JP: i miracoli della finanza americana

Ecco cosa mi scrive JP da Sacramento California.

Ecco cosa mi scrive JP da Sacramento California.

Caro Giancarlo e cari ascoltatori,

comincio col rispondere ad una domanda di un ascoltatore. Questo signore ha sentito alla radio che quel che è successo alle Banche negli Stati Uniti è colpa di Trump. Lui avrebbe cambiato le regole alle quali le Banche devono attenersi.

L’ascoltatore mi chiedeva se ciò corrispondeva al vero.

Ebbene, la risposta è: NO, non corrisponde alla verità. Allora riepiloghiamo i fatti.

Occorre tornare indietro nel tempo. Alla crisi del 2008. Una crisi tremenda, qui ce la siamo vista veramente brutta.

Per questo si decise di imporre nuove regole alle Banche e nel 2009 furono approvate nuove leggi. Le Banche  “dovettero accettare” ulteriori restrizioni, in quel momento avevano una bruttissima reputazione e la gente non le vedeva di buon occhio.

Poi però, col  passare del tempo, le Banche rialzarono la cresta.

Dieci anni dopo, nel 2018, il Congresso approvò una legge che dava nuovamente molta libertà alle Banche.

La legge passò anche al Senato per pochissimi voti grazie ai famosi “RINO” (Qui occorre specificare il significato del termine, si tratta del solito acronimo americano che si usa nel linguaggio politico. L’acronimo sta per “Repubblicani solo di nome” è una maniera ovviamente spregiativa per indicare quei politici eletti all’interno del Partito Repubblicano, ma che poi si comportano come democratici)

Arrivata la legge sulla scrivania di Trump lui si rifiuta di firmare tale legge perché dice che così facendo a breve si rischia un altro 2008.

La legge allora ritorna al Congresso, ma viene modificata solo una piccola norma. La legge passa al Congresso e poi al Senato, sempre per pochissimi voti, e sempre grazie ai RINO.

La norma che viene introdotta è che si faranno controlli severi solo per le Banche che gestiscono oltre i 250 miliardi di dollari (non milioni miliardi sto parlando).

A Trump questo non basta vorrebbe che fossero esenti da controlli severi solo le piccole Banche regionali, ne nasce una disputa, Trump vorrebbe ancora non firmare, ma rischia che, per ripicca, i controlli poi vengano fatti solo nelle zone rurali dove lui è popolare e raccoglie molti voti.

Alla fine è costretto a cedere, e firma.

Però non gliela dà vinta. Nella campagna elettorale per la rielezione promette una riforma di quella legge ed i democratici sanno che se Trump fosse stato rieletto nel 2020 avrebbe saldato i conti.

Sapete quel che accadde nella purtroppo famosa notte del 3 Novembre 2020.

Ecco questa è la storia VERA !!!!!!!!!!! Questo è quel che è accaduto.

Torniamo a noi, ebbene Silicon Valley Bank gestiva proprio poco meno di 250 miliardi così rientrava fra le Banche poco controllate.

Venerdì  10 Marzo ecco che scoppia il caso a livello mediatico.  Trascorre il week-end e Lunedì 13 ore 9 del mattino “eastern time ” ovvero orario dell’Atlantico il nostro Presidente dice in diretta TV che tutti i fondi della Silicon Valley Bank sono al sicuro. Sono coperti fino all’ultimo centesimo.

E qui anche i media di sinistra sono sconcertati.

Sì perché non si è capito se si coprono tutti i conti della Silicon Valley Bank o di tutto l’apparato bancario nazionale.

Al momento i media si stanno chiedendo  cosa intendesse dire il Presidente con “noi copriremo le intere somme fino all’ultimo centesimo”. La Casa Bianca non risponde in merito.

Ma c’è dell’altro. Tutti si chiedono: cosa è accaduto in quel fine settimana?

Siccome qui da noi i segreti sono di Pulcinella si viene a sapere che durante il weekend un pezzo grosso californiano ha fatto visita a Biden, e si è subito saputo chi era. Sì, proprio lui, il nostro Governatore. Diciamo che è andato a far vista a Joe in ginocchio chiedendogli di salvare la Banca.

Ed alla notizia che i federali salveranno la Banca il nostro Governatore esulta in TV e dice “Grazie Mr. President lei ha salvato l’economia della nazione”.

A questo punto si deve dedurre che per il nostro Governatore se la Silicon Valley Bank falliva  il nostro sistema finanziario sarebbe fallito.

Andiamo avanti perche qui è una telenovela sudamericana. 

