Green Pass, parla l’Europa: “è fortemente discriminatorio!”

L'Assemblea del Consiglio Europeo ha stilato un report che condanna gli stati che hanno introdotto un obbligo vaccinale formale o surrettizio, con green pass.

Molti si chiedevano quando l’Europa, patria di democrazia e libertà a tal punto da pretendere di insegnarla agli altri paesi, si sarebbe fatta sentire su quello che sta accadendo in alcuni stati membri, primo fra tutti l’Italia (che non arretra di un millimetro) sull’obbligo vaccinale e sull’obbligo di presentare un certificato vaccinale per la maggior parte delle attività, anche per andare a lavoro

Secondo l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, questo obbligo di vaccinazione anti-Covid, introdotto formalmente (come in Austria per gli over 18, ma già ritirato, o in Italia per alcune categorie) o surrettizio (causando discriminazione con il green pass) è da mettere assolutamente in discussione. 

In Italia, per esempio, come più volte dichiarato senza mezzi termini anche dagli appartenenti al Governo come il Vice-Ministro alla Salute, Sileri, il Green Pass è stato ed è ancora un mezzo “ricattatorio” per convincere i più scettici a vaccinarsi. Come? Introducendo un lasciapassare che di fatto rende la vita impossibile a chi non lo possiede, perché senza di esso non solo non possono svolgere attività sociali e ricreative, non possono nemmeno lavorare, né prendere i mezzi pubblici, né praticare sport. Gli ultimi due divieti riguardano anche gli adolescenti over 12, tagliati fuori da ogni attività sociale e sportiva se non possessori di Green Pass. 

L’Assemblea Europea boccia definitivamente il Green Pass

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha definitivamente bocciato questo mezzo coercitivo, come dice Ansa Med, perché quando il green pass è stato introdotto a livello europeo, non era questo l’intento; l’intenzione era far viaggiare gli europei più in sicurezza, non che questo fosse ribaltato all’interno degli stati membri come mezzo di discriminazione. 

Nessuno sarebbe dovuto essere discriminato in base al fatto di non aver potuto o “voluto” fare il vaccino anti-Covid. Vi sembra che questo principio sia stato rispettato nella nostra nazione?

La dichiarazione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è stata riportata da il Fatto Quotidiano. A fine gennaio, infatti, un rapporto approvato dall’assemblea a larga maggioranza ha messo sotto accusa il mezzo utilizzato da alcuni stati membri, di utilizzare il green pass per “punire i non vaccinati”.

Non vi ricorda qualcuno? Magari il Vice-Ministro Sileri che, in diretta Tv, rivolgendosi ai non vaccinati, dice: “Vi renderemo la vita difficile“? 

L’Assemblea  chiede agli Stati membri di “informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole” e a “garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato”.

Non solo il Green Pass è discriminatorio, è anche contrario alla scienza

Secondo il report dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, il concetto di green pass è anche “contrario alla scienza” perché non ci sono dati sulla valenza dei vaccini anti-covid nel ridurre la contagiosità e nemmeno sulla durata dell’immunità. 

Questo report (purtroppo non vincolante e, chissà perché, il dubbio è che per l’Italia risulterà assolutamente inesistente) boccia a gran voce tutti i decreti Draghi presi per la “salute pubblica” per “garantire luoghi sicuri” e tutte la bufale pronunciate in conferenza stampa.

Secondo il dossier consegnato dall’avvocato Renate Holzeisen al Senato, la normativa comunitaria avrebbe accettato una certificazione vaccinale se fosse stata subordinata all prova scientifica dell’interruzione della catena trasmissione da parte del vaccino, quindi se il vaccino avesse immunizzato davvero, a quel punto si sarebbe potuto pensare ad un’introduzione di un green pass. 

Invece i vaccini ora in circolazione, hanno comprovato di avere una qualche forma di efficacia nel prevenire forme gravi di Covid, ma non evitano affatto la diffusione del virus. 

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo invita gli stati a ridiscutere obblighi vaccinali e green pass

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa  ha dunque invitato i parlamenti di ogni stato membro a ri-discutere di eventuali obblighi vaccinali formali o surrettizi introdotti, almeno fino a quando non sarà garantita la piena sicurezza ed efficacia dei vaccini esistenti. (Cosa significa questo? Significa che la garanzia di sicurezza e di efficacia di questi vaccini non c’è ancora).

Questo report è stato approvato a fine gennaio con  86 voti favorevoli, 13 contrari e 10 schede bianche. La proposta di utilizzare le certificazioni covid per accedere ai servizi, dunque, è stata respinta.

