L’ euro non è una moneta unica

Alcuni giorni fa una mia affezionata ascoltatrice, Milena Ziletti, ha postato un messaggio sulla mia pagina Facebook personale, ecco ciò che mi ha scritto.

Alcuni giorni fa una mia affezionata ascoltatrice, Milena Ziletti, ha postato un messaggio sulla mia pagina Facebook personale, ecco ciò che mi ha scritto.

Buongiorno dott Marcotti, essendo ignorante nella materia che lei tratta così bene, le vorrei chiedere cosa significa quello che la BCE vuole fare nel confronto dell’Italia. Leggo solo che sarà un’altra botta per noi, ma non capisco altro. La ringrazio e spero di essere riuscita a spiegarmi. Un saluto e anche un abbraccio virtuale

Ebbene io ritengo che Milena si riferisca a quello che giornalisticamente viene definito “scudo anti spread”.

Io avevo iniziato a dare una risposta alla richiesta di Milena, ma il discorso continuava a dilatarsi e soprattutto mi sono reso conto che la richiesta di Milena poteva essere condivisa da tante altre persone. Insomma ho pensato che potesse interessare anche l’intero pubblico che segue Finanza In Chiaro.

Ma non solo, mi sono accorto che non era sufficiente un solo video, perché per comprendere la pericolosità dello “scudo anti spread” occorre conoscere i meccanismi di emissione monetaria e soprattutto l’anomalia della Bce rispetto alle Banche Centrali di singoli Stati.

Ripeto, da parte mia non c’è la presunzione di dirimere tutte le questioni che riguardano lo “scudo anti spread”, ma perlomeno mi riprometto di chiarire le dinamiche e soprattutto la pericolosità, per l’Italia di accettare strumenti di questo tipo.

Ebbene cercherò innanzitutto quindi di spiegare perché la Bce è un organismo che non è in grado di gestire il sistema bancario come normalmente invece fanno le Banche Centrali nazionali.

Parto facendo notare una cosa da tutti risaputa, ma sulla quale non riflettiamo mai abbastanza ed ossia che le economie di tutto il mondo sono economie monetarie, ossia si basano su un concetto che è la moneta. 

Ed in tutti i Paesi del mondo la moneta è esclusivamente di emanazione bancaria, ossia la emettono le Banche.

Ed infine è necessario ricordare che le Banche Centrali sono quelle Banche che regolano il sistema bancario, e fra l’altro, in questo modo, garantiscono l’unicità della moneta. 

Per capirci, fra i compiti principali ad esempio, della Banca Nazionale Svizzera, ossia la Banca Centrale elvetica, c’è quello di garantire che il franco svizzero emesso da una qualsiasi Banca di Zurigo sia proprio identico, sia la stessa cosa del franco svizzero emesso da una Banca di Ginevra o di Lugano.

Attenzione però, non fate l’errore di confondere, ciò che ho appena detto, con un altro concetto economico che potrebbe sembrare simile e quindi col quale ci si può confondere: quello del potere d’acquisto, che chiaramente è un concetto diverso.

Il potere d’acquisto è differente fra Zurigo e Lugano, ma un franco svizzero è un franco svizzero, non è qualcosa che vale di più se emesso da una Banca Zurighese e di meno se emesso da una Banca di Lugano.

Io ho detto che il franco svizzero emesso da una Banca zurighese è lo stesso franco svizzero emesso dalla Banca di Lugano, poi a Zurigo sappiamo tutti che il costo della vita è superiore rispetto a Lugano, ma anche le retribuzioni sono maggiori.

Allora perché quei due franchi svizzeri quello emesso dalla Banca di Zurigo e quello emesso dalla Banca di Lugano sono identici, ossia è lo stesso franco svizzero? 

Perché esiste la Banca Centrale che è la Banca di tutte le Banche che fa da garante per tutto il sistema bancario.

Ebbene la Banca Nazionale Svizzera, e qualsiasi Banca Centrale di un singolo Stato, possono svolgere questo ruolo proprio perché si tratta di Banche Centrali nazionali, ossia di un unico Stato, un’unica entità. Per rendere chiaro questo concetto utilizzo una metafora un po’ particolare, ma che spero possa essere utile per la comprensione.

E’ un po’ come se le diverse Banche emettessero solo moneta metallica, monete tutte della stessa grandezza, della stessa dimensione, ma ogni Banca la emettesse di un metallo differente dalle altre.

