Chi è davvero Mario Draghi? Luci ed ombre!

Mario Draghi, quando è diventato premier, è stato acclamato come salvatore della Patria. Ma le cose stanno così? Chi è davvero Mario Draghi? Scopriamolo!

Si è sempre pensato che Mario Draghi sia un banchiere che si è ritrovato per puro caso a diventare politico, ma non è esattamente così: secondo politico.eu, infatti, Mario Draghi è un politico diventato banchiere e non il contrario.

Ma perché il sito estero fa questa affermazione?

Quando Mario Draghi era presidente della Banca Centrale Europea, è stato indicato come il salvatore dell’euro e, di conseguenza, dell’eurozona, durante una forte crisi finanziaria di una decina di anni fa.

All’epoca Mario Draghi pronunciò la famosa frase, rimasta nella storia, che la Bce avrebbe salvato l’euro “whatever it takes”, ovvero “a qualunque costo”. E il costo ci fu eccome, perché per fare tutto il necessario per salvare la moneta unica, alcuni paesi soffrirono la fame. Un esempio su tutti: la Grecia, che finì ad un passo dal default! 

Durante la sua presidenza alla BCE, Mario Draghi non si comportò propriamente da banchiere

In quel caso il banchiere non si comportò propriamente da banchiere, ma da vero e proprio politico. Ovviamente da quando è diventato Presidente del Governo italiano, ha esportato le sue capacità di banchiere nella politica italiana. Ma questo è davvero un bene per noi? Ho già affrontato l’argomento in un altro dettagliato articolo scritto qualche mese fa, su Draghi e sulla domanda se sia davvero il salvatore della Patria o dell’establishement, potete leggerlo cliccando sul link.

Il presidente Draghi non parla molto, soprattutto se paragonato alle conferenze stampa fatte dall’ex presidente Conte, ma sinora in ogni sua conferenza stampa dalla sua bocca è fuoriuscita almeno una fake news. Ci si chiede se usasse fare così anche quando era presidente della BCE? Temo che questa resterà una domanda senza alcuna risposta. 

Insomma Draghi ha dimostrato di avere spiccate capacità politiche già da quando era un banchiere.

Infatti un suo grande amico, che lo conosce da prima degli anni ottanta, Bruno Tabacci, lo identifica così: “È un politico molto sofisticato che non può essere ridotto al ruolo di banchiere. Quando si deve guidare la Bce per otto anni, avere a che fare con il capo della Bundesbank e riuscire a salvare l’eurozona, cosa si vuole di più?”.

Eh già. Cosa vogliamo di più dalla vita? Non ci poteva capitare di meglio. Il miglior presidente a capo del Governo dei Migliori. Siamo in una botte di ferro!

La carriera di Mario Draghi

Mario Draghi è stato direttore generale del Tesoro italiano durante i turbolenti primi anni ’90, quando l’Italia era nel mezzo di un’ondata di privatizzazioni e scossa da indagini anticorruzione (la famosissima Tangentopoli) che spazzarono via gran parte della classe politica della prima repubblica, che si scoprì essere profondamente corrotta e collusa con la mafia.

Suo padre Carlo era anche funzionario della Banca centrale italiana, la Banca d’Italia.

Ricordiamo che Draghi ha accettato di guidare l’Italia che ha il secondo debito più alto dell’Eurozona e che riceverà la quota maggiore di denaro (209 miliardi di euro) dal fondo dell’UE PNRR.

La sua politica del “whatever it takes” è considerata il culmine del modo in cui Draghi ha portato la politica nelle banche centrali. Alla BCE Draghi aveva un numero ristrettissimo di consulenti super fidati, ma la maggior parte delle volte le decisioni le ha prese da solo, come conferma politico.eu in base a ciò che ha raccontato un ex funzionario della BCE.  

Con quelle famose tre parole, Draghi fece capire al mondo intero di cosa fosse capace, sconvolgendo anche i mercati finanziari.

“Lo ricordo, giovane e appena nominato alla guida del Tesoro [italiano]”, racconta Stefano Manservisi, ex alto funzionario dell’UE che ha trascorso la sua carriera nella Commissione europea.

Manservisi stava lavorando per il commissario italiano, Raniero Vanni d’Archirafi, il cui portafoglio includeva il mercato interno, quando incontrò e conobbe Draghi.

Draghi “aveva una visione politica europeista molto chiara, ma non un filo europeo ideologico e federalista”, ha affermato Manservisi. Come direttore generale del Tesoro, Draghi era già una figura politica importante “perché il Tesoro ha sempre avuto un ruolo chiave nella politica italiana e non solo nella gestione dell’economia“.

E quando, anni dopo, Draghi pronunciò la frase “ad ogni costo”, nei “corridoi della Commissione, fu chiaro a tutti che ormai aveva stretto alleanze che erano andate ben più in là della BCE e che avevano coinvolto anche il partito della Merkel, racconta Manservisi.  

