Economia italiana sull’orlo di una crisi epocale

Qual è la situazione nella quale versa attualmente l’economia italiana?

Qual è la situazione nella quale versa attualmente l’economia italiana? Domanda dalla risposta non semplice, perché non pare ci sia una risposta univoca, ed oltretutto le varie risposte differiscono in maniera molto significativa.

Se stiamo a quel che dice il nostro Governo e le varie Istituzioni nazionali, come ad esempio la Banca d’Italia, l’anno che è appena trascorso, ossia il 2021 è risultato, dal punto di vista economico, straordinariamente positivo.

Il Prodotto Interno Lordo del nostro Paese è salito del 6,6% o forse più prudentemente avremmo dovuto utilizzare il condizionale e dire che nel 2021 il Pil del nostro Paese sarebbe salito del 6,6%.

Certo sappiamo che il dato ufficiale della variazione del Pil, viene comunicato solo tre mesi dopo la data di riferimento, insomma tanto per capirci, il dato ufficiale dell’anno 2021, quello al 31 dicembre 2021 lo conosceremo solo il prossimo 31 marzo.

Tuttavia le rilevazioni intermedie che vengono eseguite, quelle al 31 gennaio ed al 28 febbraio sono sempre risultate estremamente attendibili, quindi se il dato ufficiale al 31 marzo differirà dalla stima del 28 febbraio, che ribadisco è +6,6%, differirà di decimi di punto forse un decimo, al massimo due decimi.

Ipotizziamo quindi che venga confermato il dato del 6,6%, effettivamente è un dato fra i più alti in assoluto della nostra storia, tuttavia ha essenzialmente una motivazione, ossia è dipeso fondamentalmente dal crollo verticale avuto l’anno precedente, ossia il 2020, chiamiamolo l’anno del Covid e delle chiusure.

Quindi il dato del 2021 in gergo finanziario viene comunemente denominato “rimbalzo”, e non è stato pure un rimbalzo completo visto che il ribasso del 2020 è stato, almeno ufficialmente, calcolato in un -8,9%.

Per tornare quindi ai valori pre crisi, diciamo al Pil del 2019 la crescita avrebbe dovuto essere del 9,77%, sapete infatti che, dopo un calo, per ritornare sui livelli precedenti occorre avere una crescita percentualmente superiore al calo.

Le previsioni di crescita del nostro Pil per il 2022 ovviamente non sono univoche. L’ultima stima redatta dall’Unione europea è per una crescita del 4,1%, più prudente il Fondo Monetario Internazionale la cui stima si ferma al 3,8%. 

Tuttavia, almeno al momento, entrambe le stime consentirebbero al nostro Pil alla fine dell’anno in corso di tornare sui livelli pre Covid.

Anche con questi dati previsionali non dovremmo esultare in quanto la stragrande maggioranza dei Paesi europei tornerebbe sui livelli pre-Covid prima di noi, ma il problema è un altro.

Il problema è che questi dati, sia il dato del 2021 che quello previsionale del 2022, ai cittadini … non risultano. 

Certo ci possono dire che noi, con un’espressione brusca, ma popolare, insomma … le persone comuni fanno … i conti della serva, mentre quel che vale sono i dati ufficiali.

Però quando c’è una differenza, diciamo di “sentiment”, così marcata fra i dati ufficiali e ciò che percepisce la cosiddetta “gente”, non è molto chiaro chi stia sbagliando.

Perché vedete se è la quasi totalità delle persone a ritenere di aver peggiorato, e non di poco, negli ultimi due anni il proprio tenore di vita, hai voglia a dir loro che non è così, anzi che si sono arricchite, o meglio che alla fine dell’anno in corso l’Italia sarà più ricca rispetto alla fine del 2019.

Andiamolo a raccontare a coloro che gestivano le tante partite Iva che sono state chiuse, andiamolo a dire ai tanti che non ricevono più uno stipendio perché non hanno ceduto e non si sono piegate all’inoculazione.

Insomma i nostri saranno anche “i conti della serva”, ma a noi sembrano i conti reali … quelli veri.

Ma naturalmente non finisce qui.

Diamo anche per corretto il dato del 2021, ossia +6,6%, ma per il 2022 l’effetto conflitto Russia/Ucraina con le sanzioni e l’impennata dei prezzi energetici certamente inciderà in maniera significativa e soprattutto in maniera negativa sulle previsioni fatte ad inizio anno.

Già le stime erano in calo rispetto a quelle fatte precedentemente, ora la revisione al ribasso ci aspettiamo sia decisamente più marcata. 

Ma d’altronde, scusate, a me giungono voci di una situazione economica, soprattutto per le piccole e medie industrie, più che allarmante, quasi disperata.

Imprenditori mi dicono che potranno resistere ancora per alcune settimane (settimane!!! Né anni né mesi, solo settimane) poi saranno costretti a chiudere.

Conosco solo io imprenditori particolarmente pessimisti oppure …

Direi di no, che non sono solo io a conoscere imprenditori pessimisti, leggo da TrevisoToday: Gas, prezzi alle stelle: il gruppo Pro-Gest sospende la produzione

Allora il Gruppo Pro-Gest non è un’aziendina è una bella realtà attiva nel nord Italia con stabilimenti nelle provincie di Padova, Trento, Ferrara, Macerata, Mantova e Lucca.

Si tratta di un gruppo industriale attivo nel settore della carta, uno dei più importanti in Italia, dà infatti lavoro a oltre 400 dipendenti.

Il motivo dello stop alla produzione è l’aumento vertiginoso del prezzo del gas, pensate che, sempre come riporta Treviso Today, l’azienda vendeva la carta a 680 euro la tonnellata ed ora viene a costare a lei 750 euro a tonnellata solo di costi energetici. 

Francesco Zago, Amministratore Delegato della Pro Gest ha dichiarato:

il prezzo del gas naturale oggi è di oltre dieci volte superiore rispetto a dodici mesi fa ed è triplicato in poco più di una settimana. Ci auguriamo sinceramente di poter riprendere la produzione non appena le condizioni lo consentiranno e chiediamo alle istituzioni di intervenire per salvaguardare interi comparti produttivi, messi oggi fuori mercato da un aumento incontrollato dei costi.

Insomma, se non è un allarme questo!!!

Ed allora mi chiedo: anche questi sono i conti della serva?

Eppure per il nostro Governo … va tutto ben … madama la marchesa.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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