Il drammatico e fantastico 1992

Come ho ribadito più volte, personalmente non sono contrario alla speculazione che di per sé non è una operazione illegale e neppure illecita.

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Come ho ribadito più volte, personalmente non sono contrario alla speculazione che di per sé non è una operazione illegale e neppure illecita.

Ribadisco nuovamente la definizione che ne dà la Treccani:

Operazione commerciale o finanziaria consistente nell’acquistare per rivendere, o nel vendere per ricomprare, con il fine di conseguire un profitto dalla differenza di prezzo (di merci, valute o titoli) in diversi momenti del mercato

Quindi non c’è nulla di disdicevole, un qualsiasi investitore, avendo personali convinzioni, può ritenere il prezzo di una qualsiasi attività finanziaria eccessivamente basso, quindi lo acquista naturalmente con la speranza che, successivamente, il prezzo salga, oppure può ritenere il prezzo eccessivamente alto e quindi lo vende, naturalmente con la speranza che successivamente il prezzo scenda.

Ripeto anche che in questo modo ci comportiamo tutti noi ogni giorno, al di là del fatto che generalmente siamo consumatori e non investitori, tuttavia, semplificando molto, possiamo dire che acquistiamo beni il cui prezzo ci sembra congruo e non acquistiamo beni il cui prezzo ci sembra eccessivo.

Naturalmente non si può, né si deve confondere la speculazione, ripeto operazione lecita, con il cosiddetto insider trading, operazione illecita ed illegale che si attua quando si è a conoscenza di notizie non note al mercato.

Insomma per capirci, lo speculatore rischia di perdere i propri soldi perché non è detto che si avveri ciò in cui crede, l’insider trader invece non rischia di perdere i propri soldi sapendo già ciò che accadrà potrà solo guadagnarci a scapito di coloro che non erano a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto successivamente.

Ebbene l’operazione speculativa che, per il nostro Paese, è certamente la più nota, insomma la speculazione per antonomasia fu quella del 1992 quella che costrinse l’Italia ad uscire dal Sistema Monetario Europeo.

E seppure furono migliaia gli speculatori che ebbero un guadagno scommettendo che la nostra lira non ce l’avrebbe fatta a rimanere all’interno dello SME, nell’immaginario comune quell’operazione fu collegata ad una singola persona.

George Soros era uno speculatore? Sicuramente sì!

Ha avuto notizie riservate e quindi si è comportato in maniera tale da configurare il reato di insider trading? Questo non lo sappiamo, anche se possiamo dire che le indagini in quel senso non approdarono a nulla.

Personalmente poi, seppure potete facilmente comprendere quanto io sia distante da un personaggio come Soros, ebbene per quanto riguarda quell’operazione io sono sufficientemente convinto che ciò che egli dichiarò fu semplicemente la verità.

Egli infatti disse di aver avuto la convinzione che la lira italiana e la sterlina inglese non avrebbero potuto rimanere all’interno dello Sme, visti i fondamentali macroeconomici e di mercato dei due Paesi, a meno che quelle valute non fossero state sostenute anche dalla Bundesbank.

Ebbene Soros, quindi, quando la Bundesbank annunciò pubblicamente che non avrebbe sostenuto la valuta italiana e quella inglese, si convinse di effettuare operazioni short, ossia di vendita allo scoperto nei confronti della lira e della sterlina.

Soros quindi divenne il perfetto capro espiatorio, nella realtà ad affossare la lira contribuirono soprattutto i grandi capitalisti italiani, che trasferirono somme ingenti nei cosiddetti paradisi fiscali.

Ma a parte la ricostruzione vera o verosimile di ciò che avvenne nel 1992, non solo Soros non avrebbe dovuto essere indagato, ma avrebbe dovuto essere premiato per le conseguenze di quella operazione finanziaria.

Fu il Soros successivo, a crearci parecchi problemi, il Soros filantropo.

L’uscita dallo Sme, invece, ci regalò alcuni anni di boom economico, un boom davvero paragonabile a quello degli anni ’50.

Gli anni che vanno dal ’92 al ’98 furono per noi anni d’oro, anni di grande espansione economica.

Anni che hanno visto migliorare tutti i nostri parametri macroeconomici, non solo il Pil, ma anche il rapporto debito/Pil migliorò, scese il tasso di inflazione e soprattutto il nostro Paese raggiunse la piena occupazione.

In quegli anni effettivamente l’immigrazione non rappresentava un problema ma una soluzione.

In effetti quel settembre del ’92 per noi fu benedetto, ma era stato preceduto da due fatti che invece ci condannarono.

Infatti, in precedenza, e per la precisione il sette di febbraio di quell’anno, il Ministro degli esteri Gianni De Michelis ed il Governatore della Banca d’Italia Guido Carli firmarono il trattato di Maastricht.

Ed il due di giugno furono in molti a salire su un celebre Yacht di proprietà di una testa coronata.

Quindi quegli anni di libertà, ripeto dal settembre ’92 al dicembre ’98, di fatto furono l’ultima sigaretta che viene concessa al condannato.

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Giancarlo Marcotti

29 mar 2024