Fra un po' BTP al 5%?

Christine Lagarde non cambia idea, e soprattutto non cambia neppure il suo modo di comunicare, una comunicazione non proprio da Banchiere Centrale.

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Christine Lagarde non cambia idea, e soprattutto non cambia neppure il suo modo di comunicare, una comunicazione non proprio da Banchiere Centrale.

Le critiche non sono arrivate solo dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, Mario Baldassarri, ad esempio, che lo ricordiamo come viceministro all'Economia con Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco (governi Berlusconi), non ha usato mezzi termini, qualche settimana fa, sentite: «L'aumento dei tassi era atteso, previsto, quasi dovuto vista l'inflazione. Il problema di Francoforte è che Christine Lagarde la deve smettere di fare dichiarazioni inopportune. C'è un serio problema di comunicazione che va risolto».

“La deve smettere”! Insomma raramente ci si è rivolti in questa maniera nei confronti della Presidente della Banca Centrale Europea.

Ma nonostante tutto ciò Christine Lagarde ieri, ospite al ricevimento di Deutsche Boerse, sembra proprio non abbia recepito l’invito di Baldassarri ed ha continuato ad usare quel linguaggio diretto e tagliente, sentite cosa ha detto: "abbiamo alzato i tassi di interesse di 250 punti base in meno di sei mesi, il rialzo più veloce della nostra storia. E abbiamo chiarito che i tassi devono ancora aumentare in maniera significativa e a un ritmo costante, per raggiungere livelli che siano sufficientemente restrittivi e restare a questi livelli tutto il tempo necessario” .

Insomma la numero uno della Bce pare proprio insensibile alle critiche che sono piovute ed insiste dicendo in maniera diretta che i tassi devono ancora aumentare in maniera significativa e a un ritmo costante.

Non occorre essere particolarmente perspicaci per tradurre queste parole in cifre: “alla prossima riunione del board della Bce i tassi saranno aumentati ancora di 50 punti base, e questo è certo, poi è anche altamente probabile che sarà presa una analoga decisione anche nella riunione successiva.

Insomma, entro un paio di mesi il tasso di riferimento lo vedremo salire al 3,50%.

E non finisce lì, ma ora dobbiamo capirci, un conto è criticare la maniera di comunicare, un altro è criticare le scelte effettuate.

Non dobbiamo infatti dare eccessiva importanza alla comunicazione, i tassi devono salire? Ed allora non cambia molto se io dico che devono essere aumentati oppure che devono subire un ritocco.

Posso essere magari più soave nel trovare dei termini edulcorati, ma poi il risultato pratico non cambia.

Sì, se proprio vogliamo fare i pignoli, possiamo dire che eravamo tanto abituati ad un certo modo di comunicare da parte dei Banchieri Centrali che, ascoltando parole così dirette e senza fronzoli possiamo anche rimanere sconcertati, ma non andiamo più in là di così.

Diverso è invece criticare le scelte della Bce, perché c’è anche chi ritiene che l’aumento dei tassi, perlomeno nel caso europeo, non sia uno strumento di politica monetaria efficace nel combattere l’inflazione che stiamo avendo.

Ebbene io propendo più per questa ipotesi, ossia non mi dà fastidio la comunicazione della Lagarde, ma ritengo che l’aumento dei tassi, naturalmente se è eccessivo, abbia anche controindicazioni per cui occorre essere più cauti con questa stretta monetaria.

O meglio, chiariamo, al momento il tasso di riferimento europeo che ricordiamo è il 2,5%, è fra i più bassi al mondo, vado a memoria ma soltanto il Giappone e la Svizzera mi sembra abbiano tassi di interesse più bassi, quindi non possiamo dire che la Bce abbia effettuato una vera e propria stretta monetaria.

Tuttavia l’aumento dei tassi è evidente che produce effetti recessivi. Al momento la Lagarde continua a minimizzare questi effetti e quindi ritiene inevitabile che l’aumento dei tassi debba essere significativo e costante.

Se infatti la Lagarde si ritiene preoccupata dal punto di vista finanziario, non lo pare dal punto di vista economico. Continua a ripetere che i rischi di recessione sono limitati e soprattutto che nella peggiore delle situazioni in Europa subirà una leggera e breve recessione, quindi nulla di preoccupante, mentre, continua la Lagarde:

“L'inflazione in Europa è ben troppo elevata, in parte a causa delle nostre vulnerabilità ai cambiamenti geopolitici sull'energia. Sganciarci dalla Russia lo scorso anno ha spinto al rialzo l’inflazione energetica nell`area euro a livelli straordinari. Ma mentre di recente l’inflazione energetica ha cominciato a calare, l’inflazione di fondo continua a salire. Ne consegue che è cruciale che tassi di inflazione al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce non si sedimentano nell’economia. Dobbiamo far calare l’inflazione. E raggiungeremo questo obiettivo”

E’ evidente, da queste parole, l’influenza della Germania, è chiaro che la Bundesbank abbia un’influenza nei confronti della Bce che non ha nessuna altra Banca Centrale, seppure …

Effettivamente mi ha sorpreso che anche il nostro Governatore, Vincenzo Visco si sia espresso in maniera critica nei confronti della Lagarde, sentite cosa ha detto Visco:

“Sono convinto che bisogna migliorare sul piano della comunicazione della Bce, stiamo dando messaggi troppo duri e spaventiamo anziché accompagnare e non sono convinto che sia oggi meglio rischiare di restringere troppo anziché troppo poco".  Già questo non è usuale, ma il numero uno di Bankitalia ha voluto anche aggiungere un suggerimento alla Lagarde ha infatti concluso dicendo: Io parlo poco, in pubblico, di politica monetaria.

Insomma se anche Visco, persona notoriamente molto equilibrata e che pesa ogni parola che pronuncia, dicevo, se persino Visco si è spinto a tanto … insomma capite che l’irritazione dell’Italia nei confronti della Lagarde è arrivata a livelli non usuali.

Ma torniamo ai numeri, mentre gli Stati Uniti con ogni probabilità ridurranno la crescita dei tassi, ormai infatti si dà per certo che sarà di 25 centesimi di punto il prossimo aumento, ma ricordiamo che la Fed ha cominciato prima ad alzare i tassi che sono al 4,5%, in Europa, come detto, si dà per certo che ci saranno due aumenti di mezzo punto ciascuno.

Il tasso di riferimento stabilito dalla Bce arriverà così al 3,5%, ma allora se già ora i nostri Btp rendono il 4% è pensabile che fra pochissimi mesi i rendimento del nostro titolo di Stato decennale salga al 5%?

Questo è ciò che il mercato ritiene più probabile, ma a mio avviso è anche un livello di guardia.

Già avevamo sfiorato quel livello di guardia all’inizio dello scorso ottobre, nel momento peggiore per i mercati finanziari il rendimento dei BTP decennali aveva toccato il 4,8%, prima di scendere al 3,75% un paio di settimane fa, ora siamo tornati al 4%.

Se davvero a breve il rendimento dei BTP decennali dovesse arrivare al 5% io mi auguro che gli italiani tornino a comprare nostri titoli dello Stato, altrimenti … altrimenti i problemi diventeranno davvero molto seri.