Movimento 5 Stelle: l’ultima sceneggiata

Probabilmente non è mai stata una cosa seria, ed oggi quindi non abbiamo visto che l’ultima sceneggiata, naturalmente mi sto riferendo al Movimento 5 Stelle ed alla diatriba Grillo-Conte.

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Probabilmente non è mai stata una cosa seria, ed oggi quindi non abbiamo visto che l’ultima sceneggiata, naturalmente mi sto riferendo al Movimento 5 Stelle ed alla diatriba Grillo-Conte.

Allora se vogliamo capire quel che sta succedendo dobbiamo tornare agli albori del Movimento. Il Movimento 5 Stelle nasce ufficialmente il 4 ottobre (che data!), comunque il 4 ottobre del 2009 per iniziativa di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

E’ un movimento di opinione, ma di fatto diventa partito politico ed è avvantaggiato dagli eventi che si vengono a creare in quegli anni.

L’Europa è sull’orlo del baratro, tutte le sue contraddizioni stanno per esplodere. Di fatto fallisce la Grecia, e in Italia avviene un golpe, viene defenestrato un Governo democraticamente eletto dai cittadini italiani e guidato da Silvio Berlusconi ed al posto del Cavaliere viene messa una persona non votata da nessuno.

Da lì inizia forse il periodo più buio della Storia dell’Italia repubblicana.

Il Movimento, quindi, acquisisce consensi ben oltre le più rosee attese.

La ragione principale di questo clamoroso successo sta nel fatto che il Movimento prospetta agli italiani un cambiamento radicale, sostiene che destra e sinistra hanno entrambi fallito, via quindi tutti i politici di professione, che hanno portato l’Italia sull’orlo del baratro, hanno fallito, ed al loro posto dovranno quindi andare cittadini comuni. La mancanza d’esperienza politica diventa un punto di forza dei candidati, anzi un requisito fondamentale.

Il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2013 ottiene un ottimo, anzi uno straordinario risultato un elettore su quattro vota per il partito di Grillo risultando così, anche se per un soffio, il primo partito con il 25,56% dei voti davanti al PD che si è fermato al 25,43%.

Ma dato che la legge elettorale premia le coalizioni ai primi due posti ci sono la coalizione di centrosinistra con il 29,55% e quella di centrodestra con il 29,18% dei voti.

La spaccatura in tre dell’elettorato non permette la nascita di Governi stabili, inizia prima Enrico Letta, a seguire Matteo Renzi, quindi Paolo Gentiloni.

Il Movimento 5 Stelle si tiene fuori dai giochi di potere e così viene ulteriormente premiato alle elezioni politiche successive che si svolgono il 4 marzo del 2018 nelle quali arriva ad ottenere il 32,68% dei voti risultando nettamente il primo partito, anche se la coalizione del Centrodestra arriva al 37%.   

A questo punto, tuttavia un Governo stabile si poteva ottenere solo con il Movimento 5 Stelle all’interno della compagine governativa, per i pentastellati quindi si trattava di una rivoluzione copernicana, e così si sono svelate tutte le manchevolezze degli eletti nel Movimento.

Francamente, alla luce di quanto è successo negli ultimi tre anni, ossia prima il Governo con la Lega, poi quello con il PD ed anche ora nell’esecutivo guidato da Mario Draghi, francamente, dicevo, secondo voi c’è forse qualche esponente dei 5 Stelle che si è salvato, che si è dimostrato all’altezza?

Direi di no!

Normalmente si ricorrere a denigrare i soliti nomi, come Toninelli, la Azzolina ecc. ecc. ma gli altri non si sono dimostrati migliori, cioè Toninelli e la Azzolina sono stati gli agnelli sacrificali, ma nella realtà, almeno a mio avviso, nessuno esponente del Movimento 5 Stelle si è salvato.

Alla prova dei fatti, si sono dimostrati tutti degli inetti, degli incapaci.