Ebbene quindi è come se queste Banche, le Banche commerciali, non potessero emettere direttamente le loro monete, ma fossero costrette a consegnare tutte queste monete alla Banca Centrale. 

La Banca Centrale riceve tutte queste monete di eguale dimensione, ma di metalli diversi fra loro, che ne so, quelle che arrivano da una certa Banca sono di zinco, quelle che arrivano da un’altra Banca sono di rame e così via.

Ed allora la Banca Centrale con queste monete cosa fa? 

Le fonde tutte assieme. 

Si sciolgono, si fondono in un’unica colata e poi che fa con questa colata derivante da metalli diversi? La Banca Centrale conia nuovamente delle monete, ovviamente stavolta tutte uguali, indistinguibili. 

E quindi restituisce alle Banche naturalmente una quantità identica di monete a quelle che la Banca gli aveva consegnato, ma quelle monete che la Banca Centrale restituisce alle varie Banche commerciali, sono di una lega diversa da quella ricevuta e fra loro sono indistinguibili.

A quel punto le Banche possono mettere in circolazione quelle monete ricevute di ritorno dalla Banca Centrale.

Quindi la Banca di Zurigo e quella di Lugano emetteranno esattamente la stessa moneta.

Ma questo può avvenire solo se siamo all’interno di un unico Stato, che impone alle Banche, nella metafora che ho usato, l’obbligo di consegnare le loro monete alla Banca Centrale e di mettere in circolazione solo le monete che ricevono successivamente dalla Banca Centrale.

Ebbene, successivamente, sempre lo Stato, impone l’obbligo di accettazione di quella moneta a tutti i cittadini.

Ed ecco spiegata la celeberrima sovranità monetaria.

Ovviamente tutto ciò avviene attraverso scritture contabili non c’è alcuna fusione di metalli, la similitudine mi è servita solo per chiarire il concetto.

Avviene così anche per quanto riguarda la Bce? NO!

Sempre per continuare sulla metafora precedente con la Bce avviene questo: la Bce riceve le monete dalle Banche dei diversi Stati, ma non le fonde assieme, compone una nuova moneta ma con le diverse monete senza fonderle.

Il risultato qual è? Che l’euro è una moneta formata per uno spicchio più grande dal marco tedesco, ossia la moneta che arriva dalle Banche tedesche, un altro spicchio dal franco francese ossia la moneta che arriva dalle Banche francesi … e così via. Di fatto l’euro non è una moneta unica. E’ un’insieme di monete, ma non fuse assieme, ognuna di queste monete ha una fetta ed è quindi distinguibile dalle altre.

Mi obietterete, ma qual è il problema? L’euro deriva comunque dall’unione di monete che siano fuse o meno cosa cambia? Cambia perché questa composizione dovrebbe variare col variare del valore delle monete che lo compongono mentre quel valore è stato fissato, ossia il cambio delle varie monete che compongono l’euro è stato fissato.

La conseguenza è che per le economie più forti quella moneta risultante, cioè l’euro sarà una moneta sottovalutata, ossia la moneta del Paese forte, la Germania, tanto per intenderci, ossia il marco, dovrebbe sopravvalutarsi, rispetto all’euro ed invece ciò non avviene perché i cambi sono stati fissati.

Questa anomalia porta alla conclusione che l’euro non si possa definire strettamente una moneta unica, bensì più correttamente un sistema di cambi fissi.

Ciò comporta anche che i debiti pubblici dei diversi Paesi abbiano percentuali di rischio diversi, e di conseguenza tassi di interessi differenti sui titoli emessi, quello che noi chiamiamo genericamente spread.

Ed è chiaro che quando questa differenza raggiunge livelli di guardia diventa un grosso problema. Un problema che richiederebbe l’intervento della Banca Centrale, ma è chiaro che la Banca Centrale per “aiutare” un Paese in difficoltà dovrebbe avere il benestare degli altri Paesi i quali potrebbero concedere il benestare solo a determinate condizioni.

E questo è il punto, ossia a quali condizioni la Banca Centrale può concedere aiuti a Paesi il cui debito pubblico diventa rischioso al punto che il suo spread supera determinati livelli?

A quali condizioni la Bce può concedere ciò che ha chiamato “scudo anti spread”? 

Sarà ovviamente l’argomento del quale tratterò in un prossimo video. E scopriremo che quelle condizioni saranno per noi veramente molto pesanti.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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