Mario Draghi: semplicemente inascoltabile

Draghi dagli Stati Uniti tiene un discorso all’Atlantic Council, le sue dichiarazioni non sono chiare, pare avere una posizione meno bellicista.

Draghi dagli Stati Uniti tiene un discorso all’Atlantic Council, le sue dichiarazioni non sono chiare, pare avere una posizione meno bellicista rispetto a prima della sua partenza dall’Italia, ma poi, leggendo bene le parole del nostro Premier, i dubbi restano tutti, anzi aumentano.

Allora cerchiamo di capire, ma naturalmente non è detto che ciò sia possibile. Partiamo da qui:

L’Ucraina ha bisogno di un piano Marshall per la ricostruzione

E fin qui … direi niente di clamoroso, alla fine di un conflitto ci sono sempre macerie, per cui c’è molto da ricostruire. Ma dopo questo passaggio, ripeto, dopotutto banale e logico ecco che Draghi invece cade subito in una retorica anti-russa, sentite: 

L’invasione russa dell’Ucraina ha causato quello che chiamiamo un cambio di paradigma nella geopolitica. Ha rafforzato i legami tra l’Ue e gli Stati Uniti, ha isolato Mosca, ha sollevato profonde domande per la Cina. Questi cambiamenti sono ancora in corso, ma una cosa è certa: sono destinati a rimanere con noi per molto, molto tempo

Ebbene, non so se si siano rafforzati i legami tra l’Unione europea e gli Stati Uniti e se Mosca sia stata isolata. Ma so di sicuro che gli europei, ossia i cittadini che abitano nel Vecchio Continente sono assolutamente contrari alle politiche dei loro governanti.

Anche in Italia, come noto, i sondaggi hanno dimostrato in maniera inconfutabile che la maggior parte della popolazione è contraria alla politica messa in atto dal Governo che stanzia miliardi in armamenti. Gli italiani vogliono vivere in pace ed essere sempre neutrali in ogni conflitto.

La nostra Costituzione, tante volte fumosa e opaca, sul tema guerra non poteva essere più chiara, l’articolo 11 recita: l’Italia ripudia la guerra.

Quindi caro Draghi quando parli di legami ancora più stretti con gli Stati Uniti, non farlo in mio nome. Anzi in questi ultimi mesi ed in questi ultimi due anni io posso senza dubbio dire che mi sono molto allontanato dagli Stati Uniti che considero un Paese pericoloso per la pace nel mondo.

Ma sentiamo ancora Draghi:

Dobbiamo continuare a sostenere il coraggio degli ucraini, che combattono per la loro libertà e per la sicurezza di tutti noi. Dobbiamo continuare a infliggere costi alla Russia, muovendoci rapidamente con il nostro ultimo pacchetto di sanzioni. Ma dobbiamo anche fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura.

Naturalmente è inaccettabile parlare del coraggio degli ucraini, che si sono macchiati e continuano tutt’ora a macchiarsi dei crimini più efferati, delle mutilazioni più disumane.

Mi trovo invece d’accordo con Draghi quando dice che dobbiamo anche fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura.

Ascoltiamo ancora Draghi

Spetterà agli ucraini decidere i termini di questa pace e a nessun altro. Nel frattempo, dobbiamo prepararci per il mondo in cui vivremo domani. Dobbiamo essere pronti a continuare a stare con l’Ucraina molto tempo dopo la fine della guerra. La distruzione delle sue città, dei suoi impianti industriali, dei suoi campi richiederà un enorme sostegno finanziario. L’Ucraina avrà bisogno del proprio Piano Marshall, proprio come quello che ha contribuito alle relazioni speciali tra Europa e Stati Uniti. E dovremo garantire che le sue istituzioni democratiche rimangano forti, stabili, vivaci. L’Ucraina è nostra amica. L’Ucraina rimarrà nostra amica. 

Ora però devo essere perentorio: Le parole di Draghi sono inascoltabili

Certo che l’Ucraina dovrà essere ricostruita, ma Draghi spero stesse scherzando quando parla, a proposito dell’Ucraina di “istituzioni democratiche”.

