L’inflazione (ufficiale) in Italia

E’ terminato il primo mese dell’anno e l’Istat, il nostro Istituto Centrale di Statistica ha così calcolato l’andamento dei prezzi in Italia.

E’ terminato il primo mese dell’anno e l’Istat, il nostro Istituto Centrale di Statistica ha così calcolato l’andamento dei prezzi in Italia, naturalmente stiamo parlando di “dati provvisori”.

Allora andiamo subito al sodo, finalmente si comincia a vedere una bella diminuzione dell’inflazione in Italia?

La risposta è la diminuzione sì, c’è, ma non possiamo dire che sia “una bella diminuzione” anche nel mese di gennaio l’inflazione in Italia è risultata a due cifre, +10,1%.

Rispetto al +11,6% che avevamo riscontrato a dicembre, abbiamo avuto un miglioramento, ma è inutile nasconderci dietro ad un dito, tutti noi speravamo in una diminuzione molto superiore.

Guardando ad esempio al grafico del prezzo del gas naturale, si rimane esterrefatti.

Oggi è stato stabilito l’ennesimo minimo, il future è addirittura sceso sotto i 2 punti e mezzo, ma senza tornare ai massimi a oltre nove punti riscontrati a ferragosto scorso, soltanto a fine dicembre la quotazione era di 4 punti e 42, quindi dall’inizio dell’anno, in un mese abbiamo avuto una riduzione del 44%.

Certo il beneficio di questo crollo noi lo vedremo nelle prossime bollette (almeno ci auguriamo), ma il prezzo del gas è in calo dallo scorso ferragosto ed in caduta libera da due mesi a questa parte.

Ed in effetti il calo di un punto e mezzo dell’inflazione, dall’11,6% di dicembre al 10,1% di gennaio è dovuto essenzialmente alla brusca frenata dei beni energetici regolamentati.

Abbiamo avuto un calo dell’inflazione, anche se molto più contenuto, anche per quanto riguarda gli Alimentari Non Lavorati, i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

Tuttavia abbiamo invece riscontrato una nuova accelerazione dei prezzi dei Beni Alimentari Lavorati (passati dal +14,9% al +15,2%) dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,8%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%), tutte cose che pesano sul nostro portafoglio.

Quindi la cosiddetta inflazione di fondo, ossia l’inflazione calcolata escludendo il settore energetico e quello degli alimentari freschi, non solo non è diminuita, ma è aumentata passando dal 5,8 al 6%.

Sempre per completezza di informazione, l’inflazione è ulteriormente aumentata in questo mese (dall’8,5 al 9%) per quanto riguarda i cosiddetti prodotti ad alta frequenza d’acquisto.

Infine, per completare il quadro andiamo a vedere le dinamiche del cosiddetto IPCA, ossia l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, diminuito dell’1,4% (dal 12,3% al 10,9%) un calo tuttavia interamente dovuto  a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature.

Ed ora dopo aver visto i freddi numeri cerchiamo di commentarli.

Personalmente mi sono già esposto all’inizio del video quando ho detto che sono deluso, dato che mi attendevo risultati migliori, certo se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno possiamo dire di aver ridotto il gap nei confronti della media dell’eurozona.

Nei Paesi aderenti all’euro, infatti l’inflazione è scesa dello 0,7% passando dal 9,2% all’8,5%. Quindi nel mese di gennaio abbiamo avuto un maggiore calo rispetto agli altri Paesi dell’eurozona, ma come sempre non mi accontento del mal comunque mezzo gaudio.

Se guardo ai dati del Pil dell’eurozona (+3,5%) e dell’inflazione 8,5% ritengo proprio che i dati danno alla Bce l’ennesima motivazione per continuare ad alzare i tassi, non mi riferisco all’aumento scontato dello 0,50% che ci verrà comunicato domani, ma a successivi aumenti.

Ed allora i nostri mutui continueranno a salire (ahinoi), ed i conti pubblici non potranno che peggiorare.

E’ vero che le prossime bollette dovrebbe essere più leggere, o meglio diminuirà il prezzo del gas, ma siamo anche nei mesi più freddi, quindi quelli di maggior consumo.

Insomma a marzo la Bce alzerà ancora i tassi di un altro mezzo punto? A questo punto è probabile, a meno che …

Molto dipenderà dalla Germania, sembra infatti che, dal punto di vista economico, la Germania non stia navigando in buone acque.

La situazione geopolitica sta penalizzando più di tutti proprio la Germania e le cifre delle perdite per l’economia tedesca, che stanno girando sul web in questi giorni, sembrano enormemente sottostimate.

Quindi il “rigore”, da sempre invocato dalla Germania, potrebbe per un po’ essere anche messo da parte, naturalmente non ufficialmente, occorre salvare la faccia.

Certo, guardando il Dax ossia l’indice di riferimento della Borsa tedesca, pare che l’economia vada a gonfie vele, il mese di gennaio si è dimostrato ancora un mese eccezionale per la Borsa tedesca, questi sono i grandi misteri della finanza.

Ma, come dico sempre, nel breve periodo si può manipolare il mercato, nel lungo periodo no, quindi non ci resta che stare a vedere.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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