Si scopre che ad avere saldi inferiori ai 250 mila dollari sono solo il 10% dei correntisti.

Il restante 90% ha molto di più.  Molti depositi sono a sette cifre a otto cifre e … sì signori, anche a nove cifre.

Come vedete la Silicon Valley Bank non è una Banca per operai, impiegati , idraulici  , falegnami, gente comune insomma ma una Banca di “eletti”.

E cosa si viene a sapere?

Si scopre che le aziende del nostro Governatore hanno i loro conti alla Silicon Valley Bank, ma non solo, anche la moglie del nostro Governatore ha una “charity” in quella Banca.

Sapete cos’è una “charity” è un fondo a scopo benefico, per fare della carità, della beneficienza, tanto per capirci. Ma chi gestiva quel fondo? Un personaggio che siede nel “board of directors “(il Consiglio di Amministrazione) della Banca stessa.

Ed anche per quanto riguarda la charity  la gente si sta facendo molte domande. Perché?

Perché, giustamente, la legge della California vieta, a chi fa politica, di andare a chiedere di salvare  Banche qualora si hanno soldi in quella determinata Banca. Quindi il nostro Governatore ha infranto la legge, tuttavia io scommetto che non succederà nulla, che non verrà mai chiamato a rispondere per questo fatto.

D’altronde non è la prima volta, della serie ” fate come vi dico ma non fate quello che faccio”.

Ma non finisce qua. A San Francisco, dove ha sede la Federal Reserve, che deve controllare le banche californiane si e’ scoperto che non hanno controllato molto anzi per niente negli ultimi 9 mesi. Si e’ poi saputo che i controllori erano grandi amici dei controllati.

Un anno fa di questo periodo il nostro Governatore si vantava che la California aveva un surplus di 64 miliardi di dollari.

Ora invece siamo in bancarotta. Inutile dire che i 64 miliardi non ci sono mai stati.

C’era una volta “The Golden State”, ma ora non c’è più.

E qui finisce il report di JP, ma oggi ecco la grande novità.

Come ha ben spiegato JP, venerdì 10 marzo scoppia lo scandalo, il sabato e la domenica i mercati sono chiusi e immediatamente il lunedì mattina 13 marzo alle 9 Biden annuncia che “tutti i fondi della Silicon Valley Bank sono al sicuro. Sono coperti fino all’ultimo centesimo”.

Quindi non solo quelli fino al limite assicurato ossia 250.000 dollari. Un annuncio che lascia senza parole gli stessi democratici! Ma come? Il Presidente annuncia così impunemente di passare sopra ad una legge?

E’ chiaro allora che la cosa non può valere solo per Silicon Valley Bank, ma deve valere per tutte le Banche degli Stati Uniti.

Ossia il Presidente annuncia così che non c’è più nessun limite per le assicurazioni sui depositi bancari? Lo Stato garantisce tutti i depositi bancari per qualsiasi cifra!

Ovviamente è un fatto di una gravità inaudita, la Casa Bianca è in imbarazzo, come uscire da questa più che imbarazzante situazione.

Ebbene c’era un solo modo per uscire da questa situazione che ripeto possiamo definire come minimo imbarazzante, ossia dire che Silicon Valley non era fallita ed è stata comprata da un’altra Banca.

E così oggi è stato fatto questo annuncio.

La First Citizens Bank ha rilevato gran parte della Silicon Valley Bank, l’istituto californiano passato sotto il controllo delle autorità statunitensi dopo una corsa agli sportelli sui suoi depositi, che ne avevano causato il fallimento.

A partire da oggi le 17 ex filiali SVB apriranno nella nuova veste di First Citizens, si legge in una nota della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), l’Autorità federale di garanzia dei depositi, che precisa che “i depositanti della Silicon Valley Bridge Bank diventeranno automaticamente depositanti della First Citizens Bank” e che “tutti i depositi assunti da First Citizens Bank continueranno ad essere assicurati dalla FDIC fino al limite assicurativo”.

Certo la gaffe di Biden rimane, egli infatti non può annunciare che tutti i depositi saranno “coperti fino all’ultimo centesimo” quando non si era ancora trovato una Banca che li avesse rilevati.

Immagino poi le febbrili trattative per trovare un compratore e quindi chiudere così la vicenda, si dice per che raggiungere l’accordo la First Citizen Bank abbia ottenuto uno sconto superiore ai 16 miliardi di dollari.

Volete sapere come sta andando oggi in Borsa la First Citizen Bank?

Sta guadagnando il 48%, venerdì scorso una sua azione valeva 582 dollari oggi ne vale 864 … miracoli della finanza americana.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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