La maggior parte dei parlamentari ha votato a favore di un emendamento che specifichi che “i certificati di vaccinazione dovrebbero essere utilizzati solo per monitorare l’efficacia dei vaccini e i loro potenziali effetti avversi”.

L’assemblea ha invitato gli stati membri a “dare priorità alla ricerca per le cure per chi soffre a lungo termine degli effetti negativi del Covid, e per predisporre urgentemente le risorse necessarie per raggiungere questo obbiettivo”, come dice Ansa.

L’Italia al primo posto per obblighi vaccinali e discriminazioni 

Il Governo Draghi ha sottoposto scientemente le persone non vaccinate a restrizioni sull’accesso a luoghi pubblici,  ad attività sociali, ad attività sportive, in tutti i negozi non essenziali, in hotel, nei saloni di parrucchieri e nei centri estetici. In questo modo si è resa surrettiziamente obbligatoria la vaccinazione.

Come se questo non bastasse sono state anche avviate misure disciplinari (come la sospensione dal lavoro senza stipendio) anche nei confronti dei lavoratori non vaccinati.

Il Consiglio d’Europa ha quindi emanato il report a cui abbiamo accennato prima, intitolato: “Vaccini COVID-19: considerazioni etiche, legali e pratiche“, nel quale esorta gli Stati ad informare i cittadini che il vaccino anti-covid non è affatto obbligatorio e che nessuno può essere discriminato perché sceglie di non essere vaccinato.

Ci si chiede a questo punto: ma la Commissione Europea è a conoscenza che alcuni stati europei hanno introdotto già da tempo queste misure e che le stanno peggiorando (come l’Italia)? Cosa intende fare? Intende solo emanare pareri non vincolanti o intervenire in modo più rigido? Soprattutto, quando ha intenzione la Commissione Europea di divulgare il contenuto dei suoi contratti con i produttori di vaccini, ancora secretati?

Convincere in cittadini con un’informazione corretta, non con obblighi o green pass

Nonostante secondo questo report dell’Assemblea parlamentare del Consiglio Europeo, sia utile convincere i cittadini a vaccinarsi, con l’informazione corretta, l’Europa ricorda a tutti gli stati membri che è necessario comunque un approccio basato sul rispetto dei diritti umani. E spiega anche cosa intende: 

Le strategie nazionali per garantire un’elevata diffusione del vaccino devono basarsi sul pieno rispetto dei diritti umani. Il diritto alla salute è importante e gli Stati hanno la responsabilità di adottare le misure necessarie per realizzare la piena realizzazione di questo diritto mediante la prevenzione, il trattamento e il controllo delle malattie epidemiche, endemiche, professionali e di altro tipo. 

I provvedimenti presi dagli stati, però, non devono violare il diritto e la libertà dell’individuo all’autonomia corporea e al consenso informato, come garantiti dagli articoli 2 e 5 della Convenzione di Oviedo. La Convenzione suddetta, infatti, tutela la dignità e l’identità fondamentale di tutti gli esseri umani e garantisce a tutti, senza discriminazioni, il rispetto della loro integrità e degli altri diritti e libertà in relazione all’applicazione della biologia e della medicina. L’interesse e il benessere del singolo, prevalgono sul solo interesse della società o della scienza. 

Questo significa che i vaccini non possono essere imposti a un individuo.

Il vaccino può diventare obbligatorio in alcuni casi?

Il vaccino può diventare obbligatorio in alcuni casi particolari, come lavorare o prendersi cura degli anziani e delle persone ad alto rischio di malattie gravi o di morte? No, perché anche in questo caso c’è un’ingerenza con gli articoli 8 e 9 della Convenzione dei diritti dell’uomo sul diritto al rispetto della vita privata e familiare e sul rispetto della libertà di pensiero, coscienza e religione rispettivamente. 

L’articolo 26 della Convenzione di Oviedo pone una possibile eccezione per la tutela di interessi collettivi, tra cui la tutela della salute pubblica

L’assemblea comunque non consiglia di rendere obbligatori questi vaccini, per il semplice motivo che ogni volta che si è reso un vaccino obbligatorio, questo si è dimostrato il metodo di approccio sbagliato e non ha funzionato. Tale obbligo verrebbe associato ad un’oppressione del governo e all’emarginazione di una parte di popolazione. 

Siccome la fiducia nei vaccini è legata a doppio filo alla fiducia nel governo, rende obbligatori i vaccini, o formalmente o surrettiziamente tramite green pass, sarebbe controproducente e farebbe venir meno la fiducia nel governo. 

I governi dovrebbero creare un’atmosfera di fiducia nei vaccini, attraverso  una comunicazione trasparente e altre misure democratiche.

Vi sembra che questo sia stato fatto in Italia?

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