L’Ucraina del Battaglione Azov sarà sua amica, non mia, anzi, io mi auguro che i russi riescano nel loro principale intento, ossia la denazificazione dell’Ucraina, oltre che l’ottenimento dell’indipendenza del Donbass e della Crimea, che sono terre abitate da russi.

E sentiamo ancora Draghi:

La guerra in Ucraina minaccia la nostra prosperità e la nostra sicurezza energetica. Ma come ha fatto tante volte nella sua grandiosa storia, l’Italia ha ripreso slancio e siamo pronti a fare la nostra parte con gli europei e con gli alleati transatlantici per andare oltre questo momento tragico e ripristinare la pace.

Altro passaggio decisamente opinabile, anzi, direi inaccettabile, caro Sig. Draghi non è la guerra in Ucraina a minacciare la nostra prosperità e la nostra sicurezza energetica, ma sono le nostre insensate sanzioni nei confronti della Russia.

Detto questo sono d’accordo che dobbiamo fare tutto il possibile per “ripristinare la pace”, ma innanzitutto, se davvero si vuole la pace, smettiamo di fornire armi agli ucraini.

E Draghi conclude dicendo:

Le scelte che l’Ue deve affrontare sono brutalmente semplici. Possiamo essere padroni del nostro destino o schiavi delle decisioni degli altri.

Dovremo razionalizzare la nostra spesa per la difesa, evitando inefficienze e duplicazioni; accelerare la transizione energetica; rilanciare la ripresa economica; affrontare le disuguaglianze di vecchia data e nuove. 

Queste trasformazioni radicali richiedono un cambiamento nelle nostre istituzioni e possono richiedere cambiamenti nei nostri Trattati fondatori. 

Dobbiamo ricordare l’urgenza del momento, l’entità della sfida. Questa è l’ora dell’Europa e dobbiamo coglierla. Ciò che mi rende ottimista è che sappiamo di non essere soli. In un momento di profondo cambiamento, alcune cose rimangono le stesse. 

Lo stretto rapporto tra l’Ue e gli Stati Uniti. Quel legame senza tempo che ci rafforza entrambi.

Allora analizzo frase per frase. Debbo dire che trovo bella, macché bella molto di più, direi che è semplicemente magnifica la prima locuzione:

Possiamo essere padroni del nostro destino o schiavi delle decisioni degli altri.

Giusto Draghi, quindi torniamo ad essere “padroni del nostro destino e non schiavi delle decisioni degli altri” quindi fuori dalle scatole, fuori da questa gabbia di matti che è l’Unione europea che ci rende schiavi delle sue decisioni.

razionalizzare la nostra spesa per la difesa spero non voglia dire di aumentare la spesa per la difesa come invece il suo Governo intende fare.

Richiedere cambiamenti nei nostri Trattati fondatori dell’Unione europea. Caro Draghi è inutile, non funziona comunque. Non basta cambiare i trattati, facciamo prima a stracciarli quei trattati che non sono altro che una immane inefficiente ed opprimente burocrazia. 

Questa è l’ora dell’Europa e dobbiamo coglierla. Ciò che mi rende ottimista è che sappiamo di non essere soli. In un momento di profondo cambiamento, alcune cose rimangono le stesse. 

Lo stretto rapporto tra l’Ue e gli Stati Uniti. Quel legame senza tempo che ci rafforza entrambi”.

Ma dici che è l’ora dell’Europa e poi parli dello stretto rapporto tra l’Ue e gli Stati Uniti che è un rapporto di sudditanza! Non ti sembra caro Draghi di essere un po’ in contraddizione con te stesso?

Ma fosse solo questo … purtroppo invece sappiamo che la situazione non è solo difficile, ma è drammatica, per questo occorre prendere subito le distanze da chi, come la Nato, vuole invece perpetuare conflitti in tutto il mondo.

Ahinoi! In che mani siamo!

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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