Il MES, emblema dell’impossibilità del funzionamento dell’Euro

Si torna a parlare del MES, un acronimo che sa di presa per i fondelli, Meccanismo Europeo di Stabilità.

Si torna a parlare del MES, un acronimo che sa di presa per i fondelli, Meccanismo Europeo di Stabilità, altro che stabilità, il MES è lo strumento che toglie stabilità agli Stati, toglie loro sovranità, insomma, nella migliore delle ipotesi li rende colonie, ma più correttamente dovremmo dire che li rende sudditi.

Quindi non toglie solo la sovranità ai popoli, ma arriva a togliere loro la dignità.

Mi dite che sto esagerando? Allora approfondiamo l’argomento.

Dunque, ritengo che la cosa più razionale, per vedere se sto esagerando o meno sia quella di confrontare il nostro Mes ossia quello europeo, ricordiamo Meccanismo europeo di stabilità, dicevo quindi di confrontare il nostro Mes con quello degli altri Stati.

Dunque dunque … non c’è un Meccanismo di stabilità statunitense, ma neppure cinese, brasiliano … di nessuno Stato. Nessuno Stato ha un meccanismo di Stabilità, solo l’Europa, no anzi mi sbagliavo, solo i Paesi aderenti all’euro.

Quindi non c’è un Mes in Svizzera o in Norvegia che non fanno parte dell’Unione europea e dell’eurozona, ma non c’è un Mes nemmeno in Ungheria, in Polonia in Bulgaria, ossia nei Paesi che hanno aderito all’Unione europea, ma non alla moneta unica. Ed allora dobbiamo chiederci: perché?

Perché il MES esiste solo per i Paesi che hanno adottato l’euro?

La risposta è semplice, perché i Paesi che hanno adottato l’euro, hanno mantenuto la loro Banca Centrale, alla quale però sono state tolte la maggior parte delle loro funzioni.

Sì, mi direte, sono state tolte quasi tutte le funzioni alle Banche Centrali nazionali, ma per essere date alla Banca Centrale Europea.

Sì, ma non tutte, insomma, alle Banche Centrali Nazionali sono state tolte tante funzioni, ma una in particolare non è stata attribuita alla Banca Centrale Europea, e non stiamo parlando di una cosa da poco, di una funzione secondaria, bensì di una funzione primaria per una Banca Centrale, ossia quella di poter agire da prestatrice di ultima istanza.

Essere prestatore di ultima istanza è un fatto di una importanza fondamentale per una Banca Centrale, poiché di fatto equivale a dire che la Banca Centrale è anche garante del debito pubblico del Paese.

Quindi cari ascoltatori è accaduto proprio questo: alle Banche Centrali Nazionali è stato tolta la funzione di prestatrici di ultima istanza, ma questa funzione non è stata attribuita alla Bce.

Quindi?

Quindi semplicemente da quando esiste l’euro i Paesi che lo hanno adottato come moneta non hanno una Banca Centrale che funge da prestatrice di ultima istanza.

E’ una cosa gravissima! Un Paese la cui Banca Centrale non ricopre anche il ruolo di prestatrice di ultima istanza è certamente un Paese vulnerabile.

Ebbene perché la Bce non è prestatrice di ultima istanza per i Paesi aderenti all’euro? Semplicemente perché i Paesi aderenti all’euro non vogliono essere chiamati a finanziare il debito pubblico di altri Paesi che hanno adottato la moneta unica.

Ed è abbastanza normale, a non essere normale è che Paesi diversi utilizzino la stessa moneta, mentre pensare che i tedeschi o gli olandesi non vogliano accollarsi i debiti pubblici di altri Paesi è più che normale, è ovvio, è scontato.

Così è accaduto con la Grecia e vediamo come è finita.

Quindi se un Paese dell’eurozona dovesse andare in crisi ed avere difficoltà nel finanziarsi, non potendo contare sulla propria Banca Centrale, e neppure sulla Bce, cosa accade? Va in default?

E’ accaduto, come dicevamo con la Grecia, ma a quel punto il rischio che salti completamente la moneta unica è un rischio più che reale.

Tuttavia come ho già detto nessuno Stato vuol sottoscrivere titoli del debito pubblico di un altro Stato in difficoltà correndo due rischi reali:

Ovviamente il rischio di default, ossia il rischio che lo Stato in difficoltà fallisca non ripagando in tutto o in parte i titoli del proprio debito pubblico.

Ma, non meno grave, il rischio che lo Stato in difficoltà esca dall’euro e ridenomi così il proprio debito pubblico in una propria valuta nazionale che naturalmente sarà pesantemente svalutata rispetto all’euro.

Ed allora?

Ed allora ecco la soluzione: il Mes, ossia un fondo finanziato dagli Stati appartenenti all’eurozona proporzionalmente al proprio Pil, che potrà essere utilizzato appunto per finanziari gli Stati in difficoltà, ma … attenzione … un fondo che esula dalle norme consuete che regolano i debiti pubblici.

Un fondo regolato dalla legislazione internazionale che ha sede in Lussemburgo, un fondo che prevede condizioni molto severe. Queste condizioni sono certamente rigorose leggiamo ad esempio l’art. 12 “possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite”.

Un fondo che prevede inoltre, pesantissimi interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione.

Ci sono poi condizioni che paiono al limite del credibile l’art. 32 infatti prevede, leggiamo:

L’operato del MES, i suoi beni e patrimoni ovunque si trovino e chiunque li detenga, godono dell’immunità da ogni forma di processo giudiziario.

E l’Art. 35

Nell’interesse del MES, tutti i membri del personale sono immuni da procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni e godono dell’inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali.

Nemmeno i cravattari.

Insomma il MES è proprio l’emblema dell’impossibilità del funzionamento dell’euro.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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