Perchè l'Italia ha un debito pubblico così alto?

Il video odierno nasce dalla domanda che mi pone un ascoltatore a margine del video che ho pubblicato ieri.

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Il video odierno nasce dalla domanda che mi pone un ascoltatore a margine del video che ho pubblicato ieri, scrive Renato dalla Germania:

La pregherei di spiegare come l'Italia e' arrivata ad avere un debito colossale e a chi si dovrebbe pagare questo debito enorme”

Il primo pensiero che ho avuto è stato quello di rispondere nella maniera più sintetica, ma anche più vera, ossia “L’Italia è arrivata ad avere un debito colossale perché ha speso molto di più di quello che ha incassato”.

Guardate che non è una risposta banale, è semplicemente la verità, tuttavia Renato, ed anche tutti i miei ascoltatori, hanno diritto ad avere una risposta più articolata.

Premettiamo come sempre che quando si parla di debito pubblico per valutarne il peso è naturalmente sempre necessario riferirlo rapportandolo ad un altro parametro che normalmente è il Pil.

Questo aspetto è banale, ritengo che non valga neppure la pena specificare il perché.

Detto questo il nostro debito pubblico, come dice l’ascoltatore è colossale, sia come importo che in rapporto al nostro Pil.

Va detto poi che il nostro debito pubblico è costantemente aumentato dal dopoguerra in poi, solo che durante il boom economico, ossia dal dopoguerra alla metà degli anni sessanta la crescita del nostro Pil era tale che il rapporto debito/Pil rimaneva entro certi limiti che potremmo definire fisiologici.

E’ dalla seconda metà degli anni sessanta e soprattutto durante gli anni della grande inflazione, gli anni ’70 e ‘80 che questo rapporto debito/Pil ha cominciato a superare livelli di allerta.

Il debito pubblico ha superato il Pil, ossia il rapporto fra debito e Pil ha superato il 100% all’inizio degli anni ’90, tuttavia per un’altra decina di anni debito e Pil sono andati avanti quasi di pari passo.

E’ la crisi 2007/2008 che scombina tutto, da quel momento il debito ha continuato a salire ad un ritmo impressionante, mentre il Pil arrancava.

Molti cosiddetti sovranisti, ma io non li definirei tali, fanno notare che il famoso divorzio fra il Tesoro e la Banca d’Italia sia stato determinante per la crescita degli interessi pagati sul debito.

Ebbene qui occorre essere precisi, certamente gli interessi sono aumentati, ma non solo a causa di quel “divorzio”.

Gli anni ’80 sono stati anni di grande inflazione praticamente in tutto il mondo e gli Stati per finanziarsi hanno dovuto alzare notevolmente i tassi di interesse.

Da noi un po’ di più e per un tempo maggiore.

Ma attenzione adesso perché gli anni ottanta, ed anche i novanta, ma per motivi diversi, sono anni molto particolari per gli italiani.

Sempre i cosiddetti sovranisti spesso dicono che il debito pubblico non deve preoccupare perché è ricchezza privata. Questa affermazione è totalmente inconsistente, perché se fosse vera allora sarebbero stupidi tutti gli Stati cosiddetti virtuosi, ossia gli Stati che hanno un basso debito pubblico.

Se il debito pubblico fosse ricchezza privata allora i cittadini degli Stati con un basso debito pubblico dovrebbero essere poveri, ed dovrebbero avere un apparato pubblico inefficiente, nella realtà è facile smentire ciò portando come esempio la Svizzera, uno Stato con un basso debito pubblico, un’alta ricchezza privata ed un apparato pubblico efficiente.

Ebbene, in parte però, per quanto riguarda l’Italia, quell’affermazione ha, ripeto, una parte di verità.

Negli anni ’70 e ’80 quando gli interessi sul nostro debito pubblico solo saliti alle stelle a chi abbiamo pagato quegli interessi da capogiro?