Al punto che il Movimento è ricorso ad un non eletto, e neppure candidato, un avvocato di Volturara Appula, tal Giuseppe Conte per guidare il Governo al quale hanno dato vita.

E questo Giuseppe Conte, evidentemente miracolato da Padre Pio, assurge agli onori della cronaca e dopo aver guidato un Governo con la Lega, rimane a Palazzo Chigi anche quando finita la prima esperienza il Movimento 5 Stelle dà vita ad un nuovo Governo stavolta con il Partito Democratico e Liberi e Uguali.

Ma questo è il punto principale.

Non è che il Movimento avesse molti punti di contatto con la Lega, ma insomma qualcuno c’era, dopotutto erano entrambi nati come risposta ad una politica paludata che non aveva dato risultati minimamente apprezzabili.

Lega e Movimento 5 Stelle qualche punto in comune, ripeto, lo avevano. Ad esempio in campagna elettorale non avevano nascosto le loro critiche nei confronti dell’Euro e dell’Unione europea, avevano visioni simili anche sul problema dei clandestini e delle ONG, insomma ripeto, qualche punto di contatto c’era.

Il Movimento 5 Stelle, invece, era lontano anni luce dal Partito Democratico dal quale lo divideva … tutto, non c’erano assolutamente punti di contatto con il PD. Nella campagna elettorale ricordiamo tutti le parole non solo critiche, ma insultanti che i candidati pentastellati usavano nei confronti del Partito Democratico.

Quindi, insomma se vogliamo trovare il momento nel quale cambia tutto, ebbene è quando Grillo in maniera del tutto sorprendente decide di fare un’alleanza governativa con il Partito Democratico.

Quello sarà il cambiamento epocale, il Movimento 5 Stelle diventa così un partito di sinistra, abominevole!

E questo secondo Governo sorretto principalmente dal Movimento 5 Stelle viene guidato ancora da Giuseppe Conte, il quale quindi essendo tutti i giorni in tv raggiunge una grande notorietà.

La nascita del Governo Draghi ha poi fatto scaturire una frattura all’interno del Movimento, anche se occorre dire che la maggior parte dei Parlamentari pentastellati ha aderito al nuovo Governo, solo una piccola parte si è staccata dal partito.

Recentemente, poi, si è consumata la rottura del Movimento con la Casaleggio, certo era nell’aria visto che praticamente la stragrande maggioranza dei parlamentari non versava più parte del proprio stipendio, come si era impegnata a fare in campagna elettorale.

Quindi il Movimento 5 Stelle è di fatto diventato un partito in balia degli eventi, senza una guida, il reggente, Vito Crimi, evidentemente non aveva le qualità per guidare un partito, Di Maio aveva comunque dato le sue dimissioni, Di Battista stava con gli scissionisti, insomma Conte di fatto si trovava in mano un partito … diciamo per … mancanza di concorrenti.

Ed ecco allora che Grillo non poteva rimanere con un pugno di mosche in mano dopo che, occorre riconoscerlo, era stato lui l’artefice unico del successo elettorale del Movimento.

Quindi ha voluto ricordarlo anche a Conte, magari glielo ha ricordato in una maniera un po’ brusca, ma non si può dire che non avesse le sue buone ragioni.

Ora si troverà una mediazione o si va allo scontro frontale?

I sondaggisti non sembra abbiano visioni univoche. C’è chi dice che Conte senza il Movimento 5 Stelle non avrebbe molta fortuna e chi invece attribuisce al suo ipotetico partito un grande successo.

L’ADN Kronos parla addirittura di un partito al 15%, terza forza politica dopo Lega e Fratelli d’Italia.

Il partito di Conte infatti sarebbe formato in parte da ex elettori Cinquestelle ed ex elettori del PD.

Sembra così che ad avere paura dell’ipotetico partito di Conte sia proprio il Partito Democratico.

Insomma stiamo a vedere, ma la situazione politica italiana potrebbe davvero avere un gran ribaltamento nelle prossime settimane.