Guerra in Yemen: un conflitto di cui l'occidente non parla

L'intero Occidente è sconvolto da quanto sta avvenendo in Ucraina. Ma dal 2015 c'è un altra guerra che sta facendo contare migliaia di morti, quella in Yemen. La parte nord è sotto assedio, due le coalizioni contrapposte, una sostenuta da ONU e Stati Uniti, l'altra appoggiata dall'Iran. Nell'articolo che segue oltre a fare il punto della situazione si torna indietro fino ai motivi che hanno portato a questo sanguinario conflitto.

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E' da ormai un mese che l'attenzione dell'occidente e focalizzato sul teatro di guerra attivo in Ucraina.

L'invasione Russa infatti ha avuto l'effetto di un vero e proprio elettroschock  sul popolo occidentale, mai nessuno infatti dal 2 settembre del 1945 ad oggi aveva osato riportare un conflitto bellico così vicino ai confini europei. 

Tutta l'Europa è in agitazione, sconvolta, incredula rispetto al ritorno della guerra, termine che in occidente credevamo non ci appartenesse più.

Scene di violenza quotidiana, profughi che percorrono centinaia di chilometri in condizioni disumane, con la speranza di raggiungere il confine ad est dell'Ucraina che apre le porte dell'Europa tramite l'accesso nella confinante Polonia.

Alla luce di tutto quello che sta accadendo l'occidente sembra no essersi mai accorto di una guerra altrettanto atroce e sanguinaria che orma da ben 7 anni sta caratterizzando i confini di uno degli stati a sud del Medio Oriente, lo Yemen.

Dal 2015 infatti lo Yemen è il teatro di battaglia di Arabia Saudita, Iran e la popolazione yemenita.  

Andiamo dunque a fare luce in Yemen rispetto ad una situazione anche più complicata di quella tra Russia ed Ucraina.

Guerra Yemen: la definizione dello scacchiere

Cominciamo con il definire lo scacchiere, i popoli coinvolti in questa cruenta guerra.

Da una parte Arabia Saudita in testa insieme ad altri 9 paesi sunniti tutti sostenuti dagli Stai Uniti, dall'altra nuclei dislocati sul territorio appartenenti all'Isis oltre che ad Al-Qa’ida (nemici storici degli USA combattuti rispettivamente in Afghanistan ed in Iraq), insieme a ribelli sciiti, vicini all’Iran, che dal 2015 controllano la capitale San’a e che stanno provocando infinite sofferenze ai civili.

L'intera nazione è sotto assedio, teatro di violenti combattimenti e bombardamenti , i rifornimenti di beni primari alla popolazione sono da tempo bloccati, numerosi i civili impossibilitati a ricevere farmaci e con cibo razionato al massimo che muoio per fame, stenti o decimati da malattie ed epidemie.

Ad oggi si stimano più di 300mial vittime.

Ora, il fatto su cui porre fermarsi a ragionare è come alla vigilia dell'invasione Russa in Ucraina il popolo occidentale non fosse a conoscenza di quello che sta avvenendo in Yemen luogo in cui sono coinvolti personalmente anche gli Stati Uniti.

I media occidentale hanno cominciato ad interessarsi dell'argomento solo in queste ultime settimane, diversi i giornali che si sono interrogati sul perchè di reazioni così diverse da parte dell'Europa di fronte a due guerre, due tragedie, caratterizzate dalla stessa violenza.

Guerra in Yemen: dall'unione ad una nuova guerra! I motivi dello scontro

Ripercorriamo ora la storia dello Yemen attraverso gli accadimenti che hanno portato la nazione alla guerra attuale.

Negli anni 90' lo Yemen superò le divisioni interne nord-sud unificandosi sotto un'unica nazione, San'a fu designata come capitale nonchè sede del Governo.

Il presidente eletto per guidare la nazione  fu Ali Abdullah Saleh che fino a prima di quel momento era stato colui che aveva governato la parte Nord della nazione a partire dal 1978.

L'anno chiave che cambiò la situazione in Yemen di fatto destabilizzandolo fu il 2012 anno in cui scoppiò la primavera araba che caratterizzò gran parte dell'area del medio oriente.

In quell anno il presidente in carica rassegnò le proprie dimissioni sostituito da Rabbuh Mansur Hadi con il compito di traghettare il popolo per due anni fino alle nuove elezioni.