Ai cittadini italiani, a noi, perché in quegli anni la stragrande maggioranza dei titoli del nostro debito pubblico erano detenuti dai cittadini italiani. Possiamo senza dubbio dire che in quegli anni gli italiani si sono arricchiti aumentando il nostro debito pubblico.

Ora quando noi diciamo che sì abbiamo un grande debito pubblico, ma anche un grande risparmio privato, dobbiamo riconoscere che parte di quel risparmio deriva proprio dall’aver incassato interessi da capogiro sui titoli del nostro debito pubblico.

Quindi quando ad esempio gli olandesi ci dicono che, è vero, loro non hanno tutto quel risparmio privato, ma ciò deriva dal fatto che lo Stato non ha regalato alti interessi sui titoli ai suoi cittadini. Quindi dicono, bene! Se avete un forte risparmio privato utilizzatelo per ridurre il debito pubblico.

Ed occorre riconoscere che il loro ragionamento non fa una grinza.

Solo che a noi tirar fuori 10, 20 o 30.000 euro a testa, neonati ed ultracentenari compresi, per ridurre il nostro debito pubblico, non ci pensiamo neppure.

Un altro aspetto che i cosiddetti sovranisti ribadiscono costantemente è che l’Italia da tantissimi anni è in avanzo primario, ciò significa che se togliessimo gli interessi pagati sul debito le nostre spese sono inferiori alle entrate.

Certo, ma permettetemi di dire che raramente si può ascoltare un ragionamento più stupido di questo.

Mi spiego con un esempio.

Se io contraggo un debito da un milione di euro sul quale devo pagare il 3,6% di interesse, quindi 36.000 euro all’anno ossia 3.000 euro al mese e io ho uno stipendio da 4.000 euro al mese, quindi ogni mese dopo aver pagato solo gli interessi io devo vivere con soli 1.000 euro al mese, insomma faccio una vita modesta.

Insomma, non posso poi lamentarmi perché se non avessi i 3.000 euro da pagare ogni mese avendo uno stipendio da 4.000 euro al mese potrei avere un tenore di vita molto migliore.

Non mi ha obbligato nessuno a fare un debito da un milione di euro!!! Vita natural durante avrò un tenore di vita modesto visto che pagando 3.000 euro al mese di soli interessi non diminuirò mai il mio debito, ma ripeto posso prendermela solo con me perché nessuno mi ha costretto a fare quel grosso debito.

Infine, tornando alla domanda iniziale di Renato a chi si dovrebbe pagare questo debito enorme.

Anche in questo caso la risposta è banale, il debito pubblico è rappresentato da dei titoli (BTP, CCT, Bot ecc. ecc.) quindi il nostro debito è nei confronti di chi detiene questi titoli.

Dopo il 2007 quando il nostro rapporto Debito/Pil è aumentato in maniera esagerata gran parte dei titoli emessi dallo Stato italiano sono stati acquistati dalle Banche Centrali e dalle Banche ordinarie, oltre ad investitori istituzionali come Assicurazioni, società finanziarie, fondi di investimento.

Ma va sottolineato che questi cosiddetti investitori istituzionali non hanno comprato questi titoli dello Stato perché erano ottimi investimenti, tutt’altro negli ultimi anni non rendevano quasi nulla, per questo i cittadini italiani non li compravano, non rendevano nulla e sono arrivati anche ad avere interessi negativi, ossia alla scadenza gli investitori ricevevano meno di quanto avevano investito, li hanno comprati perché costretti, ossia per evitare il fallimento dello Stato italiano.

Se uno Stato non riesce a finanziarsi, ossia non trova chi compra i suoi titoli del debito pubblico deve dichiarare default.

Naturalmente alzando i tassi di interesse è probabile che gli investitori che amano rischiare di più per avere un maggior rendimento potrebbero tornare ad acquistare i titoli dello Stato, ma pagando interessi più alti il debito pubblico sale, insomma si innesca una spirale letale.