Il nuovo PD? Peggio del vecchio!

Si è tenuta in giornata la cosiddetta “Assemblea nazionale costituente per il nuovo Partito democratico”.

Si è tenuta in giornata la cosiddetta “Assemblea nazionale costituente per il nuovo Partito democratico” che aveva lo scopo di approvare il nuovo Regolamento congressuale, il nuovo manifesto dei Valori e le modifiche allo Statuto del partito.

Vi informo subito che tutte le tre mozioni sono state approvate a larga maggioranza, quindi … nessuna sorpresa, tuttavia a mio avviso si sarebbe dovuto votare per una sola mozione, quella dello scioglimento del partito che da tempo non è più tale essendosi trasformato in un comitato d’affari.

Letta chiude così la sua segreteria con un ultimo discorso, nel quale emerge l’ennesimo tentativo gattopardesco di tenere in vita un partito che, come ho detto, non è più partito politico ormai da diverso tempo.

Ed ecco quindi che il tentativo gattopardesco di Letta può essere riassunto in queste sue parole: “Non abbiamo bisogno di un nuovo Segretario, ma di un nuovo partito”. Bravo! Concordo pienamente, allora sciogliete quel comitato d’affari ed andatevene tutti a lavorare, se sapete fare qualcosa, altrimenti c’è sempre il reddito di cittadinanza.

Purtroppo invece, ripeto, quelle parole di Letta sono solo l’ennesimo tentativo di tenere in vita un insieme di consorzi che trovano nel proprio interesse economico la loro unica ragione di intesa.

Per far scomparire il PD bisogna togliere alla politica la possibilità di distribuire prebende, che sono il vero cancro della politica, appunto ciò che tramuta i partiti in comitati d’affari.

Un obiettivo difficile da raggiungere? Assolutamente sì, non dico impossibile, ma raggiungibile solo con un cambiamento radicale che potremmo definirlo rivoluzionario.

Ogni regime vive i suoi anni migliori all’inizio della propria realtà, poi si sclerotizza.

L’Italia repubblicana ha visto il periodo migliore nei suoi primi quindici/venti anni, poi un continuo declino, un declino diventato inarrestabile con l’adesione all’Unione europea ed alla moneta unica.

Ma la medesima cosa, in un periodo di tempo più breve, era accaduta al fascismo che, senza dubbio, ha visto nei primi anni di governo il suo momento migliore, poi, negli ultimi anni, si è sclerotizzato, arrivando ad autodistruggersi.

Il Pd, per la verità, era già nato moribondo, non è mai stato portatore di una qualsivoglia novità. E’ stata la patetica unione di due vecchi decrepiti che non potevano apportare nuova vitalità alla politica italiana.

E l’Assemblea nazionale tenutasi oggi non ha fatto altro che confermare quanto tutti noi sapevamo già, ma attenzione, non si tratta di qualcosa di innocuo, il Pd rimane un pericolo.

Basti pensare che nella nuova Carta dei Valori ci sono nuovi passaggi che personalmente trovo inquietanti.

Come ad esempio quando, oltre allo scontato apprezzamento per la Nato, viene specificato che occorre raggiungere l’obiettivo della difesa comune in Unione europea.

Se diamo all’Europa oltre alla moneta anche l’esclusiva della Difesa capite che ci vengono così tolte anche tutte le speranze di poter tornare, pacificamente, un Paese sovrano, come recita il primo articolo della nostra Costituzione.

Insomma finché avremo un elefantiaco apparato pubblico in grado di distribuire, non posti di lavoro, ma retribuzioni è chiaro che il partito democratico continuerà ad esistere.

Nella carta dei valori non poteva poi mancare il riferimento al fantomatico cambiamento climatico che per il nuovo Pd è una vera e propria “emergenza” contro la quale, riporto le testuali parole, “non ci si possono più permettere ritardi o rallentamenti”.

Ma non si sono fermati lì, sono infatti arrivati a parlare di … ed anche qui riporto testualmente: “Crediamo che giustizia climatica e giustizia sociale possano e debbano essere realizzate simultaneamente”

Giustizia climatica, capite? Siamo arrivati a questo. Ormai è chiaro a tutti che il mantra clima riempirà i nostri media, come d’altronde sta già accadendo, senza limitazioni di sorta.

Oltre ai candidati alla segreteria che naturalmente si sono sbizzarriti evocando innumerevoli luoghi comuni, ha parlato anche Roberto Speranza che, rivolgendosi appunto ai candidati ha detto loro che “La sanità è la prima cosa da sistemare”.

Devo ammettere che per una volta mi sono trovato d’accordo con lui, dopo il disastro dovuto al suo operato (a proposito qualcuno un giorno dovrà dire agli italiani perché dopo la disastrosa esperienza del Conte Due, Speranza sia stato confermato al Ministero della Sanità anche nel Governo Draghi), comunque concordiamo con lui, ora certamente la sanità è da sistemare, anzi, da rifondare.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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