Malcontenti, dubbi, nuove fazioni cominciano ad emergere, si fa sempre più comune l'idea che il Governo di Hadi da provvisorio potesse diventare definitivo, tutto questo ha fatto si che nel 2015  il gruppo armato sciita degli Huthi, originario del nord dello Yemen conquista la capitale e si insedia al Governo.

Il presidente Hadi si rifugio nel sud dello Yemen ad Aden che di fatto diventò una seconda capitale.

Tutto questo riportò lo Yemen alle origini con un paese nuovamente spaccato in due.

Parte della popolazione nonchè ONU e Stati Uniti riconoscono nel presidente Hadi l'unica vera guida del paese, denunciando un vero e proprio Colpo di Stato. 

Come se non bastasse a complicare ulteriormente il quadro della situazione  l'arrivo di Al-Qa’ida riuscito a entrare in possesso di molte aree dello Yemen nella parte orientale del paese, oltre all’Isis che si è stabilizzato in diversi villaggi facendo sentire la sua tragica voce con attentati fatti soprattutto contro gli sciiti di San’a.

Nello stesso anno in cui si è verificato il colpo di Stato è sorta una coalizione capeggiata da Arabia Saudita e paesi sunniti,  Giordania, Emirati Arabi Uniti, Kuwait,Bahrain e Qatar, Marocco, Egitto, Sudan, Giordania.

Coalizione appoggiata anche da ONU e Stati Uniti, l'obbiettivo è quello di ristabilire la vecchia governance a capo di tutto lo Yemen e garantire nuova stabilità al paese ed alle aree circostanti.

L'area geografica più devastata dai bombardamenti è chiaramente quella nel nord del paese presa da assalto dalla coalizione con intensi e violenti bombardamenti, i dissidenti però non accennano ad arrendersi, continuano a resistere, determinante al fine della resistenza degli Huthi il sostegno dell' Iran , il più numeroso popolo sciita.

Il popolo Yemenita decimato dalla fame! I numeri della tragedia

Il popolo Yemenita sta subendo una vera e propria decimazione, più di 300mila le persone uccise da bombardamenti, carestie e malattie.

L'aumentare dell'escalation per quanto riguarda i combattimenti e la diminuzione delle risorse ha portato un taglio netto del programma di rifornimenti.

In tutto il paese non si trovano farmaci, acqua potabile e cibo razionati al massimo, 8 i milioni di persone che stanno vivendo in condizioni disumane rischiando la morte giorno dopo giorno.

Ci prova l'ONU con la voce autorevole Antonio Gutters segretario Segretario Generale delle Nazioni Unite, «Siamo pronti a sostenere il popolo yemenita ma non possiamo farlo da soli. 

Per una questione di responsabilità morale, di decenza e compassione umana, di solidarietà internazionale e di vita o di morte, dobbiamo sostenere il popolo dello Yemen ora» 

l'appello è diretto a tutti i paesi del mondo incitati a non abbandonare  il più povero dei paesi arabi. 

La Scala IPC, è uno strumento per migliorare l'analisi e il processo decisionale sulla sicurezza alimentare. 

È una scala standardizzata che integra le informazioni sulla sicurezza alimentare, la nutrizione e il sostentamento in una dichiarazione sulla natura e la gravità di una crisi e sulle implicazioni per la risposta strategica. 

Ebbene come fanno notare associazioni come Fao ed Unicef in riferimento alla scala sopra citata i numeri di questa tragedia sono danno l'idea della situazione orribile ed inaccettabile alla quale la popolazione è sottoposta:

  • circa 2,5 milioni i bambini gravemente malnutriti,
  • 1,5 milioni le donne incinte anch'esse ridotte allo stremo per mancanza di acqua e cibo;
  • 170mila le persone a rischio carestia nei messi avvenire. 

Violenze e morti alla quale la popolazione è giornalmente sottoposta non servono per far diminuire o cessare i cruenti scontri le forze attualmente al Governo appoggiati dallo schieramento con a capo L'Arabia saudita ed i dissidenti Sciiti Houthi sostenuti dall’Iran. 

Nessuno dei due schieramenti sembra riuscire a prevalere sull'altro, la situazione è in stallo completo ragion per cui non sembra ancora esserci spazio per alcuna trattativa.

Non pare perciò destinato ad avere successo l’invito che il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), organizzazione con base a Riyadh, ha rivolto ai ribelli yemeniti a recarsi dal 29 marzo fino al 7 aprile in Arabia saudita per discutere del cessate il fuoco.