La rotta degli ETF: si mira finalmente alla green economy

Gli ETF sono pronti ad investire tempo e denaro in società che mirano alla sostenibilità e alla transizione energetica prevista per il 2050, vediamo perché.

Il mercato delle energie rinnovabili è un must ormai da moltissimo tempo, ma da quest’anno si è ufficialmente entrati con diversi progetti in un’ottica differente: bisogna fare qualcosa.

Sappiamo che la Terra ha un tempo limitato, ma gli scienziati ci hanno tenuto così tanto a ricordarlo che nel 2020 è stato realizzato un orologio digitale a New York con tanto di countdown.

Ecco cosa scriveva LaStampa nel settembre del 2020:

“Sette anni, 102 giorni e 12 ore. Questo sarebbe il tempo rimasto agli esseri umani per agire sul riscaldamento globale, così come la quantità di energia fornita da fonti rinnovabili.”

Un dato che a molti fa paura mentre altri si voltano dall’altra parte senza capire a cosa andiamo incontro.

Per fotuna molti governi e grosse multinazionali hanno accettato la realtà e ad oggi si lavora sodo per cercare un modo di risolvere il più presto possibile problemi che potrebbero portare alla fine del mondo per come lo consociamo.

I progetti di cui potremmo parlare sono tanti, ma, in chiave energie rinnovabili, non possiamo che menzionare “NetZero”, un progetto che mira ad azzerare le emissioni di carbonio entro il 2050. Trattato firmato a Parigi da 195 Paesi.

Su Centricabusinesssolution si scrive:

“Un’energia più intelligente, più green e più flessibile giocherà un ruolo fondamentale nel consentire alle aziende di raggiungere questo obiettivo, migliorando la visibilità e la gestione del proprio patrimonio energetico. L’UE ha fissato un chiaro target di Net Zero per il 2050 e molte aziende hanno già definito i propri obiettivi di decarbonizzazione.”

E chi poteva approfittarne se non la finanza?

Per esempio gli ETF sono sempre più presenti nel settore e se ne cominciano a vedere parecchi relativi alle rinnovabili e alla green economy.

Per chi non sapesse cosa sono gli ETF, questi sono dei fondi d’investimento concessi da un gestore che mette insieme titoli e sottostanti di un determinato settore, replicando con il fondo l’andamento di un insieme di asset, con una performance che sarà data dall’andamento degli strumenti su cui sarà basato l’ETF.

Su Moneyfarm, che si occupa appunto d’investimenti su ETF già dal 2011, è specificato che:

“A differenza dei fondi attivi dunque, dove il gestore ha un’ampia discrezionalità nel comprare titoli per provare a generare rendimento, quando si acquista un ETF si sa già in che tipo di prodotti verranno investiti i propri risparmi: la performance non dipenderà quindi dall’abilità del gestore ma dall’andamento dell’indice scelto.”

Insomma immaginiamo di mettere i nostri soldi insieme a quelli di altri investitori e scegliere una serie di titoli su cui investire, aspettandoci una performance passiva data dal loro insieme piuttosto che da uno o due di essi.

Niente male come diversificazione no?

Quali ETF operano nelle rinnovabili?

Molti sono coloro impegnati nella salvaguardia dell’ambiente e altrettante le società che operano ormai nel settore da anni.

La maggior parte degli ETF che operano in ambito “green economy” hanno come riferimento società impegnate nella produzione di energia rinnovabile, solare ed eolica, lo sfruttamento d’idrogeno pulito, biomasse e geotermico.

Nel 2021 è stata acclamata moltissimo iClima Earth, una fintech che si occupa di valutare e offrire soluzioni in merito all’impatto ambientale, che ha lanciato un ETF che pone l’attenzione a tutte le società che mirano a non produrre CO2, piuttosto che limitarne la produzione.

Su Milano Finanza ecco la notizia di qualche mese fa che ancora fa eco grazie ad HANetfm, una piattaforma che permette di lanciare sul mercato ETF con molta semplicità e rapidità:

“La fintech a impatto ambientale iClima Earth, lancia il primo ESG UCITS exchange traded fund al mondo, l’iClima Distributed Renewable Energy UCITS ETF (ticker :DGEN), che fornisce l’esposizione alle società che promuovono la decentralizzazione della produzione di energia pulita.”

Tuttavia molti altri ETF stanno ormai facendo parlare di sé.

Ecco quelli che ci sentiamo di sottolineare:

  • iShares Global Clean Energy UCITS ETF – focus sulle energie “green”

  • l’L&G Hydrogen Economy UCITS ETF-USD Acc (EUR) – focus su idrogeno e basse emissioni di CO2

  • Lyxor New Energy (DR) UCITS ETF – focus sulla lotta al cambiamento climatico

In particolare, vorremmo riportare dei dati condivisi su Investire.biz riguardo Lyxor per fare comprendere il perché un ETF sulle rinnovabili possa rivelarsi un ottimo investimento:

“Dal momento della sua quotazione avvenuta a ottobre 2020, il Lyxor Net Zero 2050 S&P Eurozone Climate PAB (DR) UCITS ETF – Acc ha messo a segno una performance del 43,06%, superiore a quella dell’indice di riferimento il quale ha messo a segno un 42,81%. Stessa situazione anche da inizio anno, dove l’ETF segna un 21,23% contro il 21,06% del benchmark.”

Una performance che probabilmente potrà solo aumentare nei prossimi anni.

