novità importanti, che vanno commentate, tuttavia è bene specificare il susseguirsi degli eventi.

Allora partiamo dalla Crimea che era una regione assolutamente filo russa, oltre ad essere una penisola straordinariamente importante dal punto di vista geopolitico.

Occorre specificare che alla “nascita” dell’Ucraina, avvenuta ovviamente in contemporanea all’esplosione dell’Unione sovietica, forse già lì si era compiuto un errore, ossia considerare la Crimea territorio ucraino.

Allora ho detto che la Crimea è una penisola, ed in effetti, geograficamente, è così, ma di fatto è come se fosse un’isola perché a nord è “attaccata” al continente (in territorio ucraino) solo attraverso un istmo, ossia una striscia di terra, mentre ad est è collegata alla Russia attraverso un ponte.

Insomma non si poteva dire che la Crimea era Ucraina, oltretutto perché la quasi totalità della popolazione era russa.

Quindi quella che è stata passata come una annessione della Crimea da parte della Russia nella realtà a mio parere è stata soltanto la correzione di un errore, ossia quello di aver considerato la Crimea terra ucraina, non lo è mai stata, la Crimea è Russia.

Ed a confortare il mio pensiero voglio ricordare che il passaggio della Crimea alla Russia è avvenuto a seguito dell’esito di un referendum nel quale il 95,4% degli elettori si sono espressi per il ritorno alla madre Russia col nome di Repubblica di Crimea.

Poi sappiamo cosa accadde dopo, le celeberrime sanzioni volute dagli Stati Uniti che praticamente non hanno rapporti commerciali con la Russia, quindi gli Usa dalle sanzioni non hanno perso nulla, a perderci in particolare gli europei e soprattutto l’Italia.

Era necessario che ricordassi la vicenda della Crimea per capire le differenze con il Donbass.

Allora, il Donbass è una regione nella parte orientale della Ucraina, ed è una regione, come la Crimea, abitata prevalentemente da russi, anche se in percentuale inferiore rispetto alla Crimea. I russi si sono sempre lamentati per il trattamento discriminatorio fatto ai loro danni dalla popolazione e dal Governo ucraino.

In questa regione ci sono due città importanti, la prima nettamente la più grande delle due è Donetsk, una città di un milione di abitanti che con l’area metropolitana raddoppiano. 

È una città che gli appassionati di calcio conoscono ormai da tempo per la squadra locale, spesso impegnata e rivale di squadre italiane nelle principali coppe europee, lo Shakhtar, fra l’altro al momento allenata da un allenatore italiano.    

Donetsk si trova a meno di 100 chilometri dal confine russo.

L’altra città è più piccola, ha circa 400.000 abitanti si tratta di Luhansk o Lugansk a seconda se si vuol pronunciarla in ucraino oppure in russo, e si trova veramente vicinissima, a pochi chilometri dal confine con la Russia.

Ebbene queste due province, ossia la provincia di Donetsk e quella di Luhansk nel 2014, quindi quasi otto anni fa, si sono dichiarate indipendenti dal Governo di Kiev, la capitale dell’Ucraina.

Una piccola precisazione, la regione del Donbass è un po’ più grande delle due province indipendentiste, ma insomma, giornalisticamente, la guerra che ne è susseguita viene comunemente denominata guerra del Donbass, sta di fatto, che per essere precisi, a voler rendersi indipendenti sono le due Province, quella di Donetsk e quella di Luhansk.

Ebbene al momento nessuno comunque aveva riconosciuto le due province come stati indipendenti. La novità è appunto questa.

Vladimir Putin, in diretta televisiva, ha annunciato il riconoscimento delle due province come Stati indipendenti dall’Ucraina. E qui ora è necessario fare una precisazione.

Riconoscere degli Stati, certo, politicamente, ha un aspetto rilevante, ma non è un crimine, è semplicemente ripeto una azione politica.

Poi ovviamente tutte le regioni che reclamano indipendenza è chiaro che troveranno opposizione anche militare da parte del Governo centrale.

A mia memoria soltanto la divisione della Cecoslovacchia, in Repubblica Ceca e Slovacchia è avvenuta nella maniera più pacifica possibile, un giorno parleremo anche di quel fatto che è stato del tutto dimenticato.

La dichiarazione di indipendenza di una regione è ovvio che provoca un conflitto.

Ma se riconoscere i nuovi Stati, ossia la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Luhansk, da parte della Russia non può ritenersi un atto eversivo, diverso è inviare truppe in quelle regioni, certo definendo quella manovra una operazione di mantenimento della pace, di peacekeeping come normalmente la definiamo utilizzando il termine anglosassone.

E’ una presa per i fondelli definire quella adottata dai russi una operazione di peacekeeping? E quante operazioni burla di peacekeeping abbiamo fatto noi, noi occidentali intendo, in giro per il mondo?

Comunque al di là di addossarsi colpe reciprocamente, io voglio essere coerente con i miei principi, quindi riconoscere nuovi Stati indipendenti è, a mio avviso, sempre lecito, portare mezzi militari in altri Stati … no!

E a tal proposito nasce spontaneo un esempio che potremmo fare sul nostro territorio.

Se domani il sud Tirolo, o Alto Adige, chiamate quella provincia, quel territorio, come volete, dicevo se domani il Sud Tirolo si dichiarasse indipendente e l’Austria lo riconoscesse come Stato indipendente, non avrei nulla da rimproverare agli austriaci.

A proposito, e qui apro una parentesi, se domani il Sud Tirolo o Alto Adige si dichiarasse indipendente personalmente sarei per concedergli subito l’indipendenza, senza aspettare nemmeno un minuto … con quello che ci costa … ma comunque ovviamente Roma, intesa come il Governo centrale certamente reagirebbe ed in maniera anche violenta.

Tuttavia, ripeto, riterrei nelle sue prerogative che, ad esempio l’Austria ritenesse di riconoscere il nuovo Stato indipendente del Sud Tirolo.

Completamente diverso sarebbe qualora l’Austria, contemporaneamente alla dichiarazione di indipendenza del Sud Tirolo, mandasse delle proprie truppe a presidiare il nuovo Stato.

È chiaro che riterrei in quel caso doverosa una risposta militare anche da parte del nostro Stato.

Quindi, arriviamo alla conclusione.

Riconoscere da parte della Russia l’indipendenza dall’Ucraina da parte delle province di Donetsk e Luhansk è un atto lecito, l’invio di truppe a presidiare quei territori no.

Detto questo, io poi sono assolutamente contrario alla istituzione di nuove sanzioni nei confronti della Russia, possiamo criticare il comportamento tenuto dai russi, ma questo non deve andare a penalizzare i rapporti commerciali con la Russia.

Non devono essere le nostre aziende che intraprendono rapporti commerciali con la Russia a pagare lo scotto, soprattutto se queste sanzioni vengono imposte dagli americani che non hanno alcuna ripercussione economica dall’introduzione appunto di queste sanzioni.

Noi abbiamo bisogno della Russia, i russi ci amano, questo occorre sottolinearlo, il popolo russo ama l’Italia più di ogni altro Stato occidentale, quindi non roviniamo questi rapporti di carattere commerciale, ma anche di carattere culturale.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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