Elezioni comunali, vince ancora l’astensione

Domenica e lunedì, si sono tenute le elezioni comunali in ben 595 città, fra queste anche 13 capoluoghi di provincia.

Domenica e lunedì, si sono tenute le elezioni comunali in ben 595 città, fra queste anche 13 capoluoghi di provincia, e per l’ennesima volta l’affluenza è stata in calo.

Il dato definitivo dell’affluenza al voto, infatti, è stato del 59,3% quindi meno di 6 italiani su dieci si è recato alle urne, ennesimo record negativo.

Il dato dell’astensione, quindi, è quello più rilevante di questa tornata elettorale, ma innanzitutto vediamo l’esito di queste elezioni, elezioni che erano attese anche con una certa curiosità poiché decretavano il debutto per il nuovo Segretario del PD, Elly Schlein.

Certo non erano elezioni politiche, bensì amministrative, tuttavia 595 comuni e 13 capoluoghi di provincia potevano essere anche un test significativo, nonostante, ormai, questo è un fatto assodato, nelle elezioni amministrative le liste civiche spadroneggiano.

E’ difficile quindi dare un giudizio equanime sull’esito elettorale, essenzialmente ci si limita a fare un conteggio sul numero di sindaci eletti dalle due principali coalizioni politiche, quindi centrodestra e centrosinistra.

Allora, come detto, vediamo gli esiti per le 13 città capoluogo di provincia.

Il centrosinistra esulta per Brescia, ma è solo una conferma, non è una città “strappata” al centrodestra, a vincere è stata la ex vicesindaca (o l’ex vicesindaco fate voi), da dieci anni infatti il centrosinistra governa la città, e dopo questa tornata elettorale diventeranno quindici.

A Latina, comune che da sette mesi era commissariato, vince quasi con un plebiscito il centrodestra.

Attribuiamo Imperia al centrodestra anche se per la verità dovrebbe essere attribuita a Scajola vero dominus della città ligure.

Confermato il sindaco di centrodestra a Treviso.

Così come viene confermato il sindaco di centrosinistra a Teramo.

Vince il centrodestra in un’altra città lombarda, Sondrio.

Quindi dei sei capoluoghi di provincia nei quali le elezioni hanno già avuto un esito definitivo quattro sono andati al centrodestra e due al centrosinistra.

Le altre sette città capoluogo di provincia, Ancona, Brindisi, Massa, Pisa, Siena, Terni e Vicenza vanno al ballottaggio.

Ed allora cominciamo facendo qualche considerazione. La politica in Italia è in crisi. Prendo un esempio su tutti.

Il candidato del centrosinistra a Vicenza, Giacomo Possamai, è capogruppo nel Consiglio regionale veneto per il PD, quindi insomma è un politico del PD.

Eppure ha fatto di tutto per smarcarsi, per non essere etichettato come PD, ad esempio ha chiesto, secondo qualcuno, ha implorato ad Elly Schlein di non venir a Vicenza a supportare la sua campagna elettorale perché anziché fargliene guadagnare gli avrebbe fatto perdere dei voti.

Capite a che punto siamo arrivati? Il Segretario nazionale del suo partito, qualora si fosse impegnato in prima persona a supportare la campagna elettorale, avrebbe fatto perdere voti al candidato.

Siamo al teatro dell’assurdo.

Possamai ha invece chiesto a due sindaci di venire a Vicenza per la sua campagna elettorale, il Sindaco Beppe Sala di Milano e Damiano Tommasi di Verona, due sindaci che guidano giunte di centrosinistra, ma che non vengono etichettati come politici PD.

Ma a parte queste facezie, arriviamo al punto nodale.

Ad ogni tornata elettorale qualsiasi candidato, di centrodestra, di centrosinistra, di liste alternative, qualunque candidato, dicevo, annuncia di volersi rivolgere in particolare all’enorme bacino elettorale del non voto.

Ossia si ripromettono di riuscire a riportare alle urne la marea degli italiani che ormai non si recano più a votare.

Ma ogni volta questi candidati debbono rassegnarsi alla sconfitta, l’astensione non solo non cala, ma addirittura aumenta, quindi a quali considerazioni dovremmo giungere?

Beh, senza dubbio che la disaffezione al voto si consolida, e questo è proprio un fatto assodato, come detto, l’astensione cresce nonostante il numero delle liste che si presentano alle diverse elezioni continui ad aumentare.

Potremmo certamente concludere che ormai si recano alle urne solo i cittadini che hanno una chiara idea politica, tutti gli altri non vengono attratti dalla politica, la ritengono inutile.

Non attribuiscono al politico la possibilità di incidere sulla sua vita, considerano il politico solo il rappresentante di forze che stanno al di sopra della politica e la manovrano a loro piacimento.

Insomma molte persone ritengono i politici delle marionette e chi tira i fili dall’alto … non si sa bene chi siano, ma certamente sono loro a comandare.

Ebbene, se da un lato io capisco la delusione, o meglio la disillusione, il nostro attuale Presidente del Consiglio ne è solo l’ultimo eclatante esempio, io ritengo che rinunciare al voto non sia la risposta corretta.

Ritengo che l’astensione giovi principalmente ai pupari che muovono i fili, l’astensione agevola il loro lavoro.

Non è vero che una maggior affluenza alle urne darebbe ancor più legittimità ad una politica falsa e corrotta, ovviamente occorre votare nella maniera corretta, persone per bene, che vogliono davvero impegnarsi per migliorare la società nella quale viviamo.

Qualche candidato con queste caratteristiche, in molte se non tutte le tornate elettorali esiste, andrebbe così supportato.

Liste alternative ci sono, si sono presentate, eppure hanno avuto risultati diciamo … non eclatanti, anche se possiamo sempre ritenere che sia un inizio, un punto di partenza.

Rassegnazione è una parola che cancellerei volentieri dal vocabolario, e quindi rassegnarsi ad una politica di marionette, per me non può essere una scelta possibile.

Mi chiedo: la democrazia è un’utopia?

Mi ostino a ripetere NO!

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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