Mario Draghi e la sua abitudine di prendere decisioni da solo

Mario Draghi, rimasto orfano ancora adolescente, ha studiato all’Università La Sapienza di Roma, e poi ha proseguito la sua formazione presso il Massachusetts Institute of Technology – studiando con Franco Modigliani, che in seguito ha vinto un premio Nobel – ed è stato il primo italiano a ottenere un dottorato al MIT. 

Modigliani diceva che Draghi “era uno studente eccezionale”.

Draghi non si è mai esposto politicamente, nel senso che, ancora oggi non si sa se sia di sinistra o di destra.  Nel 2015, durante un’intervista, dichiarò: “Le mie convinzioni erano basate su quelle che chiamereste socialismo liberale”.

Mario Draghi pare sia allergico a riunioni lunghe, a lunghi incontri e a lunghi dibattiti. Al contrario, veloce e conciso, è molto più propenso a prendere decisioni da solo. 

È “molto riservato e controllato”, ha detto un alto funzionario italiano che ha parlato in condizione di anonimato. “Quando incontra i leader del partito, di solito è solo”. Come da solo, la sera prima dell’ottava votazione per il Presidente della Repubblica, ha chiamato tutti i leader di partito, chiedendo loro di votare per Mattarella e poi ha chiamato quest’ultimo chiedendogli di accettare. 

Ed è andata esattamente come lui desiderava. 

Mario Draghi e la Goldman Sachs

Negli anni 2000, Draghi lavorava come amministratore delegato di Goldman Sachs a Londra. Nel 2011 il quotidiano francese Le Monde scrisse che la Goldman Sachs rappresentava il lato ombra di Mario Draghi, in quegli anni già presidente della Bce. Ma perché?

La Goldman Sachs è la più potente banca d’affari americana, che condiziona non solo i mercati finanziari, ma anche i governi di tutto il mondo. 

In un’intervista, il trader indipendente Alessio Rastani, dichiarò che non sono i governi a governare il mondo, ma è “Goldman Sachs che governa il mondo”.

Ebbene Mario Draghi dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs. Insomma: proprio nel periodo in cui in America le banche d’affari si stavano dando tantissimo da fare in manovre fortemente speculative, trasformatosi poi nel baratro finanziario del 2008 che si è portato dietro il resto del mondo.  

È mai possibile che l’economista italiano non sapesse nulla di quello che stava per accadere? Questa è un’enorme zona d’ombra sul suo passato!

La stampa italiana, purtroppo, finanziata a più non posso dal Governo, e durante la pandemia finanziata anche il doppio per fare attività promozionale al vaccino e al Governo, è sempre stata non obbiettiva e ha ignorato queste informazioni su Draghi. 

E così piuttosto che dire la verità, Draghi è stato visto come il salvatore dell’Italia, Super Mario lo hanno chiamato. 

Ma come ci si fa a dimenticare il suo passato e il suo lavoro per la Goldman Sachs? Se l’informazione facesse il suo dovere, molti cambierebbero opinione sull’attuale presidente del Consiglio e avremmo certamente meno lobby al potere e più democrazia.

Prima di Draghi, un altro appartenente alla Goldman Sachs diventò Premier

Ma non è la prima volta che un appartenente alla Goldman guida il governo italiano. Ricordate Mario Monti? Oh si che lo ricordiamo. L’austerity, la legge Fornero. Uno dei periodi più bui del nostro paese, fino a quando non è arrivato Draghi. 

Solo che Draghi dovrebbe comportarsi diversamente da Monti, non soltanto perché quest’ultimo fu messo a quel posto proprio per tagliare drasticamente la spesa pubblica, e lo fece, con lacrime e sangue degli italiani. Draghi invece è chiamato a spendere i soldi arrivati dall’UE. 

Al momento non si vede onestamente alcun effetto positivo di Draghi presidente del Consiglio, se non questa cieca fiducia dei mercati esteri sulle sue capacità.

Ma la verità vera la conosciamo solo noi italiani. Solo noi sappiamo come stiamo vivendo da due anni a questa parte, solo noi sappiamo le decisioni scellerate prese da questo governo che ha presentato quasi 70 decreti legge e altrettante richieste di fiducia in parlamento. Solo noi sappiamo quanto la democrazia e la costituzione siano state e lo sono ancora tutt’oggi, calpestate da decisioni senza senso fatte passare per sanitarie.

Solo noi vediamo attività chiudere ogni giorno, imprenditori fallire, lavoratori perdere il lavoro, o lavoratori sospesi senza stipendio (dunque condannati a morte per fame) solo perché non hanno accettato un vaccino facoltativo. 

E quindi no, non c’è alcun ottimismo in Italia nell’avere Mario Draghi (che per giunta ha diffuso anche un sacco di fake news) come Presidente del Consiglio. 

Funzionari vicini a Draghi hanno da tempo insistito sul fatto che fosse interessato a diventare presidente della Repubblica e non primo ministro. 

Beh per un uomo come lui, abituato a decidere tutto da solo, meglio Capo di Stato che Presidente di un CDM. 

Al momento, però, è restato al suo posto, ha organizzato un Mattarella Bis e si attendono le elezioni del 2023. Se mai ci dovessero permettere di andare a votare. 

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