Europa locomotiva del mondo

Ormai da parecchi anni eravamo abituati a vedere l’Eurozona in fondo alla classifica della crescita economica.

Ormai da parecchi anni eravamo abituati a vedere l’Eurozona in fondo alla classifica della crescita economica. Non c’era da stupirsi, il Vecchio Continente è proprio vecchio, ha un’economia che potremmo definire “matura”, quindi era nella logica delle cose che crescesse ad un ritmo inferiore rispetto ad altre parti del mondo.

Negli ultimi anni, per quanto riguarda la crescita economica, eravamo abituati a vedere la Cina in vetta alla classifica.

Certo, anche per il gigante asiatico erano finiti gli anni di crescita a doppia cifra, ma rimaneva sempre l’economia in maggiore espansione.

Ovviamente i cosiddetti Paesi emergenti hanno spesso ragguardevoli percentuali di crescita, ed anche questo è scontato.

E quindi gli Stati Uniti, economia matura, ma ancora in espansione. Insomma in questo metaforico treno economico, eravamo abituati a vedere l’Eurozona occupare l’ultimo vagone.

Per questo, quindi, nel 2022, nell’anno appena trascorso, vedere l’Eurozona in vetta alla classifica per quanto riguarda la crescita economica … beh fa un certo effetto.

Si tratta soltanto della prima stima, che, come di consueto, viene stilata ad un mese dalla conclusione dell’anno, tuttavia mi sento di sottolinearlo, nel 2022 i Paesi dell’Eurozona hanno fatto registrare una crescita del proprio Prodotto Interno Lordo del 3,5%.

La Cina si è fermata ad un +3,0%, più contenuta ancora la crescita degli Stati Uniti il cui Pil non è andato oltre ad un modesto +2,1%.

Ma l’anno appena trascorso è stato davvero un anno “singolare” visto che a dare un grande contributo alla crescita europea è stata proprio la nostra Italia. Il Pil del nostro Paese ha fatto registrare un risultato eccellente, +3,9%.

Nell’eurozona abbiamo assistito anche al boom del Portogallo il cui Pil nel 2022 ha registrato una crescita del 6,7%, miglior risultato degli ultimi 35 anni per i lusitani.

A proposito del Portogallo è da anni che fa registrare una crescita che gli altri Paesi dell’eurozona semplicemente si sognano, sarebbe un caso di studio.

Certamente i bassi stipendi hanno portato investimenti esteri in abbondanza, poi il Paese ha avuto un boom del turismo, ma insomma rimando ad un prossimo video l’argomento Portogallo che senza dubbio è un tema interessante.

Ma torniamo a noi, l’Italia, nel 2022, ha surclassato i rivali storici, la crescita del Pil in Francia è risultata del 2,6% (ed il primo Ministro Le Maire per questo ha esultato), clamoroso l’insuccesso della Germania la cui crescita economica nell’anno appena trascorso non è andata oltre ad un misero +1,8%.

Ma a preoccupare ulteriormente i tedeschi è il calo avuto dal Pil nel quarto trimestre (-0,2%) il che rende probabile che fra tre mesi potremmo accertare la recessione tecnica da parte della Germania.

A cosa è dovuta questa inversione di tendenza da parte della Germania, considerata da sempre la locomotiva europea?

Proviamo ad indovinare, c’entreranno forse le sanzioni alla Russia, le problematiche del Nord Stream, ma … forse eh … che ne dite. D’altronde altrimenti non sarebbero crucchi. Se vogliono continuare a seguire le direttive imposte da Oltre Oceano, facciano pure, a noi una Germania più debole non dispiace.

Una breve annotazione, la situazione critica della Germania ha portato già in recessione tecnica la Repubblica Ceca, speriamo che si svegli anche l’Europa dell’est.

Ma concludo questo video con una breve postilla per quanto riguarda i tassi di interesse.

Siamo alla vigilia di una due giorni da brivido, domani tocca alla Fed e dopodomani alla Bce annunciare le decisioni prese sui tassi di interesse.

Ebbene io ritengo proprio che non ci saranno sorprese, la Fed aumenterà i tassi dello 0,25%, mentre la Bce dello 0,50%, ma seppur queste previsioni, date per scontate, verranno confermate, personalmente ritengo che mai come questa volta la conferenza stampa dei due Presidenti, Powell e Lagarde, sarà seguita con attenzione dagli investitori.

Occorrerà infatti capire quali saranno le prossime mosse delle Banche Centrali, e quelle non sono per nulla scontate.

La Fed si fermerà? Io ritengo proprio di sì, ossia dopo l’aumento di domani la Fed si prenderà perlomeno un mese di pausa mantenendo invariati i tassi.

Ma è la Bce che si troverà a dover affrontare un dilemma. O meglio sarà la sua azionista di riferimento, la Bundesbank, che si troverà ad affrontare un dilemma, continuare ad aumentare i tassi nonostante un’incombente recessione oppure smetterla con questa fobia dell’inflazione?

Insomma è stata per prima l’Italia a sollevare le varie problematiche che avrebbero potuto scaturire dall’aumento eccessivo dei tassi, mentre la Germania sosteneva che era l’inflazione il nemico da battere e non la recessione.

Avranno cambiato opinione a Francoforte?

Certo che guardando il Dax, ossia l’indice di riferimento della Borsa tedesca si rimane increduli.

Vederlo ancora oggi, superare i 15.100 punti con un Pil in calo nell’ultimo trimestre ed una recessione imminente, insomma si fa fatica a trovare una logica in tutto questo.

Probabilmente gli investitori stanno scommettendo su un dietro front da parte della Lagarde, forse la Presidente della Bce comincia ad avere troppi nemici, e di quelli che contano.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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