Quant’è grande il mercato delle rinnovabili?

Ad oggi i numeri sono crescenti e un investitore non può semplicemente voltarsi dall’altra parte.

Le valutazioni del mercato relativo alle rinnovabili è crescente e ci si aspetta un valore di quasi 2.000 miliardi di dollari americani raggiunto già nel 2030, con stime sempre più al rialzo.

Inoltre si dice che il 95% della crescita energetica sarà dovuta alla “green energy” già nel 2026.

I fondi di gestione privati lo sanno, gli investitori lo sanno e anche i Paesi di tutto il mondo, grandi o piccoli che siano, hanno un quadro chiaro della situazione e delle opportunità d’investimento che si verranno a creare grazie a questa grande industria in ascesa.

L’aumento della domanda di fonti energetiche pulite non fa che crescere tra l’altro, sia per una diffusa sensibilità e consapevolezza sull’argomento sia per i vantaggi a lungo termine spesso anche economici.

Su MarketWatch si fa menzione della strabiliante crescita che vedrà nel 2022 l’anno di partenza per una stima sui prossimi cinque anni. Il sito d’analisi finanziaria scrive infatti:

“Nei prossimi cinque anni il mercato delle energie rinnovabili registrerà un CAGR del 9,1% in termini di entrate, la dimensione globale del mercato raggiungerà 1129740 milioni di dollari entro il 2027, da 613770 milioni di dollari nel 2020.”

Meglio ETF o azioni dirette sulle rinnovabili?

Ovviamente ci sono tanti modi e strumenti di partecipare a questa corsa al profitto sfruttando le nuove tecnologie che combattono la crisi ambientale e climatica.

Gli ETF sono uno di questi, ma, come abbiamo già detto, sono l’insieme di asset di un settore specifico.

Perciò alcuni potrebbero scegliere di operare direttamente sulle azioni di una società piuttosto che su un paniere di titoli che potrebbero compromettere le performance positive di quella che più ci ispira fiducia.

Qui entra in gioco un fattore chiave che strumenti come i fondi di gestione comuni, ma anche gli ETF, possiedono: diversificazione.

Comprare un azione può essere molto proficuo se essa accrescerà il suo valore di parecchio, ma non se dovesse avere basse performance o addirittura fallire.

Invece, con un ETF, per esempio, si potrebbe avere una partecipazione diffusa su più titoli che, seppur frenando performance particolarmente alte con quelle minori, offre maggiori possibilità di sopravvivenza all’interno dei mercati finanziari.

Questo dipende ovviamente dalla scelta che ognuno di noi ritiene migliore per sé, ma chi investe da tempo sa che differenziare il portafoglio il più possibile è uno dei segreti per restare a galla e portare i profitti a casa.

Gli ETF in Italia?

Ovviamente tra tutte le tipologie di mercato in circolazione, quello regolamentato italiano è gestito da Borsa Italiana.

La sezione adibita all’investimento su ETF è ETFplus, a cui tutti gli utenti registrati possono avere accesso.

Altrimenti si potrebbero utilizzare strumenti derivati come CFD presenti nelle piattaforme di trading online regolamentate in Italia dalla Consob oppure chiedere alla propria banca che solitamente evita questa tipologia di fondi proponendo i propri.

Nell’ultimo anno tra l’altro, Piazza Affari ha visto l’ingresso di due nuovi ETF: Global X CleanTech e Global X Renewable Energy Producers.

Come riportato da Eticanews entrambi hanno a che fare proprio con il settore della green economy:

“Il primo si pone l’obiettivo di investire in società che beneficiano dell’adozione di tecnologie che inibiscono o riducono gli impatti ambientali negativi.

Il secondo punta a investire in società che producono energia da fonti rinnovabili incluso l’eolico, il solae, l’idroelettrico, l’energia geotermica e i biofuel.”

Come vediamo, quindi, anche l’Italia si fa portavoce di progresso e innovazione in materia ecologica e sostenibile, puntando a quotazioni di nuove società magari italiane che vorranno lanciarsi in questo settore così ricco che ancora è tutto da scoprire.

Con ETF si risparmia mentre si guadagna

Molti non sanno cosa vuol dire investire in fondi di gestione comuni, armonizzati e non, mobiliari e immobiliari, aperti o chiusi.

Spesso la confusione è troppa per cominciare operazioni usando questi strumenti dell’alta finanza, ma con gli ETF tutto si semplifica un pò.

Prima di tutto sono semplici “panieri di titoli” che vengono scelti sia da gestori terzi che da noi stessi, raccogliendo già al loro interno una diversificazione non indifferente.

Inoltre sono meno costosi, non hanno infatti costi di operatività elevati come quelli dei fondi di gestione classici e questo riguarda anche la tassazione, più a favore degli ETF che degli hedge fund.

Possiedono poi un abbondante liquidità, una grande varietà di scelta in relazione al settore di preferenza e diverse modalità di accesso, a seconda dell’approccio che si predilige in materia finanziaria.

Quello che si consiglia sempre è informarsi e appoggiarsi a piattaforme o esperti chiari e qualificati che possano indicarci le varie differenze e l’approccio migliore in base alle nostre preferenze.

Una cosa però è certa: la partecipazione alla green economy si fa sempre più massiccia e siamo certi che strumenti come gli ETF saranno alcuni dei protagonisti che permetteranno l’accesso di un numero crescente di speculatori che crede nella transizione energetica ormai in atto.

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